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la digitalizzazione della scuola è un pezzo di modernizzazione necessario? PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe d'aprile   

La scuola italiana sta vivendo una delle novità previste dalle misure orientate al digitale dell'esecutivo uscente. Nello specifico, è il decreto Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, la cosiddetta spending review, a imporre la digitalizzazione di iscrizioni, pagelle e registri a partire dall'anno scolastico 2013/2014.

Il decreto precisa che le “iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado” avverranno “esclusivamente in modalità on line“, attraverso un’apposita applicazione che il Ministero ha messo a disposizione delle scuole e delle famiglie.

Le  scuole redigeranno inoltre “la pagella degli alunni in formato elettronico”: avrà la stessa validità legale dell’attuale documento cartaceo ed i genitori che volessero una copia cartacea del documento, dovranno presentare una specifica domanda all’Istituto.

La rivoluzione digitale non si ferma ai rapporti con le famiglie, ma si affaccia anche all’interno delle istituzione scolastiche. Nello specifico, eliminando i vecchi registri cartacei. Le scuole e i docenti adotteranno esclusivamente i registri on line.

La dematerializzazione di funzioni amministrative e comunicative dovrà avvenire, però, con le risorse già esistenti. Le scuole dovranno adeguarsi alle nuove norme  ”con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica“.

Tutte le classi delle scuole medie inferiori e superiori avranno in dotazione un computer.

Questo perché, secondo il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, il rinnovamento del Paese deve partire dall’innovazione nelle aule. "Il piano di digitalizzazione delle scuole promosse dal Ministero dell’Istruzione può garantire un risparmio di circa trenta milioni di euro", ha spiegato Profumo nel corso di una conferenza stampa in cui ha presentato alcune iniziative già avviate sul territorio che il Ministero intende promuovere e mettere a sistema, per favorire l’innovazione tecnologica.

Per la digitalizzazione il Ministero mette in campo delle risorse sicure: 24 milioni di euro serviranno ad assegnare i computer che arriveranno nelle prossime settimane. Nello specifico 8.647 milioni serviranno per la fornitura di un computer alle 34.558 classi delle scuole medie di primo grado e ed ulteriori 15.650 milioni serviranno per le 62.600 classi delle scuole superiori. Il finanziamento per assegnare un tablet al 64,5% delle scuole delle quattro regioni della Convergenza (2.128 scuole) è di 31,8 milioni. Nello specifico 712 scuole in Campania (59,9%), 599 in Puglia (85,3%), 233 in Calabria (57,2%) e 584 in Sicilia (58,3%) (fonte il Giornale).

"In un momento di difficoltà come quello attuale - ha affermato Profumo - ogni euro investito deve tornare alla comunità vasta. Da quest’anno saranno digitalizzati i sistemi di gestione della scuola, le comunicazioni scuola-famiglia che erano passate attraverso la carta".

Il governo Monti ha mirato sicuramente a liberare aule e segreterie scolastiche da faldoni e fotocopie e ha puntato a ridurre, fino a eliminarle del tutto, le spese sostenute dalle scuole per l’acquisto di documenti cartacei per la gestione amministrativa e didattica. Un proposito che, di fatto, risponde alle esigenze della spending review, ma anche a una modernizzazione del sistema Italia.

I genitori degli studenti di elementari, medie e superiori fanno riferimento a partire dal 21 gennaio al portale iscrizioni di www.istruzione.it. Per compilare la modulistica c'è tempo fino al 28 febbraio, saranno poi le scuole a rispondere alle domande e a contattare le famiglie. L'intero processo va eseguito online e chi non è in grado di eseguirlo autonomamente potrà trovare supporto negli Istituti stessi: " La procedura online è corredata da spiegazioni contestuali e guida rapide e, se ciò non bastasse, il personale scolastico, come sempre vicino alle famiglie, rimane a vostra disposizione per ogni chiarimento e aiuto", spiega il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. In Rete, altra iniziativa di Profumo, è inoltre già possibile sfogliare un database delle scuole italiane.

