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verso le elezioni amministrative PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   

Il segretario del locale circolo PD, Ugo Massimilla, insieme all’on. Ernesto Magorno, nel corso dell’Assemblea pubblica del 1° dicembre , alla quale ha partecipato anche il capogruppo PD al Consiglio regionale, l’on. Sandro Principe, hanno proposto la mia candidatura a sindaco per le prossime elezioni amministrative.

Chi mi conosce bene sa che, nella mia lunga militanza politica, ho sempre operato per unire il centrosinistra, anche rinunciando alle mie aspirazione, pure legittime.

Così è stato nel 2009, quando il centrosinistra, su mia proposta, candidò a sindaco Raffaela Sansoni; così è stato nel 2004, quando fu candidato Mauro D’Aprile.

Nel 1999 sono stato il più convinto sostenitore dell’avv. Carrozzino; e nel 1995 fui candidato a sindaco solo perché l’avv. Carrozzino fu sacrificato dal suo partito in favore di Enrico Granata.

Anche nei mesi scorsi non ho mai, non dico preteso, ma neppure avanzato la mia candidatura,impegnandomi insieme all’on. Magorno a individuare una candidatura la più aggregante possibile.

Al momento abbiamo riscontrato la pretesa di tutti i gruppi politici, che si dichiarano alternativi a Granata, di esprimere ciascuno il candidato a sindaco, condicio sine qua non intendono stipulare alleanze.

Questo è stato l’atteggiamento del laboratorio per la democrazia; questo è stato l’atteggiamento del gruppo che fa riferimento all’avv. Carrozzino; questo è la posizione del cons. prov. Raffo, il quale, peraltro, non ha inteso partecipare agli incontri da noi promossi.

Stando così le cose, se il Partito vorrà propormi quale candidato Sindaco di una lista civica, aperta al contributo di associazioni, gruppi politici e sociali a noi affini, io mi sobbarcherò l’onere; e non è retorico parlare di peso, attesa la difficoltà dell’impresa che ci attende.

L’impresa di sconfiggere il centrodestra è oggettivamente difficile; ma non è impossibile.

Innanzitutto perché possiamo contare sul sostegno di tutti i più autorevoli rappresentanti del Partito democratico: dall’europarlamentare Pittella, ai deputati Magorno, Bruno Bossio, ai consiglieri regionali Maiolo, Guccione, Principe, Adamo, al Vicepresidente dell’ANCI , avv.Perugini, al Presidente della Provincia, Mario Oliverio.

Poi perché il Partito ha dato prova, in questi anni,di essere l’unica forza pubblica in grado di interpretare i bisogni della cittadinanza; siamo rimasti oramai gli unici interlocutori di coloro che l’Amministrazione trascura o dimentica.

A noi si rivolgono i residenti di S. Ianni per impedire l’installazione di un ripetitore dal forte impatto ambientale; a noi si rivolgono i residenti di Trifari per riavere l’acqua di “Iacunianni” e quelli della Palazza,delle Fontanelle, dell’Olivella per la manutenzione delle strade rurali divenute impraticabili.

A noi si rivolgono i residenti di S. Elia per ottenere il servizio di trasporto pubblico e quelli di via della Repubblica, temendo l’esondazione del torrente Gafaro.

A noi si rivolgono i cittadini diversamente abili, per essere avviati al lavoro e per frequentare Centri di aggregazione.

A noi si sono rivolti tutti i cittadini per lamentare servizi insufficienti o perché tartassati dal fisco comunale.

Infine perché, pur stando all’opposizione in Consiglio comunale, abbiamo dimostrato di essere forza di governo; il PD e i suoi rappresentanti nelle Istituzioni non si sono limitati  alla critica, pure doverosa, né a proporre soluzioni, sempre praticabili.

Noi, con la nostra politica del fare, abbiamo dato prova non solo di sapere ascoltare, ma soprattutto di sapere risolvere i problemi, impegnandoci sulle problematiche sociali e del lavoro.

Non è impossibile sconfiggere il centrodestra.C’è un vasto movimento nell’opinione pubblica, trasversale ai partiti e alle tradizionali culture e sensibilità politiche, che chiede di voltare pagina, di porre fine al ventennio dominato dal neoliberismo di Berlusconi e dal Granatismo ( è un neologismo di mia invenzione).

E’ un’opinione pubblica, che noi possiamo intercettare, consapevole che è mancata, in questa fase storica, una visione strategica, una politica che condividesse i problemi e le prospettive di una società globale.

Tutti convengono che un certo modo di produrre, un certo modo di consumare sono alla base della crisi che ci affligge, una crisi che non è congiunturale ma è di sistema; una crisi profonda, provocata da un modello di sviluppo neoliberista che ha delegato al mercato il destino degli uomini e del pianeta.

Dopo “30 anni ingloriosi”, in cui lo Stato ha abdicato al suo ruolo di decisore delle grandi scelte economiche, di redistributore della ricchezza, i nodi sono venuti al pettine:

- un ambiente devastato che fa impennare gli indici delle malattie tumorali;

- una disoccupazione di massa, giovanile in particolare, provocata dallo squilibrio tra offerta, sempre più massiccia, e domanda asfittica per la compressione dei salari.

