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ancora polemiche sull'assistenza ai positivi Covid19 PDF Stampa E-mail
Scritto da maurizio arci   

Il legale rappresentante dell’A.I.A.S. di Cetraro onlus, dott. Maurizio Arci, ringrazia i due ospiti, positivi al Covid 19, accolti presso l’ex Casa di Cura Spinelli ed i loro familiari, per le manifestazioni di stima ed affetto da loro pubblicate sui social.

“In questo periodo di emergenza sanitaria crescono i bisogni sociali ed ognuno di noi, dichiara il dott. Arci, secondo le proprie possibilità e i propri mezzi, deve mettersi a disposizione degli altri e rispondere alle richieste di cura ed assistenza che vengono dal territorio”. “Così ho deciso di mettere a disposizione la ex Casa di Cura Spinelli per coloro che, positivi al Covid, asintomatici o paucisintomatici, non hanno la possibilità di effettuare un isolamento fiduciario nel proprio domicilio; sappiamo bene, infatti, che il contagio si verifica soprattutto all’interno dei nuclei familiari. E di ciò abbiamo triste esperienza a Belvedere, che registra una percentuale di positivi superiore alla media regionale. Sia ben chiaro - continua il dott. Arci - che la disponibilità della struttura e l’assistenza, sono assolutamente gratuite, come specificato nelle comunicazioni tempestivamente inviate a Comune, Regione, Asp, Protezione Civile, Prefettura. Penso che i cittadini di Belvedere e dei paesi limitrofi si sentano più sereni nel sapere che esistono persone e strutture a cui fare riferimento in caso di necessità! Ringrazio, inoltre, tutti coloro che hanno apprezzato la mia disponibilità, quella dei miei collaboratori e degli operatori delle strutture gestite dall’Associazione: tutti, con grande spirito di sacrificio, si sono offerti di prestare la loro opera anche questa volta, con passione e dedizione. Un grazie di cuore anche all’Associazione “Amici Infermieri” che da alcuni anni opera sul territorio a servizio dei cittadini, disponibile, subito e gratuitamente, a collaborare. Colgo l’occasione, inoltre, per fare un plauso a tutte le altre associazioni di volontariato belvederesi che in questo periodo di pandemia hanno dato un contributo fattivo nell’aiutare le persone in difficoltà: a dimostrazione del fatto che esiste un terzo settore fattivo che in molti casi si sostituisce alle istituzioni e da’ risposte concrete ai bisogni della popolazione. Purtroppo, devo constatare, con amarezza e delusione, non solo l’indifferenza del Sindaco nei confronti di chi ha inviato una richiesta d’aiuto e dell’AIAS di Cetraro che ha offerto la sua assistenza, quanto, addirittura, un evidente ostruzionismo! Nel corso di una riunione avuta ieri in Prefettura, per motivi professionali, sono venuto a conoscenza di una lettera a firma del Sindaco di Belvedere, inviata anche alla Regione, ai NAS, all’ASP di Cosenza, nella quale informa che il sottoscritto starebbe ospitando abusivamente delle persone positive al Covid in una struttura priva delle autorizzazioni necessarie, pur consapevole che la Spinelli, già attiva all’inizio del 900, è dotata di agibilità per non aver mai mutato la destinazione d’uso. Che dire! Non riesco a capire le motivazioni di tale gesto! Nel rispetto della la legge, io ho comunicato immediatamente al Sindaco ed alle Autorità competenti l’ospitalità gratuita offerta a concittadini che non avevano la possibilità di sottoporsi a quarantena fiduciaria presso la propria abitazione. Il Sindaco non ha risposto, preferendo, in maniera subdola, intervenire presso altri Enti per denigrare l’operato dell’AIAS di Cetraro e quello di persone sensibili e speciali come i miei collaboratori. Il Sindaco, in quanto primo cittadino e massima autorità sanitaria locale, dovrebbe tutelare la sicurezza dei suoi cittadini, e perseguire il loro benessere psico-fisico e sociale, mettendo in atto tutte le azioni possibili per prevenire il rischio di contagio e quindi di estensione della pandemia! Invece si oppone… anche se è palese quanto sia più sicuro isolare una persona positiva all’interno di una camera, dotata di tutti i confort, ubicata in un palazzo libero, piuttosto che costringerle nelle proprie case insieme ai familiari. Mi è sembrato opportuno far conoscere le difficoltà che stiamo vivendo nel portare avanti progetti di solidarietà reale e concreta, in un territorio orfano di servizi, di assistenza e di cura. Tanto dovevo per il rispetto verso l’associazione che rappresento, per gli operatori che si stanno dedicando con sacrificio e spirito di abnegazione e per i tanti bisognosi che quotidianamente mi rivolgono richieste di aiuto”.

Maurizio Arci - 15.05.2021

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