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alluvioni in Calabria. Appunti per Scopelliti e la Giunta Regionale calabrese PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Dopo l'incidente alle Cinque Terre. Al via Coop Anti Incuria: Lavori Obbligatori nei Terreni. Liguria, soldi ai ragazzi per fare i contadini (Marco Imarisio 26 settembre 2012) .Il governatore Burlando: così più facile fermare frane e crolli

La proprietà privata ha smesso da molto tempo di essere un furto, ma deve avere qualche limite. Claudio Burlando non è improvvisamente impazzito, tanto meno sogna un ritorno all'utopia di Proudhon o ai fondamentalimarxisti.
Il governatore della Liguria è solo molto preoccupato per l'arrivo di questo autunno, e di quelli che verranno. Il 4 ottobre 2010 un'alluvione fece straripare quattro torrenti che mandarono sott'acqua Sestri Ponente. Nel 2011 sappiamo come è andata. Diciotto vittime in provincia di La Spezia, due delle Cinque Terre sommerse da fango e detriti, con l'appendice terribile dei sei morti di Genova, travolti dal rio Fereggiano, annegati in uno scantinato. Quest'anno la più delicata delle stagioni si è aperta con la frana sulla Via dell'Amore, e poco importa che quel territorio rientri nella giurisdizione del Parco delle Cinque Terre.
Il segnale è chiaro. La soluzione passa attraverso una legge destinata a far discutere e gli incentivi economici ai figli per tornare a lavorare le terre dei padri. Con ordine: «Anche quest'ultima vicenda - dice Burlando -, per fortuna una tragedia sfiorata, nasce dall'abbandono del territorio. Fasce terrazzate e boschi lasciati a se stessi. Ogni volta che si va a cercare le cause dei disastri si scopre lo stesso problema: non c'è più gente che lavora la terra, che va in malora. Le conseguenze, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti».

Se l'Italia ha il poco ambito primato del Paese con il maggior dissesto idrogeologico d'Europa, la Liguria è ben alta nella classifica nazionale. La commissione d'inchiesta sull'ultima alluvione ha scoperto una quantità incredibile di abusi edilizi, dighe e ponticelli fuori norma, frane mai messe in sicurezza, boschi e campi in stato di totale abbandono, tutti in terreni privati. La Regione ha preparato una legge che verrà votata entro ottobre, dai contenuti abbastanza delicati, al punto da far sorgere timori su un possibile rigetto da parte del governo.
In sintesi: verranno create alcune cooperative che si occuperanno di mettere in sicurezza boschi e terrazze lasciate al loro destino. «L'incuria provoca un danno. Se il proprietario esegue quel che gli viene chiesto di fare, amen. Altrimenti interveniamo noi. Non è certo un esproprio, e neppure una misura punitiva, ma un semplice intervento su terreni non coltivati, magari non per colpa del proprietario, che restano nella nostra disponibilità fino a quando non vengono messi in sicurezza». La parte forse più scabrosa è il recupero dei costi. Le cooperative verranno ripagate con il frutto del loro lavoro, proveniente dal terreno in questione. La legna dei boschi, le biomasse provenienti dalle colture private riavviate con l'intervento pubblico. «Si tratta di un intervento in casa d'altri, che può anche essere letto come una limitazione alla proprietà privata. Ma qualcuno se ne dovrà pur occupare».

Nel dopoguerra la Liguria aveva 150.000 persone che lavoravano la terra. Oggi sono meno di 14.000. A presidiare sono rimasti gli anziani. Gli altri sono andati a vivere in città. Il territorio però è rimasto lo stesso, non ha cambiato la sua complessa fisionomia. «Se non le tieni su, le terrazze vengono giù». Il sillogismo di Burlando non fa una piega. Nell'ultima settimana il governatore della Liguria ha trascorso molto tempo a Roma, lavorando con Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale. L'obiettivo comune è la creazione di un fondo Fas (le ultime due lettere stanno per aree sottoutilizzate) dal quale attingere incentivi economici per il ripopolamento delle zone interne. «Vorremmo convincere i figli a riprendere il lavoro che i loro padri non possono più fare». Soldi in cambio di un ritorno alla natura.

Non è un baratto che va in direzione ostinata e contraria, tutt'altro. Gli ultimi dati sull'occupazione in Liguria mostrano un calo nell'industria e nei servizi, dovuto alla crisi. L'unico dato positivo riguarda l'agricoltura. Una necessità, più che una tendenza sociale. «Comunque da incentivare: dobbiamo assolutamente ritrovare una presenza diffusa sul territorio» dice Burlando. Non è certo la soluzione definitiva per evitare le tragedie, ma aiuta. (fonte Marco Imarisio corriere.it)

 

 

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