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Bilancio 2013, il resoconto di un fallimento PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Giovedì 19 Dicembre 2013 17:55

Il Bilancio di previsione 2013 è stato sottoposto all'approvazione del Consiglio comunale il 23 novembre 2013, al tempo in cui, di solito, si approva il consuntivo e si predispone il Bilancio dell'anno successivo.

Questa circostanza comporta, più che un confronto sulla programmazione, cioè sulle cose da fare, un confronto sulle scelte già compiute dall'Amministrazione Comunale, cioè su ciò che è stato fatto. E il nostro giudizio, su un certo modo di amministrare, non può che essere negativo, per motivi squisitamente politici, non disgiunti da considerazioni di ordine finanziario che sono conseguenziali alle scelte politiche.

Volendo, per comodità, distinguere l'Ordinaria amministrazione dall'Amministrazione straordinaria, diciamo che è mancata una visione strategica, è mancata la consapevolezza che Belvedere è parte di una società più ampia, globale, con cui condividere i problemi e le prospettive. Ora tutti convengono che un certo modo di produrre, un certo modo di consumare sono alla base della crisi che ci affligge, una crisi che non è congiunturale ma è di sistema. Una crisi procurata da un modello di sviluppo neoliberista che ha delegato alla “mano invisibile del mercato” il destino dell'umanità e delle generazioni future. Dopo 30 anni ingloriosi, in cui lo Stato ha abdicato al suo ruolo di decisore delle grandi scelte economiche, di redistributore della ricchezza, i nodi sono venuti al pettine:

-un ambiente devastato che fa impennare gli indici delle malattie tumorali(a tale proposito c'è da chiedersi che fine hanno fatto i rifiuti degli anni 2010-2011 che sono stati raccolti ma non sono giunti mai a destinazione)

-una disoccupazione di massa, giovanile in particolare, provocata dallo squilibrio tra offerta, sempre più diversificata, e domanda asfittica, a causa della compressione dei salari.

Ora tutti convengono che il ruolo dello Stato, nelle sue diverse articolazioni territoriali, deve essere ripristinato per incentivare la produzione di beni e servizi utili e migliorare la qualità dei consumi: “vivere a spreco zero”, per citare un'opera recente di Andrea Segrè.

Quale contributo ha dato l'Amministrazione comunale a questo sforzo che l'umanità si accinge a compiere per salvare se stessa e le altre specie viventi? Quale scelta è stata compiuta, per produrre beni e servizi utili, sprecando il meno possibile? E' stato consumato meno territorio, privilegiando il recupero dei fabbricati esistenti, soprattutto nel Centro Storico, piuttosto che costruirne dei nuovi? Cosa è stato fatto per pubblicizzare il bando regionale per la messa in sicurezza di edifici destinati ad abitazioni e ad attività produttive? L'unico incontro pubblico, affollatissimo,l'unico sportello informativo, sono stati organizzati dal PD.

Che fine ha fatto il Piano strutturale comunale che dovrebbe costituire lo strumento urbanistico per pianificare il territorio? L'Amministrazione comunale non è stata in grado di ridurre i consumi energetici, revisionando gli impianti di illuminazione, né ha investito sulle fonti di energia pulita (idroelettrica, eolica, fotovoltaica).

L'Amministrazione comunale non ha avuto cura delle cunette che, ostruite da fogliame e terriccio, non raccolgono le acque piovane che si riversano sulle strade pubbliche, costringendoci a interventi di ripristino della viabilità, quasi sempre tardivi e oltremodo costosi; né ha provveduto a lavori di rimboschimento per prevenire frane e smottamenti.

L'Amministrazione comunale non ha ridotto i consumi e la produzione di rifiuti né li ha differenziati e valorizzati.

