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Sicurezza e legalità. Consiglio comunale aperto del 18.12.2015 PDF Stampa E-mail
Scritto da circolo pd di belvedere m.mo   
Giovedì 31 Dicembre 2015 11:38

Sono trascorsi più di quindici giorni da quando un terribile omicidio ha sconvolto la nostra comunità.

In quest’ultimo giorno dell’anno il circolo Pd di Belvedere Marittimo (CS) rinnova le proprie condoglianze alla famiglia della giovane Silvana Rodrigues, scomparsa in circostanze così tragiche, e auspica che l’omicida sia, al più presto, assicurato alla giustizia.

Ritiene utile, altresì, proporre all’attenzione della cittadinanza l’intervento del comp. Riccardo Ugolino nel Consiglio comunale del 18 dicembre scorso, convocato per discutere con la cittadinanza di sicurezza e legalità, a seguito dell’evento delittuoso. circolo Pd di Belvedere Marittimo - 31.12.2015

 

Sabato scorso si è consumato un efferato delitto che ha sconvolto la comunità del nostro paese.

I cittadini di Belvedere hanno paura. Sapere che un mostro, capace di tanto orrore, è ancora libero e circola indisturbato genera timore e preoccupazione.

La gente ha bisogno di sentirsi sicura, ha bisogno di sapere che Belvedere è un paese sicuro.

E invece l’omicidio della scorsa settimana ha dimostrato che la violenza non ha confini e non è circoscritta solo ad un determinato territorio. Belvedere come Napoli, Belvedere come Milano, donne innocenti massacrate senza un motivo apparente, in maniera brutale e senza alcuna pietà.

Non è più possibile assistere indifferenti a tanto orrore. Le istituzioni, i cittadini, le associazioni hanno il dovere di reagire e prendere posizioni nette in favore della legalità e in difesa della giustizia.

Bisogna uscire dalla logica omertosa e dalla indifferenza di chi pensa  che nulla può accadere se uno si fa gli affari propri. La morte di una giovane moglie, di una giovane madre riguarda tutti, nessuno escluso.

E tornano sempre attuali le parole di Hemingway : “ Quando suona la campana, non chiederti mai per chi suona. Essa suona per te”.

Non si ci può tirare indietro come se questa tragedia appartenesse solo alla famiglia della vittima. L’omicidio di Silvana Rodriguez colpisce tutta la nostra città, fa apparire Belvedere M.mo come un posto poco sicuro, dove si uccide di sera a ridosso del centro abitato a poche centinaia di metri da abitazioni e dalla strada statale. Si viene uccisi in pochi istanti senza che nessuno possa impedirlo.

Belvedere è diventato un Paese violento.

Ho vissuto tanto da poter affermare che nel secolo scorso la morte, quando non era provocata dalla barbarie delle guerre, giungeva, nel nostro Paese, per cause naturali, spesso dipendenti da condizioni socio-economiche molto difficili: la malnutrizione, le carenze igieniche, le cure inadeguate.

Rari i decessi per morte violenta.

E invece, nei primi 15 anni del nostro secolo la comunità di Belvedere è stata sconvolta da morti violente, legate all’uso e al traffico di stupefacenti, all’usura.

Nei giorni scorsi un barbaro omicidio, con modalità di una  ferocia inaudita ha colpito la comunità evangelica e tutta la cittadinanza di Belvedere M.mo.

E’ solo un problema di sicurezza?Forse nel secolo scorso le forze dell’ordine, di stanza nei nostri piccoli Paesi, erano più numerose e dotate di mezzi più efficienti? Forse allora le leggi erano più severe?

Noi pensiamo di no.

Non c’è dubbio che la dotazione di uomini e mezzi di cui oggi dispongono le forze dell’ordine sia incomparabilmente superiore a quella su cui potevano contare le stazioni dei carabinieri nei nostri Paesi.

La stessa legislazione penale, con l’associazione di stampo mafioso,  con il 41BIS, la confisca dei patrimoni è diventata più incisiva.

Quindi la ragione della violenza diffusa è forse da ricercare in seno alla società di questo inizio secolo.

Nella seconda metà del ‘900 forti erano i legami di solidarietà che tenevano unito un borgo di marinai, una comunità contadina e artigianale.

Fortissimi erano i valori religiosi, alimentati dall’educazione familiare e dalla frequentazione della Parrocchia.

Altrettanto radicati erano i valori della cultura laica: il Liberalesimo, il Socialismo.

Non c’era chi non nutrisse la speranza per sé, per la propria famiglia, per la comunità, di una vita migliore.

Nei 30 anni gloriosi, successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, il fecondo confronto tra le grandi culture del Novecento: quella del Cattolicesimo Sociale, del Liberalesimo, del Socialismo consentì al nostro Paese una crescita non solo della produzione e dell’occupazione ma anche dell’equità sociale.

