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il disastro calabrese PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   
Mercoledì 23 Dicembre 2015 10:07

E’ con vivo piacere che ho ascoltato la relazione introduttiva di Francesca Ugolino al convegno del Circolo dei Partito Democratico della scorsa domenica.

Ho apprezzato soprattutto l’approccio alla problematica; la mancanza di luoghi comuni e di affermazioni di rutine. Francesca, nel solco dell’ottimismo renziano è partita nella sua analisi dai dati positivi che l’economia italiana ha registrato nell’anno che sta per terminare.

Il Prodotto interno lordo positivo dopo molti anni di recessione, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato, i consumi in lieve crescita.

Nell’ambito locale l’incomprensibile e ingiustificato ritardo dell’amministrazione comunale  nell’adozione del piano strutturale pronto oramai da più tempo.

Mi sarebbe piaciuto intervenire per completare l’analisi di Francesca introducendo elementi di ulteriore riflessione. Da meridionale e da calabrese non avrei potuto fare a meno di evidenziare che certamente i dati nazionali presentano una qualche positività ma se  scomposti per macro aree (Nord-Sud-Centro) evidenziano per il meridione e per la Calabria in particolare una situazione certamente meno rosea. Infatti dal rapporto Censis emerge che  il centro-nord registra un aumento della produzione in linea con gli indici europei mentre per il meridione gli indicatori sono tutti negativi e in particolare per la Calabria sono attestati a livelli di dramma collettivo.

Il Sindaco Enrico Granata e in altri interventi  hanno evidenziato l’assurda lentezza burocratica che contraddistingue la nostra regione soprattutto nel campo delle autorizzazioni e delle concessioni. A me sembra che il problema sia più di fondo; che la mancata ripresa, la stagnazione in cui versa l’economia calabrese viene da lontano e non riceve oggi l’attenzione che meriterebbe e comunque non può  essere attribuita alla farraginosa macchina burocratica calabrese che comunque andrebbe adeguata alle necessità di una società sempre più dinamica. Sono comunque convinto che anche se  la “triade” che regge l’Ufficio Tecnico di Belvedere o un qualche ufficio regionale preposto, fosse in grado di assentire lo stesso giorno dell’inoltro delle pratiche il problema, a mio avviso, si presenterebbe con la stessa drammaticità a Belvedere così come nella quasi totalità dei comuni della regione.

In Calabria manca un piano industriale, una ipotesi di sviluppo adeguato alle necessità; manca anche la consapevolezza della drammaticità del problema. Viabilità, difesa del suolo, tutela del mare, trattamento dei rifiuti sono le pre  condizioni per un qualsivoglia sviluppo e sono contestualmente i problemi che non si ha la capacità o la volontà di affrontare.  Si ritiene, sbagliando, che tutto possa essere risolto dai venti giorni di  presenze a cavallo tra luglio e agosto affidati alla spontaneità individuale.

Otello Profazio, un vecchio cantore calabrese tanti anni fa cantava “qui si campa d’aria”.

Sono passati decenni, alla prima repubblica è succeduta la seconda; al berlusconismo ha fatto seguito il “partito della nazione” ; alla “Leopolda” si discute e si propone ma purtroppo la Calabria non è nell’ agenda della politica nazionale. Non abbiamo neanche uno straccio di “5 Stelle” pronto a denunciare carenze, mali e malefatte e come il principe di Salina di gattopardesca memoria potremmo dire “era necessario che tutto cambiasse perché tutto rimanesse tale e quale”.

P.S. A proposito di Centro Storico mi è giunta voce che era stato finanziato il completamento della strada di via A.Pepe e che il finanziamento sembrerebbe dirottato ai “Monti”. Non so se quanto sentito dire corrisponda o meno a verità. Sarebbe il caso che il Sindaco chiarisse come stanno le cose.

Alle minoranze consiliari suggerirei  di  avere il coraggio di individuare un minimo comune sentire, elaborare una piattaforma comune e incalzare adeguatamente la maggioranza. Prima dei narcisismi individuali vi è il bene comune del paese. Buon Natale a tutti. Franco Perre - 23.12.2015

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