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a proposito del toto sindaco PDF Stampa E-mail
Scritto da segretario pd circolo di belvedere m.mo   

Avrei volentieri fatto a meno di partecipare alla lotteria del candidato sindaco che, in attesa della primavera che tarda, sta appassionando il dibattito politico belvederese.

L’invito diretto di Salvatore Fabiano in qualche modo “mi costringe” a dire la mia opinione. Trascurerò per economia di spazio di dare il mio giudizio sulla ricostruzione storia in parte vera in parte lacunosa per affrontare il vero problema: il futuro a Belvedere Marittimo. In una mia intervista a “Laltrasinistra” esprimevo una mia convinzione. -La classe politica che oggi governa Belvedere ha fatto il suo tempo e non è più proponibile. -Il futuro di Belvedere è strettamente legato al futuro del Partito Democratico. Sono sempre più convinto delle due affermazioni e ne aggiungo una terza. Non digerisco coloro che temporeggiano, che aspettano da quale parte soffia il vento, pronti a salire sul carro più robusto.

La profonda crisi in cui versa il comune è la prova che l’attuale classe politica è giunta al capolinea. Non si tratta di dati anagrafici ma di approccio alla politica: la gestione legata al quotidiana risoluzione del piccolo o grande problema personale di questo o quell’altro elettore al fine di prenotarne il consenso; un’attenzione particolare agli interessi di famiglia; la spesa pubblica non ancorata alla programmazione ma alla polverizzazione delle risorse; il rinvio come migliore soluzione dei problemi apparentemente impopolari.

Non mi sembra inoltre che il centro destra sia capace di rigenerare se stesso: è troppo impegnato nella conservazione anche perché i giovani rampolli sono convinti di essere il nuovo senza rendersi conto che sono politicamente dei “morti che camminano”.

Il Partito Democratico ha il diritto/dovere di proporsi come alternativa ma per essere tale dovrà essere innanzitutto credibile. Sinceramente pensavo che con le elezioni amministrative ultime fosse finita la stagione di tutti contro tutti. Purtroppo registro che ancora non è così e il mio impegno è diretto principalmente al superamento di una stagione politica che ha visto tutti perdenti. Quando finirà ? Finirà allorquando saremo in grado di sostituire i risentimenti e le censure incrociate sulle persone in un sano dibattito sulle linee politiche da percorrere.

Mi rendo conto che il compito è arduo ma personalmente non vedo altra via di uscita. Trovo del tutto fuori posto l’elogio a Casini e alle sue “scelte”. La politica di Casini viene da lontano; viene dalla politica dei due forni di Craxiana memoria. Mi pongo a centro dell’universo politico e sono pronto: chi si allea con me vince e pertanto il mio peso politico deve essere molto maggiore di quello espresso dagli elettori. Casini ha abbandonato il centro/destra, non diversamente da Fini in epoca più tarda, quando si è reso conto che nel pagliaio il fieno per lui era finito.

Dopo una stagione in cui sembrava che l’alleanza con il Partito Democratico era all’ordine del giorno dell’agenda politica ecco che Berlusconi esce di scena per fare posto a Monti che per fatti oggettivi in prospettiva non potrà essere il nuovo leader del centro destra. Allora nuova attenzione verso il centro destra ma sempre pronto a dialogare con il P.D. se questo partito avrà la “forza” di tagliare con lo “estremismo” di Vendola e compagni.

Tutto ciò non mi affascina nella politica nazionale e non mi affascina a Belvedere così come non mi affascina la battaglia degli ex. Odio ogni forma di pregiudiziale e gli ostracismi e pertanto non accetterei mai la pregiudiziale della provenienza. Ritengo però che il discrimine oggi non sia quello. Per quel che mi riguarda ho altri parametri di valutazione. Il mio personale consenso non potrà mai andare: -A chi ha in mente di proporsi ma evita di prendere posizione, di formulare giudizi sull’attuale amministrazione.

In parole povere chi pensa di candidarsi a Sindaco ma ancora non sa con chi. -A chi si richiama al Partito Democratico ma ritiene di starne fuori al fine di poter decidere in piena autonomia. Riccardo Ugolino, nel suo intervento, indica un metodo di scelta che personalmente mi convince ma su cui il partito nella sua interezza non si è pronunziato e quindi allo stato attuale resta una proposta seria ma una proposta.

Nel mio intervento all’assemblea e successivamente su Laltrasinistra ho parlato di primarie ma ponendo una esigenza: che sia una fatto di democrazia reale e non una buffonata da baraccone come in alcune circostanze passate. Le mie preferenze vanno verso la condivisione e non la personalizzazione, la coerenza e non l’opportunismo. E poi, chiedo scusa se mi ripeto, lasciamo da parte le personalizzazioni. Il segretario del  circolo di Belvedere M.mo del Partito Democratico - 24.02.2012

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