Ora tutti convengono che il ruolo dello Stato, nelle sue diverse articolazioni territoriali, deve essere ripristinato per incentivare la produzione di beni e servizi utili e migliorare la qualità dei consumi: “vivere a spreco zero”, per citare un’opera recente di Andrea Segrè.

L’opinione pubblica si chiede, sempre più spesso e sempre più numerosa:

- quale contributo è stato fornito dai nostri Amministratori allo sforzo che gli uomini più illuminati hanno intrapreso per garantire un futuro alle giovani generazioni e al pianeta,

- quali scelte sono state compiute per produrre beni o servizi utili sprecando il meno possibile,

- se è stato fermato il consumo di territorio, privilegiando il recupero dei fabbricati esistenti, soprattutto nel centro storico,

- che fine ha fatto il Piano strutturale comunale, lo strumento urbanistico di pianificazione del territorio.

L’opinione pubblica si chiede ancora:

- abbiamo ridotto i consumi energetici, revisionando gli impianti di illuminazione?

- abbiamo privilegiato le fonti di energia pulita (idroelettrica, eolica, fotovoltaica)?

- abbiamo avuto cura delle cunette che, ostruite da fogliame e terriccio, non raccolgono le acque piovane che si riversano sulle strade pubbliche costringendoci a interventi di ripristino della viabilità, quasi sempre tardivi e oltremodo costosi?

- abbiamo provveduto a lavori di rimboschimento per prevenire frane e smottamenti?

- abbiamo ridotto i consumi e la produzione di rifiuti e li abbiamo differenziati e valorizzati?

- abbiamo promosso le produzioni agroalimentari del nostro territorio, favorendone il consumo nelle mense pubbliche e nella ristorazione?

- Abbiamo valorizzato i beni archeologici presenti su tutto il territorio?

Abbiamo fatto poco o niente.

E’ mancata in questi anni una visione strategica; ma è mancata, insieme al progetto, pure l’ordinaria amministrazione: in questi ultimi anni abbiamo visto peggiorare lo stato della nostra viabilità, delle nostre spiagge, della nostra offerta culturale, dei nostri servizi sociali.

La giustificazione addotta dagli Amministratori è costituita dal taglio dei trasferimenti statali.E’ vero, non si può negare; ma è vero solo in parte.

Non è stato valorizzato il capitale umano, costituito da anziani, giovani e donne impegnati nel volontariato; sono loro che possono compensare le carenze pubbliche nei servizi sociali e culturali.

Gli studenti dell’ITA non avrebbero potuto gestire, insieme ai loro insegnanti, il verde pubblico, il rimboschimento?

Non è stata revisionata la spesa per ridurre e/o eliminare gli sprechi; si spendono per utenze ENEL, telefoniche e spedizioni postali più di 100.000 euro; si spendono più di 70.000 euro per fitti passivi; si spendono circa 80.000 euro per incarichi legali.

Non è stata contrastata  efficacemente l’evasione dei tributi comunali e l’Amministrazione ha rinunciato pure alle entrate derivanti dall’uso delle aree pubbliche.

I costi dei servizi sono lievitati perché i nostri Amministratori hanno rinunciato alle gare pubbliche, usando lo strumento della proroga e delle ordinanze sindacali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per la refezione scolastica, per la lettura dei contatori, per la manutenzione degli impianti di sollevamento e della pubblica illuminazione.

E’ difficile sconfiggere il centrodestra a Belvedere, sempre che non si divida; ma l’impresa non è impossibile.

Se riusciremo a coinvolgere tutto il Partito, avvalendoci delle competenze dei più giovani e dei più esperti, insieme alle Associazioni laiche e religiose, insieme ai lavoratori e all’imprenditoria che già guarda a noi con rispetto e attenzione, allora il cambiamento sarà possibile.

E Belvedere potrà assurgere a modello di sviluppo sostenibile per tutti i paese della costa tirrenica:

- con centro storico vissuto da residenti e animato da turisti e studenti;

- con beni archeologici, architettonici, artistici finalmente valorizzati;

- con un territorio messo in sicurezza dai rischi idrogeologici e sismici;

- con beni paesaggistici ( spiagge, colline, montagne) fruibili tutto l’anno.

Un Comune in grado di attirare investimenti, di ridurre gli sprechi energetici, di eliminare le spese inutili e clientelari, di diminuire il peso dei tributi che oggi grava solo sui contribuenti onesti.

Un Comune in grado di offrire opportunità di lavoro in agricoltura, nei servizi culturali, nella messa in sicurezza del territorio, nella raccolta e valorizzazione dei rifiuti.

Un Comune in grado di attrarre flussi turistici alternativi alla balneazione ( penso al turismo didattico, religioso, culturale, naturalistico).

Un Comune in grado di assicurare una migliore qualità della vita a chi risiede e ha deciso di trascorrervi la propria vita. Riccardo Ugolino - 11.12.2013

 

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