Ho letto, riletto e ancora letto, il bando pubblico con in quale il comune di Belvedere M.mo ha potuto usufruire di n° quattro (4) posti per giovani (18-28 anni) volontari del servizio civile,

ma non un rigo, una parola, una frase, un sotto intendimento che facessero pensare che un giovane, seppur figlio dell’ex vicesindaco ( tra l’altro della passata amministrazione), non avrebbe potuto o dovuto partecipare a quel bando.

E allora perché insultare, diffamare, dare sfogo alle infamie?

Ho letto, riletto e ancora letto, le graduatorie dei giovani ammessi e l’approvazione della relativa graduatoria, giusta determina n° 371/2017 , ma non un rigo, una parola, una frase, un sotto intendimento che facessero pensare che un giovane, seppur figlio dell’ex vicesindaco ( tra l’altro della passata amministrazione), non avrebbe potuto o dovuto accettare di far parte dei quattro giovani ammessi, a seguito di rinuncia da chi lo precedeva.

E allora perché insultare, diffamare, dare sfogo alle infamie?

Ho letto, riletto e ancora letto, tutto quello che c’era da leggere per darmi una risposta accettabile del perchè un giovane, seppur figlio dell’ex vicesindaco ( tra l’altro della passata amministrazione),non avrebbe potuto o dovuto partecipare a quel bando pubblico e, proprio, perché pubblico, aperto alla partecipazione di tutti, anche del figlio dell’ex vicesindaco.

Nessuna risposta sono riuscito a darmi.

Ho poi riletto l’articolo apparso su “laltrasinistra” dal titolo “Belvedere è un comune fondato sul grado di parentela”, a firma del gruppo “ORA” ed ho subito trovato la risposta ai miei tanti interrogativi: quando gli argomenti diventano il nulla e la ragione finisce, si da’ sfogo alle infamie, agli insulti, alle diffamazioni a significare che le “miserie umane” hanno avuto il sopravvento sull’uomo.

Mario D’Aprile, ex vicesindaco del Comune di Belvedere Marittimo - 09.01.2018