Il benessere non riguardava solo l’impresa ma si diffondeva a pioggia, grazie alla redistribuzione della ricchezza che, con la tassazione proporzionale e progressiva,  accorciava le disuguaglianze sociali: furono gli anni della Scuola media unificata e del diritto allo studio, furono gli anni della riforma sanitaria, del Piano casa, dello Statuto dei lavoratori.

La fase progressiva della storia occidentale si è conclusa negli anni ‘80 quando hanno avuto inizio i “ 30 anni ingloriosi” con l’avvento del neoliberismo, dell’individualismo, con la crescita esponenziale delle diseguaglianze (prima il rapporto tra il salario di un operaio della FIAT e dell’amministratore delegato era di 1 a 20, oggi l’amministratore guadagna 400 volte in più di un suo dipendente).

Il trasferimento della ricchezza dai ceti medio - bassi al decile più ricco della popolazione ha incentivato il consumo di beni materiali superflui e ha imposto una diversa scala di valori: non più la famiglia, il vicinato, la parrocchia, la sezione, ma la carriera, il lusso, il denaro, per conseguire i quali ogni mezzo diventa lecito, sia da parte di chi è ai margini, di chi si sente escluso dal benessere consumistico, sia da parte di chi ambisce a scalare posizioni sempre più di vertice.

Una società che adora e sacrifica al Vitello d’oro, non può non essere violenta.

Ma se pure la violenza non è solo una questione di sicurezza, lo STATO NON PUO’ CHE AFFINARE E POTENZIARE I PROPRI STRUMENTI per garantire la convivenza civile e AFFERMARE LA LEGALITA’.

Il Governo nazionale, con la Legge di Stabilità, ha stanziato 1 MD di euro in più per la sicurezza, 150 mil per controllare comunicazioni e persone sospette in rete, 50 mil  per migliorare la strumentazione degli agenti, l’estensione a tutte le forze di polizia del bonus fiscale di 80 euro, ha previsto 5.500 assunzioni extra nella Polizia, nei Carabinieri, ha finanziato gli scatti contrattuali e gli straordinari.

Ma oggi dobbiamo constatare che a Belvedere la stazione dei carabinieri è sotto organico e le forze dell’ordine presenti sulla costa tirrenica non riescono ad assicurare un’adeguata copertura del territorio.

Oggi dobbiamo constatare che sono insufficienti sia gli interventi preventivi che quelli punitivi. Troppo spesso abbiamo assistito allo smantellamento dei presidi di giustizia senza che le amministrazioni locali si siano seriamente adoperate  in loro difesa. Caserme e stazioni di polizia con poco personale, mezzi di prevenzione inadeguati, tribunali dimezzati hanno indebolito i nostri Paesi rendendoli insicuri e sempre più abbandonati.

Troppi reati impuniti, troppi omicidi irrisolti, troppe famiglie in attesa di una giustizia che arriva sempre in ritardo. La Calabria e Belvedere M.mo aspettano risposte convincenti.

Questo Consiglio comunale è un atto dovuto. E’ una prima importante risposta ma non basta. Il rischio che resti un atto fine a se stesso è altissimo. Ci vuole altro. Ci vogliono interventi concreti. L’Amm. Com. deve potenziare l’organico della P.M., promuovere una fattiva collaborazione, per vigilare e presidiare il territorio, con l’Associazione dei Carabinieri in pensione; investire nella video sorveglianza delle aree periferiche.

Lo Stato deve legiferare laddove manca un dettato normativo, inasprire e certe le pene; insomma deve rendere più sicura la vita dei cittadini in modo da dar loro la certezza di avere lo Stato al proprio fianco, in modo da non avere timore a denunciare le violenze e l’illegalità. Uno Stato presente rende i suoi cittadini più forti e garantisce giustizia e osservanza delle regole.

Ma contro una società violenta l’impegno deve partire anche dal basso. Dalle scuole, nelle associazioni, nello sport, in tutti i centri di aggregazione sociale, nelle Parrocchie, nei Partiti.

Il nostro paese ha subito gravissimi danni con la morte della sig.ra Rodrigues. Danni di immagine, oggi Belvedere M.mo è conosciuto nel resto d’Italia non solo per il sole e per il mare ma anche e soprattutto per quello che è successo lo scorso sabato. Al resto d’Italia oggi Belvedere appare come un posto poco sicuro dove una donna viene uccisa senza pietà e lasciata bruciare in maniera vile e brutale.

Danni morali, perché una sua famiglia piange una madre, una donna di appena trent’anni.

Occorre che il nostro Comune dia ulteriori risposte promuovendo ogni iniziativa a tutela della legalità.

Occorre che prenda posizioni nette contro ogni forma di violenza e che faccia valere il proprio ruolo di parte lesa in quei reati che lo colpiscono nella propria sfera giuridica.

Oggi la celebrazione di un Consiglio Comunale straordinario, domani, e  ce lo auguriamo perché significherebbe che il colpevole dell’omicidio della povera Silvana sia stato individuato e assicurato alla giustizia, la costituzione di parte civile nel celebrando processo a carico dell’autore di questo atroce delitto.

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