sulla Parrocchia |
Scritto da olga de luca | |||
La conoscenza, seppur minima, della mia Parrocchia che frequento assiduamente in quanto “alunna” di Cristo e non certamente per un semplice e momentaneo capriccio, mi ha suggerito, chissà poi perché, una poesia del grande K. Gibran che recita così: Credere è una bella cosa,
ma mettere in atto le cose
in cui si crede è una prova
di forza.
…
Sono molti coloro che
levano il capo al di sopra
delle cime delle montagne,
ma il loro spirito rimane
addormentato nell’oscurità
delle caverne.
È vero che quando si cerca di tratteggiare un ideale non si ha bisogno di porre limiti all’immaginazione, ma, di tanto in tanto, bisogna liberare la propria mente e domandarsi cosa significa essere cristiani e cosa implica.
Viviamo nell’epoca del pensiero debole, ma nella vita sociale di un paese gli atteggiamenti settari sono sempre nefasti. Separano, dividono, allontanano. Il cristiano deve essere coraggioso e davanti a problemi o a crisi deve andare avanti con coraggio.
A Dio interessa solo che siamo suoi amici! Il grande miracolo di oggi è vivere una comunità nella fraternità se solo provassimo a vedere la bellezza di una parrocchia nella quale è un gusto servire gli altri sullo stile di Cristo. Ma, che fatica essere cristiani! Se solo riuscissimo a capire che viviamo insieme con gli altri e che non siamo solo noi il mondo, allora potremmo iniziare a parlare con il termine noi e non solo pensando all’io.
Non apriamo e non andiamo sulle strade delle divisioni, delle lotte tra noi, ma camminiamo tutti uniti con le nostre differenze perché l’unità è superiore ai conflitti, è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della separazione, degli egoismi, delle chiacchiere.
Le chiacchiere … sono distruttive non solo per la Chiesa, ma anche per l’intera società. È lo stesso spirito che ha animato nostro fratello Caino: uccidere mio fratello con la lingua e con maniere soft. Così diventiamo cristiani educati, ma sicuramente cattivi!
I corrotti sono sempre esistiti e rappresentano un pericolo nelle nostre realtà. Come Giuda, d’altronde, fratello peccatore, egoista ed avaro! Ma, i corrotti diventano, nel tempo, adoratori di se stessi e quanto male fanno nelle nostre comunità!
L’ipocrisia è il linguaggio proprio della corruzione e chi si reputa cristiano non dovrebbe usare un linguaggio incline all’ipocrisia, ma, piuttosto, farsi portatore della Verità del Vangelo.
È ora di smettere di metterci delle maschere addosso, per diventare sempre più noi stessi. Giovani e adulti rischiamo di avere delle maschere a seconda degli ambienti dove viviamo, ma questo non ci aiuta a crescere né ad essere liberi! Libertà è accoglienza, solidarietà, cogliere l’Amore che Dio ha per noi. È sulla croce che Gesù propone non solo un cammino di vera libertà, ma smaschera ogni logica di potere. E, le fratture nelle comunità cristiane sono legate, in molti casi, non tanto alle idee o alle esperienze diverse, ma a logiche di potere.
Siamo immersi nella storia. Viviamo in una determinata epoca e in un determinato luogo, sappiamo che ogni generazione ha bisogno di quella precedente, e noi cristiani adulti abbiamo il dovere di essere educatori ed educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere, uno stile di vita. Per farlo bisogna stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della crescita spirituale, stando al loro fianco. Insegnare loro a vedere la bellezza e la bontà del Signore e soprattutto testimoniare con la propria vita quello che comunichiamo.
Perdonatemi, se non sono riuscita a restare indifferente dinanzi alla disgregazione che la nostra Parrocchia sta vivendo e non abbiamo diritto di restare indifferenti o di guardare dall’altra parte, mentre la vanità incostante e mediocre costruisce muri!
La vita cristiana vissuta in pienezza non è un possesso geloso delle cose, ma è vivere nella fede un’esistenza nel dono e nella condivisione. Coloro i quali in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli oppure offrono la possibilità di far fare chiacchiere prima o poi distruggono la comunità stessa, perché è satana che semina.
E la Parola muore!
Gesù non ha mai fatto proselitismo, ma ci accompagna sul cammino della vita in punta di piedi. E questo suo accompagnarci ci rende fratelli e figli.
Dove c’è il Signore non c’è invidia, non c’è odio non ci sono gelosie e liti. C’è fratellanza! Olga De Luca - 03.11.2013
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