multa da 216 mila euro per lo sforamento del Patto di stabilità. Labdem: cattiva gestione finanziaria dell’Ente Stampa
Scritto da laboratorio per la democrazia   

Il Ministero degli Interni (Decreto del 26 luglio 2012) sanziona il Comune di Belvedere Marittimo per il mancato rispetto del Patto di Stabilità per l'anno 2011 con una «multa» di € 216.721,00.

La sanzione è pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato e, comunque, in una misura non superiore al 3% delle entrate correnti registrate nella certificazione al rendiconto di bilancio dell’anno 2010. L’applicazione della sanzione comporta una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio dell’esercizio 2012.

Questo provvedimento non fa altro che confermare, peggiorandola, una situazione finanziaria di per sé già estremamente complessa e così sintetizzabile:

- taglio di trasferimenti erariali (ex art. 14, comma 2, decreto legge 78/2010), paria a € 315.418,75;

- riconoscimento di debiti fuori bilancio, così come chiede la Corte dei Conti con la Deliberazione n. 39/2012: «È necessario che l’Ente provveda immediatamente ad avviare la procedura prevista dall’art. 194 del decreto legislativo 267/2000» per i debiti relativi alle calamità naturali 2009 (€ 3.723.835,96);

- altri debiti esistenti segnalati dal Revisore Unico con nota del 16 febbraio 2012: «€ 226.852,75 nei confronti del Commissario delegato per l’emergenza rifiuti, un debito con Sorical per fornitura di acqua potabile di € 800.000,00 e un debito con Enel di circa 220.000,00 euro».

Risulta chiaro che la situazione finanziaria del Comune di Belvedere Marittimo è divenuta insostenibile e prossima al collasso. La Giunta Granata nel preannunciare lo sforamento del patto di stabilità (delibera n. 66 del 13 aprile 2012 «Approvazione della relazione illustrativa dei dati consuntivi all’Esercizio finanziario 2011») aveva giustificato tale scelta come «male minore»; come Laboratorio per la Democrazia siamo convinti, invece, che lo sforamento sia frutto di una cattiva gestione finanziaria dell’Ente, così come evidenziato dalla stessa Corte dei Conti nel segnalare la scarsa capacità di riscossione e «l’ampio» ricorso alle anticipazioni di tesoreria. Criticità e squilibri strutturali in grado di provocare il dissesto finanziario dell’Ente senza le misure correttive a cui è chiamata l’Amministrazione Comunale.

Ci chiediamo cos’altro debba ancora accadere affinché l’Amministrazione Granata tragga le opportune conclusioni rispetto al costante declino a cui quotidianamente sottopone Belvedere Marittimo. Né sembra materializzarsi all’orizzonte un sussulto di orgoglio da parte della maggioranza consiliare, che, silenziosa e prona, sostiene incondizionatamente questa amministrazione, rendendosi corresponsabile della situazione.

Nel suo ritorno nell’arena politica, dopo peraltro cinque anni di silenzi e di assoluta assenza, il Sindaco Granata si proponeva di «liberare Belvedere»; ebbene dopo tre anni, non riusciamo a comprendere da cosa avrebbe dovuto liberarci. Infatti più che un affrancamento da politiche desuete sembra di vivere in una commedia dal finale amaro, dove il peso del dissesto sarà ripartito, come la prassi prevede, sulle spalle del contribuente.

Nella convinzione di interpretare il sentimento della maggioranza dei cittadini belvederesi, chiediamo al Sindaco Granata e alla sua squadra di «liberare» nuovamente Belvedere. Questa volta, però, da loro stessi. Belvedere gliene sarebbe grata. Laboratorio per la Democrazia - www.labdem.org - 31.07.2012

 

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