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soddisfazione del Wwf per la bocciatura del porto di Scalea PDF Stampa E-mail
Scritto da wwf calabria   

La lunga e difficile battaglia per la tutela delle coste calabresi che, nonostante gli scempi del recente passato, continuano a subire la minaccia di  scriteriati progetti di ulteriore cementificazione, ha registrato nei giorni scorsi una significativa vittoria del fronte ambientalista;

 

un successo reso possibile anche grazie all’impegno e all’unione di due sodalizi storici del movimento conservazioni sta: il WWF  e Italia Nostra. Con sentenza n. 837/2013 del 25 luglio scorso, il TAR di Catanzaro ha infatti accolto il ricorso contro il porto di Scalea presentato dall’associazione Italia Nostra, rappresentata e difesa dall’Avv. Marcello Nardi, nel cui giudizio è intervenuto in sostegno anche il WWF, rappresentato dall’Avv. Fabio Spinelli.

Dopo un primo ricorso al TAR  presentato dal WWF contro il comune di Scalea che aveva negato l’accesso agli atti, varie sono risultate  le illegittimità emerse negli atti del procedimento ed evidenziate dai due legali alla magistratura amministrativa, a cominciare da una procedura autorizzativa che è risultata in aperto contrasto con le norme relative alla procedura di Valutazione d’Impatto ambientale dell’opera, nonché con quelle relative alla Conferenza di  Servizi. Il progetto del porto era  approdato alla Regione Calabria per la valutazione d’impatto ambientale in assenza degli elementi indispensabili ai fini di una adeguata istruttoria. Da qui è stato licenziato con provvedimento positivo di compatibilità ambientale. In effetti, la valutazione è stata effettuata sull’originario progetto del porto a moli convergenti con 320 posti barca e non sul progetto modificato a bacino con diga foranea e con 510 posti barca. Il Tar ha potuto accertare che gli studi effettuati, portati dinanzi al Nucleo di Valutazione d’Impatto Ambientale della Regione Calabria, hanno riguardato il progetto di un porto del tutto diverso  rispetto a  quello delineato nel progetto definitivo. Addirittura risulta  che sia lo studio meteomarino, che quello dell’impatto delle opere portuali sulla dinamica costiera nonché quello dell’inserimento ambientale paesaggistico, non sono stati elaborati rispetto al porto di cui al progetto definitivo e che non è stato approntato alcun modello fisico, né in relazione al porto di cui al primo progetto, né in relazione al porto di cui al progetto definitivo.

Il WWF, inoltre,  ha portato all’attenzione dei giudici amministrativi altre criticità riguardanti il progetto del porto che sono state completamente ignorate sia nello studio d'impatto ambientale e sia dall'organo tecnico della regione Calabria qual e' il Nucleo di Valutazione d'Impatto Ambientale, in particolare per quanto riguarda i problemi dell'erosione costiera e per la mancata valutazione degli effetti dell'opera sul Sito di Interesse Comunitario (SIC) dei Fondali dell’Isola di Dino, Capo Scalea, caratterizzato dalla presenza dell’ importantissima Posidonia oceanica.

I giudici amministrativi hanno confermato quanto rilevato dalle associazioni ambientaliste e cioè che il progetto su cui si è espresso il Nucleo Via non contempla la deviazione del canale Sallegrino (o Sellerino), pure imposta dall’Autorità di bacino della Regione Calabria. Il relativo parere è stato reso, quindi, in relazione a un progetto diverso   rispetto   a   quello   da   realizzare,   che   non   prevede   un’opera importante sotto il profilo ambientale, quale la deviazione di un canale.

Inoltre, il TAR ha accertato che l’Agenzia del Demanio non è stata posta in condizione di esplicare un’effettiva partecipazione al procedimento amministrativo.

Insomma, la battaglia è stata ardua, affrontata a suon di Codice e di giurisprudenza, ma alla fine le ragioni della difesa dell’ambiente hanno avuto la meglio, portando a casa un risultato che fa onore e assicura ad un tratto di costa e alle sue bellezze naturali una boccata di ossigeno. Wwf Calabria - 29.07.2013

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