L'Amministrazione comunale non ha promosso le produzioni agroalimentari del nostro territorio, favorendone il consumo nelle mense pubbliche e nella ristorazione, né ha valorizzato i beni archeologici presenti su tutto il territorio. E' stato fatto poco o niente. E' mancata in questi anni una visione strategica; ma è mancata, insieme al progetto, pure l'ordinaria amministrazione: in questi ultimi anni abbiamo visto peggiorare lo stato della viabilità, delle spiagge, del verde pubblico, dell'offerta culturale, dei servizi sociali. La giustificazione addotta dagli Amministratori è costituita dal taglio dei trasferimenti statali. E' vero, non si può negare; ma è vero solo in parte. Non è stato valorizzato il capitale umano, costituito da anziani, giovani e donne impegnati nel volontariato; sono loro che possono compensare le carenze pubbliche nei servizi sociali e culturali. Gli studenti dell'ITA non avrebbero potuto gestire, insieme ai loro insegnanti, il verde pubblico, il rimboschimento? Non è stata revisionata la spesa per ridurre e/o eliminare gli sprechi. Si spendono per utenze ENEL, telefoniche e spedizioni postali più di 100.000,00 euro, oltre 70.000,00 euro per fitti passivi, circa 80.000,00 euro per incarichi legali. Non è stata contrastata efficacemente l'elusione e l'evasione dei tributi comunali e l'Amministrazione ha rinunciato pure alle entrate derivanti dall'uso delle aree pubbliche. I costi dei servizi sono lievitati perché i nostri Amministratori hanno rinunciato alle gare pubbliche, usando lo strumento della proroga e delle ordinanze sindacali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per la refezione scolastica, per la lettura dei contatori, per la manutenzione degli impianti di sollevamento e della pubblica illuminazione. L'assenza di un progetto e l'incapacità di garantire l'ordinaria amministrazione, ci inducono ad esprimere un giudizio oltremodo negativo, non solo sul bilancio di previsione 2013 che l'Amministrazione ha sottoposto all'approvazione del Consiglio comunale, ma più complessivamente sul terzo mandato amministrativo del Sindaco Granata che volge ormai al termine. In questi ultimi cinque anni Belvedere Marittimo ha accentuato il proprio declino economico, sociale, culturale:

-un centro storico dimenticato e le ultime scelte della Giunta municipale (trasferimento della sede farmaceutica e della biblioteca) assumono il significato di una resa definitiva all'abbandono e alla desertificazione;

-beni paesaggistici (spiagge, colline, montagne), archeologici, architettonici e artistici trascurati o ignorati;

-un tessuto produttivo (artigianato e distribuzione) oramai ridotto a brandelli;

-una disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha raggiunto percentuali elevatissime e che approfondisce il solco tra pochissimi privilegiati e molti che vivono in condizioni di estrema precarietà. C'è oramai una diffusa percezione della necessità di una svolta radicale che occorre imprimere alla vita politica e amministrativa del nostro Paese. Se riusciremo a coinvolgere tutta la cittadinanza, avvalendoci delle competenze dei più giovani e dei più esperti, del volontariato laico e religioso, del mondo del lavoro, allora il cambiamento sarà possibile. Belvedere potrà assurgere a modello di sviluppo sostenibile per tutti i paesi della costa tirrenica:

-con un centro storico vissuto da residenti e animato da turisti e studenti;

-con beni archeologici, architettonici, artistici finalmente valorizzati; -con un territorio messo in sicurezza dai rischi idrogeologici e sismici;

-con beni paesaggistici fruibili tutto l'anno. Belvedere potrà essere un Comune capace di attirare investimenti, di ridurre gli sprechi energetici, di eliminare le spese inutili e clientelari, di diminuire il peso dei tributi che oggi grava solo sui contribuenti onesti.

Un Comune in grado di offrire opportunità di lavoro in agricoltura, nei servizi culturali, nella messa in sicurezza del territorio, nella raccolta e valorizzazione dei rifiuti. Un Comune in grado di attrarre flussi turistici alternativi alla balneazione (penso al turismo didattico, religioso, culturale, naturalistico). Un Comune in grado di assicurare una migliore qualità della vita a chi vi risiede e ha deciso di trascorrervi la propria vita. Riccardo Ugolino - 19.12.2013

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