Stando alla proposta, il 2013 dovrebbe iniziare con l’abbandono della carta in classe e nelle segreterie: iscrizioni solo online e registri esclusivamente digitali a garanzia di un abbattimento dei costi e di una maggiore sostenibilità per l’ambiente. “Non solo ci sarà un risparmio di 30 milioni di euro, ma anche un risparmio del sistema: le persone non dovranno più muoversi e le città saranno meno inquinate”, ha precisato Profumo.

Il tutto per garantire una scuola più efficiente e capace di dialogare con gli studenti attraverso quegli strumenti che per loro sono il pane quotidiano.

Ma anche su questo fronte le polemiche non mancano. Basti pensare a sicurezza e infrastrutture: scarseggiano palestre, laboratori, mense e biblioteche, la maggior parte delle scuole della penisola non è in regola con le certificazioni di sicurezza e gli interventi di manutenzione, richiesti perché urgenti in numerosi istituti, sono pochissimi. Altrettanto critica è la situazione dei lavori per abbattere le barriere architettoniche e rendere la scuola accessibile a tutti.

Non possiamo non chiederci, a fronte dei costi da sostenere, quali siano i vantaggi e i reali benefici di una digitalizzazione della scuola. L’alfabetizzazione informatica e l’introduzione della cultura digitale nella scuola sono un passo decisivo e non più rinviabile.

Prima ancora di schierarsi con i critici o di lasciarsi sedurre dalla retorica della scuola multimediale, crediamo allora bisognerebbe riflettere seriamente sugli obiettivi e sulla sostenibilità, anche economica, di un’evoluzione digitale della scuola e chiedersi in che modo e in che misura questa possa garantire: pari opportunità e meno discriminazioni, inclusione e non esclusioni, una didattica improntata alla multiculturalità, al dialogo e alla pluralità, in una parola integrazione.

I progetti del Ministero per le iscrizioni on line, i registri di formato elettronico, la rilevazione automatica delle presenze sono già realtà in alcune scuole del Paese. In alcuni casi, grazie soprattutto all’inizitiva o al sostegno degli enti locali, hanno sperimentato processi di gestione innovativi.

Proprio il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha illustrato la riorganizzazione del comparto fonia delle scuole con il collegamento in banda larga e la tecnologia Voip, che "consentirà un risparmio di oltre 100mila euro l’anno".

Costi pubblici abbattuti anche grazie al nuovo bando per il riscaldamento e ai tetti fotovoltaici installati su 185 edifici scolastici.

La sperimentazione avviata a Firenze, invece, riguarda le iscrizioni integrate on line e le nuove App a disposizione delle famiglie. Registri elettronici anche all’Itis Majorana di Brindisi dove vengono gestiti elettronicamente gli aspetti più importanti della pratica didattica quotidiana e la comunicazione scuola-famiglia.

Scrutinio collegiale telematico all’Iiss Des Ambrois di Oulx di Torino, mentre a Mantova è operativo il meccanismo di rilevazione automatica delle presenze ed è informatizzato il servizio di ristorazione di 25 scuole. In Calabria, infine  l’impegno della Regione è di dotare entro l’anno tutti i docenti di un tablet o di un pc. (fonte il Giornale).

I processi di innovazione digitale vanno sostenuti: si tratta di una  modernizzazione che va  realizzata evitando l’eccessiva burocrazia che rischia di rallentare un sistema diversamente efficiente e supportata, a partire dal diretto coinvolgimento degli insegnanti e di tutto il personale della scuola.

La sburocratizzazione del nostro sistema istruzione è sicuramente un obiettivo necessario da perseguire velocemente nei prossimi anni affiancato, però, anche dalla valorizzazione professionale del personale.

Potrebbe essere un buon suggerimento per le forze politiche, che si stanno organizzando per la prossima tornata elettorale, continuare in tale direzione mettendo con chiarezza tra le priorità programmatiche lo spostamento di risorse pubbliche da settori improduttivi e di spreco, a favore dell’istruzione, per ridurre il gap che ci separa dall’Europa. Giusppe D'Aprile - 05.02.2013

 

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