porto di Diamante: errori ed omissioni Stampa
Scritto da forum ambientalista   

Si è aperta la battaglia finale su quest'opera che consegnerà a privati per settanta anni, non prima di averla distrutta per sempre, una mirabile scogliera ancora intatta, senza nessun corrispettivo per cittadini e Amministrazione Pubblica.

È previsto infatti l'inizio dei lavori per lunedì p.v., col beneplacito della Stazione Appaltante, il Dipartimento LL. PP. Della Regione, e quello della Commissione Regionale alla Valutazione di Impatto Ambientale del Dipartimento Ambiente della stessa Regione.

E veniamo agli “errori”, perché così siamo costretti necessariamente a classificarli.

Il primo, commesso, certo per ignoranza, dai tecnici della Ditta Appaltatrice, l'ATI “Icad, costruzioni generali – Diamante blù, che nello stilare lo Studio di Impatto Ambientale negano che sul sito sul quale sorgerà il costruendo porto ci siano emergenze archeologiche, peraltro note a tutti i diamantesi. Così la Regione concede il parere positivo per la VIA.

Connessa a questo errore la prima omissione: pubblica, da parte del Presidente della Commissione VIA della Regione, il quale, da noi informato dell'esistenza del sito archeologico censito dal Ministero, “evita” di informarsi sullo stesso (anche una telefonata in Soprintendenza sarebbe bastata), confermando il parere positivo emesso dalla Commisssione da lui presieduta. Una segnalazione di eventuale reato di omissioni di atto di ufficio è pendente alla Procura di Catanzaro.

La stessa segnalazione viene da noi fatta al Dipartimento LL. PP. Della Regione che aveva dato seguito alle procedure di aggiudicazione dell'appalto: neanche questo organo dello Stato ritiene opportuno informarsi dell'esistenza o meno del sito archeologico!

Ma veniamo al colmo. Il secondo “errore” è un orrore giudiziario. In attesa che la Procura di Paola indaghi (è stato aperto un fascicolo, il n° 15249/2009, dopo le nostre segnalazioni di possibile distruzione di beni archeologici), abbiamo presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere almeno una sospensiva della procedura di appalto. Il TAR Calabria, cui la Presidenza della Repubblica ha rinviato la decisione (su richiesta esplicita della ditta appaltatrice che ama giocare in famiglia), in sede di Camera di Consiglio, privilegia, a fronte della fonte Ministeriale da noi presentata, una privatissima perizia giurata della Icad – Diamante  blù. Perizia che contiene un “errore” là dove dichiara che il sito da noi (dal Ministero!) segnalato  non è situato di fronte al lungomare di Diamante ma nei dintorni dell'Isola di Cirella. Il Collegio, relatore il Giudice Iannini, dichiara che il nostro ricorso, basato sulle ragioni della fonte ministeriale, è privo di fumus boni iuris e lo respinge. Punto!

Non vogliamo con questo dire che la Calabria è terra strana ma, sicuramente, tutto il mondo è paese quando interessi particolari, con alle spalle ampi capitali, congiurano contro il bene pubblico che, come tale, ha solo alle spalle capitali umani e culturali non spendibili nella nostra società proiettata in un futuro di distruzione.  Forum Ambientalista -  coordinamento regionale della Calabria - 13.03.2010

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