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Castello, i gruppi di minoranza chiedono la convocazione del consiglio comunale PDF Stampa E-mail
Scritto da daniela tribuzio (ora) - francesca ugolino (pd-cambiaverso) - vincenzo carrozzino (rinascimento)   
Mercoledì 15 Novembre 2017 15:49

Con una richiesta indirizzata al Presidente del Consiglio comunale, i gruppi di minoranza "Ora", "Pd-Belvederecambiaverso" e "Rinascimento" chiedono la convocazione del Consiglio per discutere della questione Catello.

oggetto: richiesta di convocazione del Consiglio comunale ai sensi dell’art.25 del Regolamento del Consiglio comunale

I sottoscritti consiglieri comunali, Daniela Tribuzio e Gianluca Bencardino ( Gruppo Ora), Francesca Ugolino (Gruppo Pd – Belvederecambiaverso), Vincenzo Carrozzino (Gruppo Rinascimento), ai sensi dell’art.25 del Regolamento del Consiglio comunale ritengono opportuno e urgente dibattere in merito alle seguenti questioni:

“Acquisizione/esercizio prelazione e successiva valorizzazione del Castello Aragonese. Procedura concorsuale di vendita – Reg. n. 6/2011, Trib. Paola (G.D. Sodano – Del. V. Sorace) – avente ad oggetto i diritti pari a 2/3 della proprietà piena” - Discussione

Per quanto sopra esposto, ai sensi del Regolamento consiliare citato in oggetto, si chiede, al presidente del Consiglio comunale di Belvedere M.mo di convocare un Consiglio comunale straordinario. Belvedere M.mo 14.11.2017

F.to

Daniela Tribuzio (Gruppo Consiliare Ora)

Gianluca Bencardino (Gruppo Consiliare Ora)

Francesca Ugolino (Gruppo Consiliare PD - Belvederecambiaverso)

Vincenzo Carrozzino (Gruppo Consiliare Rinascimento)

Relazione ai sensi  dell’art.25 comma 4 del Regolamento del Consiglio Comunale

Richiesta di convocazione del Consiglio comunale

“Acquisizione/esercizio prelazione e successiva valorizzazione del Castello Aragonese. Procedura concorsuale di vendita – Reg. n. 6/2011, Trib. Paola (G.D. Sodano – Del. V. Sorace) – avente ad oggetto i diritti pari a 2/3 della proprietà piena” - Discussione

Nel recepire le istanze della collettività belvederese, appare indispensabile proporre oggi un’azione unanime e congiunta per l’acquisizione del Castello Aragonese al patrimonio collettivo; ciò – indubbiamente - rappresenterebbe il punto di incontro delle esigenze e delle prospettive di sviluppo turistico/culturale della nostra cittadina.

La delibera consiliare che si propone, infatti, è sottesa a riportare, da un lato, la proprietà del castello alla comunità che lo custodisce; dall’altro lato, inoltre, consentirebbe, a valle dell’acquisto dei diritti oggetto di vendita pubblica, di delineare contestualmente l’indispensabile processo di valorizzazione e tutela del bene in questione.

Ciò posto, con riferimento alla procedura concorsuale di vendita – Reg. n. 6/2011, Trib. Paola (G.D. Sodano – Del. V. Sorace) – avente ad oggetto i diritti pari a 2/3 della proprietà piena del Castello Aragonese, ubicati nel Comune di Belvedere Marittimo (CS), si propone, nelle more del procedimento di vendita, di avviare in maniera tempestiva i procedimenti amministrativi funzionali al reperimento dei fondi necessari a garantire la relativa copertura finanziaria.

In caso di aggiudicazione dei diritti di proprietà da parte di un soggetto privato, rimarrebbe la possibilità di acquisire i diritti di proprietà del Castello mediante l’esercizio della prelazione prescritta dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (Artt. 60 ss.), in quanto trattasi di bene riconosciuto Monumento Nazionale ed inserito nel Patrimonio Nazionale secondo i dettami della legge n. 1089 del 01 giugno 1939, inerente la tutela delle cose d'interesse artistico o storico.

