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l’editto “bulgaro-valdostano” del vicesindaco D’Aprile PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

Dal tono della risposta comprendo che anche il caro vicesindaco Mario D’Aprile vorrebbe una stampa addolcita e prona al volere del politicante di turno. Attività censoria degna da Min.Cul.Pop.

Seguendo il solco del “berlusconismo” di cui è un valido rappresentante, anche il vicesindaco di Belvedere vorrebbe togliere di mezzo i giornalisti scomodi. Il caro e simpatico vicesindaco D’Aprile prende in prestito le parole usate da Berlusconi quando con “l’editto bulgaro” aveva chiesto a tre autorevoli giornalisti di “togliere il disturbo”. È patetico pensare che al giorno d’oggi ancora si cerchi di nascondere l’informazione non conforme al potere, di imbavagliare il cronista, di zittire la libertà di stampa. Commovente tentativo: ma ti rammento che tu non sei Berlusconi come io non sono Biagi. La richiesta poi di un “esame di coscienza” che dovrei fare è altrettanto lacrimevole: non ne vedo il motivo non avendo nulla da rimproverarmi.

Ma torniamo alla fiera di Sant’Orso. Dici che è “pettegolezzo” ?? Io invece dico che è buon senso ! Le domande che ho posto hanno riguardato soprattutto la promozione del territorio che tu, in qualità di vicesindaco, avresti dovuto fare. Non mi interessa a quale associazione è andato il contributo o il ruolo della Provincia. Ti chiedo: la delegazione di amministratori che si è recata in Val D’Aosta quale ruolo ha svolto? Quali benefici, ipotizziamo, porterà al territorio?

Mi sembrano domande legittime …. o devo considerare il viaggio come una “settimana bianca”? E non mi raccontare frottole sulla registrazione dell’intervista andata sui circuiti locali e nazionali. Abbiamo avuto modo di ascoltare solo l’intervento del sindaco di Diamante mentre del tuo non ce n’è traccia. Sarò felicissimo di ricredermi quando avrò modo di vederli sui circuiti locali e nazionali. Non te la devi prendere se poi chiedo le vostre dimissioni, o il ritiro delle deleghe, se a conti fatti, al vostro impegno non corrisponde un equivalente ritorno, non dico economico per la comunità, ma almeno di immagine.

La verità è che non sei, non siete in grado di darmi una risposta. A parte le giustificazioni d’ufficio vi duole dover ammettere di essere alla deriva. Vi siete impantanati nella (dis)ordinaria amministrazione di un Comune i cui abitanti adesso vi chiedono il conto. Il “tirare a campare”, quando si è al giro di boa, porterà certamente un danno considerevole a questa comunità.

E non lo dico soltanto io. Lo dicono gli stessi componenti della tua amministrazione: dal presidente del consiglio, di cui sto apprezzando l’onestà intellettuale, agli altri componenti della maggioranza. Non sono io che parlo di “incapacità gestionale”. Non sono io che parlo di “statico immobilismo”, di “indirizzi programmatici disattesi” o di “sforamento del patto di stabilità “. L’appello lanciato di aprire “un’attenta analisi e una seria riflessione politica” va preso nella dovuta considerazione.

Ho chiesto al sindaco di assumersi le sue responsabilità e di riaprire il confronto con l’intera comunità. Voglio una risposta sulla Bit di Milano, sulla programmazione estiva, sui reperti archeologici. Il nostro caro vicesindaco dimentica di essere stato votato: per cui è sottoposto al giudizio (ribadisco giudizio) dell’elettore. Ed io, mio caro Mario, oltre che giornalista sono anche un elettore di questo comune. Per cui critico e giudico il tuo, come il vostro, operato, quando e come mi pare. Alla stessa stregua di come il lettore critica e giudica il mio di operato.

Penso che ci sia ancora spazio per la libertà di stampa e di parola e tu, caro vicesindaco, non puoi farci assolutamente nulla... Antonello Troya - 08.02.2012

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