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alcune considerazioni sulla visita del presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta PDF Stampa E-mail
Scritto da giulia pellizzini   

Alcune brevi, ma sincere considerazioni sulla visita del presidente della Commissione regionale contro la Ndrangheta, on. Magarò, fatta al comune di Orsomarso con la conseguente affissione della targa con la scritta “Qui la mafia non entra”, vanno esternate.

Premesso che siamo garantisti non a corrente alternata come sono abituati i politici e che tutte le iniziative tese a fronteggiare il fenomeno mafioso sono da ritenersi  encomiabili, allo stesso tempo riteniamo che debbano avere requisiti di credibilità senza se  e senza ma. A tal fine, per quanto siamo costretti a conoscere attraverso i media, quali, ad esempio, le iniziative dell’on. Magarò avverso la cultura mafiosa del voto di scambio, le compiacenze della cosiddetta società civile, i rapporti diretti ed indiretti della ‘Ndrangheta con palazzo Campanella?

Non ricade nei  suoi doveri istituzionali approfondire l’incessante incalzare della stampa, anche nazionale, che chiede al Presidente della giunta regionale , on. Scopelliti, di rispondere:

a) se ha commesso errori nello scegliere candidati per formare le liste regionali, visto che era, anzi lo è tuttora,  alla guida del PDL regionale e due consiglieri regionali sono stati arrestati per rapporti con la mafia ed altri sono indagati per identici motivi.

b) Diversi pentiti di mafia parlano di appoggi elettorali delle cosche alle sue (di Scopelliti) campagne elettorali.

c) Una persona ritenuta boss della ‘ndrangheta, Paolo Martino, sostiene di averlo incontrato a Milano e lo avrebbe aiutato a contattare Lele Mora.

d) Se risulta vero che la sede del comitato elettorale a sostegno delle amministrative di Reggio Calabria, che lo vedevano candidato a sindaco, gli venne offerta gratuitamente dal sig. Gioacchino Campolo, ritenuto il re dei videopoker, oggi  detenuto.

Sono risposte, rifiutate alla stampa, ma che il popolo che lo ha sostenuto a presidente della nostra Regione ha il diritto di conoscere. In attesa, al fine di non parafrasare il grande Antonio De Curtis, in arte Totò nella famosa frase “Mi faccia il piacere”, ci permettiamo di consigliare all’on. Magarò di valutare se non sia il caso di cambiare dizione sulle targhe già largamente distribuite ed affisse, con la seguente: “Qui giace il popolo della Calabria, distrutto da storie di mafia e di antimafia!” Giulia Pellizzini Coordinamento Nazionale Femminile  LiberiAMO L’ITALIA - 15.12.2011

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