Ne discende, pertanto, in un caso (aggiudicazione di vendite future) o nell’altro (esercizio della prelazione), la possibilità di portare la proprietà del Castello Aragonese nel patrimonio dell’Ente Locale; ciò, naturalmente, anche a valle dell’acquisto successivo della restante parte, pari a 1/3, di proprietà privata.

Appurata la possibilità di acquistare il Castello Aragonese, a tal punto, emerge l’oggetto della prima linea di indirizzo contenuta nella proposta di deliberazione, ossia la necessità per l’Ente di reperire la relativa copertura finanziaria.

Per quanto concerne, dunque, la bancabilità della presente proposta per l’acquisto del Castello Aragonese, si evidenzia come siano possibili più alternative.

1. È possibile, ad esempio, che l’amministrazione comunale avvii la procedura amministrativa volta alla costituzione di un partenariato pubblico-privato. Con tale formula, infatti, l’amministrazione individuerebbe sul mercato un O.E. idoneo a contribuire/provvedere all’acquisto, alla valorizzazione e alla gestione del bene (cd. gara a doppio oggetto).

2. È possibile, inoltre, che la copertura finanziaria necessaria possa essere reperita con il supporto di un’associazione/comitato cittadino all’uopo costituiti; tale soggetto, infatti, gestirebbe la raccolta fondi mediante una campagna di sensibilizzazione della popolazione che, da un lato, vive da anni l’annosa questione e, dall’altro lato, sarebbe incentivata ad effettuare donazioni anche in relazione alla relativa detrazione fiscale. Tale circostanza si è verificata, ad esempio, per il Castello di Sammezzano a Reggello (FI) con il movimento popolare “Save Sammezzano”, nonché per la Casa del Pescatore di Monasterolo del Castello (BG) con la cooperativa Innesto.

3. Altra possibilità per l’Ente è l’accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti.

Accertata la possibilità di reperire i fondi necessari all’acquisto del Castello Aragonese, per mezzo di almeno tre tipologie di procedure, si passa consequenzialmente a delineare l’oggetto della seconda linea di indirizzo contenuta nella presente proposta di deliberazione, ossia l’indispensabilità per l’Ente di procedere alla valorizzazione e alla tutela del bene.

Tale esigenza verrebbe risolta mediante il ricorso a capitali privati, in quanto nell’ultimo decennio, sulla scia di esperienze maturate in alcuni Paesi stranieri, è aumentato in maniera esponenziale, anche in Italia, l’interesse nei confronti dell’investimento culturale.

In questa direzione, vista l’essenzialità dell’intervento privato, la parte pubblica, negli ultimi anni, ha incentivato l’investimento culturale a fronte di specifiche agevolazioni fiscali.

Nello specifico, si potrà ricorrere all’istituto della “sponsorizzazione”, disciplinato dall’art. 120 del Codice dei beni culturali e del paesaggio nonché dagli artt. 19 e 151 del Codice dei contratti pubblici.

Detto istituto, inoltre, ben si concilierebbe con le raccomandazioni insite nella circolare del 9 giugno 2016 del MIBACT.

Più nel dettaglio, la sponsorizzazione culturale rappresenta “ogni forma di contributo in beni o servizi” erogato da soggetti privati (anche detti sponsor) per la progettazione o l’attuazione di iniziative “del Ministero, delle Regioni, e degli altri Enti pubblici territoriali ovvero di soggetti privati” (anche sponsee) volte alla tutela o alla valorizzazione del patrimonio culturale, con lo scopo di promuovere il nome, il marchio, l’immagine, l’attività o il prodotto dei medesimi soggetti eroganti.

