i veri nemici della Calabria sono i calabresi Stampa
Scritto da francesco cirillo   

Il dibattito politico, in vista delle prossime elezioni regionali, si fa sempre più aspro e contorto. Come era prevedibile da una parte ci sono le destre, sempre più frastagliate, dalla Lega di Spirlì al Pd, dall’altra una sinistra scomparsa e vari movimenti cosiddetti civici che fanno capo a De Magistris e Tansi.

In mezzo i calabresi che assistono al combattimento da un’altura per prendere posizione alla fine per uno o l’altro schieramento. Sono quei calabresi che non si schierano prima di nessuna battaglia, che aspettano le ultime mosse per capire chi vincerà e buttarsi sul carro del vincitore. Questi calabresi sono i peggiori nemici della Calabria perché non hanno nessun valore, nessuna idea, nessun pensiero. Non sono di destra né di sinistra nel vero senso della parola, sono profondamente qualunquisti nel vero temine coniato da Guglielmo Giannini nel 1944 e che arrivò ad eleggere ben 30 deputati. Li senti parlare nelle piazze dei paesini e sembrano a prima voce, degli anarchici o dei rivoluzionari dell’800 . Conoscono tutto della Cittadella regionale, di ciò che è stato fatto e che si fa, ma se gli chiedi per chi votano, rispondono che devono vedere le liste, i capilista, i segretari, i partiti, gli schieramenti. Insomma non te lo dicono. Poi ad aiutare queste persone, ci si mettono gli stessi schieramenti. La destra è frantumata in vari schieramenti, c’è chi vorrebbe Wanda Ferro , chi Occhiuto, chi Spirlì, e si battono tutti non qui in Calabria ma a Roma, ed è così anche nel Pd, che spara prima un impresentabile personaggio come Irto, poi lo fa ritirare, poi spara un missile come Ciconte senza che lui ne fosse a conoscenza, poi ritorna su Irto, mentre si fanno sentire vecchie cariatidi come Oliverio, Bossio, Adamo, Guccione e chi più ne ha più ne metta. Nella sinistra non sinistra l’ultima novità è la lite fra Tansi e De Magistris. Tansi se ne esce dallo schieramento perché ha sentore di inciuci di De Magistris con il PD e attacca ingiustamente Mimmo Lucano per giustificare il suo astio verso una sinistra comunista ancora viva nella nostra regione. De Magistris contrattacca, non cercando un tavolo di ragionamento con Tansi ed i movimenti, ma inserendo subito alla carica di vice presidente, una sconosciuta avvocatessa, piena di titoli e dal passato abbastanza contorto che è finito sulle pagine dei giornali regionali e forse finirà nelle aule di tribunale. De Magistris lo aveva il suo vice se avesse voluto dare un segnale diverso, ed era Mimmo Lucano. I calabresi di fronte a queste manovre, restano ancora più perplessi e le sinistre varie ancora di più si dividono e spaccano transitando da Tansi a De Magistris e viceversa o ritirandosi anch’essi . I qualunquisti godono di queste scene, ed i politici che dovrebbero conoscere i nostri corregionali, dovrebbero saperlo, evitando queste sceneggiate alla Scarpetta. La strada da percorrere per vincere resta una sola. Dimostrare unità, compattezza e attaccamento ai territori ed alle loro problematiche. Parlano tutti che bisogna partire dal basso, ma poi si resta sempre in alto. Il tempo c’è ed oggi può essere recuperato solo azzerando il tutto, ritornando al Tan/dem iniziale, parlandosi in assemblee di territorio, sviscerando programmi e progetti e soprattutto schierandosi apertamente contro i poteri mafiosi infiltrati nella magistratura e nelle pubbliche istituzioni, nella politica attiva indicando con nomi e cognomi le persone dalle quali stare lontani chilometri e soprattutto dire apertamente quale Calabria si vuole. Quella già sperimentata dalle destre e dal centrosinistra, PD in testa e suoi alleati, o quella nuova proiettata al futuro che porta con sé il bagaglio di decenni di lotte nei vari territori che di per sé sono già un programma ed uno schierarsi. De Magistris deve dimostrare che davvero vuole Mimmo Lucano e il suo progetto all’interno della sua prossima giunta e allora lo dica apertamente dandogli subito un ruolo, eletto o non eletto che fosse, togliendolo dall’essere capolista alla rincorsa del fatidico 4% . Solo così quel calabrese qualunquista, può conquistare fiducia negli uomini e nelle donne , avere un programma netto fra le mani, e scendere così definitivamente dalle sue alture schierandosi immediatamente.

Francesco Cirillo - 08.06.2021

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