Con l’istituto proposto emerge l’ammissibilità sia della c.d. sponsorizzazione pura, nella quale il soggetto erogante assume un’obbligazione pecuniaria, impegnandosi a finanziare il progetto previsto dall’amministrazione per la tutela e la valorizzazione di un bene artistico (Castello Aragonese), sia la c.d. sponsorizzazione tecnica, in forza della quale il contributo dello sponsor può consistere tanto in una fornitura di beni e di servizi, tanto in una di “dare”, impegnandosi a realizzare a proprie spese e cura il progetto stesso.

A livello amministrativo, poi, dal 2016 non è più necessario indire una procedura di gara competitiva, essendo, infatti, sufficiente che l’amministrazione pubblichi sul proprio sito istituzionale l’avviso di avvenuto ricevimento, da parte di un’impresa privata, di una proposta di sponsorizzazione (dotata dei requisiti di ammissibilità e convenienza) per almeno trenta giorni, decorsi i quali, senza che siano intervenute ulteriori offerte, l’Amministrazione può procedere alla stipula del contratto di sponsorizzazione con l’impresa proponente. Solo nel caso in cui, durante detto termine, pervengano rituali offerte migliorative, l’amministrazione è tenuta a effettuare un confronto “concorrenziale” tra le stesse.

Per rinviare a pratici esempi, si pensi al restauro del Colosseo (Gruppo Tod’s), Piazza di Spagna (Bulgari), Fontana di Trevi (Fendi), etc…

Altra soluzione di finanziamento, poi, è rappresentata dal mecenatismo, da non escludere affatto alla luce dell’entrata in vigore del cd. “Art Bonus”, ossia il credito di imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate per i soggetti che, ad alcune condizioni, effettuano elargizioni liberali a favore della cultura e dello spettacolo, di cui al decreto-legge 31 maggio 2014 n. 83 (convertito con modificazioni nella legge 29 luglio 2014 n. 106), reso permanente con la legge di stabilità 2016.

Possono beneficiare di tale misura tutti i soggetti, indipendentemente dalla natura e dalla forma giuridica, purché l’erogazione liberale sia effettuata in denaro, tramite sistemi di pagamento “tracciabili”.

Per un esempio pratico, si rinvia all’accordo tra Cantine Settesoli, dipartimento BB.CC. Regione Siciliana e Parco archeologico di Salinunte.

Infine, si prospetta la possibilità di cui all’art. 121 (Accordi con le fondazioni bancarie) del Codice dei beni culturali e del paesaggio, in base alla quale le fondazioni bancarie che statutariamente perseguono scopi di utilità sociale nel settore dell'arte e delle attività e beni culturali possono stipulare accordi con gli enti territoriali al fine di coordinare gli interventi di valorizzazione sul patrimonio culturale e, in tale contesto, garantire l'equilibrato impiego delle risorse finanziarie messe a disposizione.

Tale atto rappresenterebbe un significativo (e meritorio) esempio del 'fare squadra' in tema di conservazione e valorizzazione del Castello Aragonese. E ciò sia nella definizione delle azioni ritenute prioritarie all'interno dei contesti regionali, sia nella mobilitazione delle indispensabili risorse finanziarie.

Sul punto, si richiamano, a titolo esemplificativo, i protocolli d'intesa sottoscritti il 20 e il 21 gennaio 2010 fra il MIBACT, la regione Emilia-Romagna e l'Associazione delle Fondazioni bancarie dell'Emilia-Romagna, e fra il MIBACT, la regione Toscana e l'Associazione delle Fondazioni bancarie della Toscana.

***

Alla luce di quanto sinora rappresentato, si propone all’adunanza consiliare di adottare una delle seguenti soluzioni proposte:

  • Acquisto tramite una costituenda società pubblica / privata.
  • Un costituendo comitato finalizzato alla raccolta di fondi.
  • Accensione di un mutuo tendente alla  copertura parziale o totale dei costi.

 

 

 

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