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Sorical, Mauro D'aprile: avevo ragione, la tariffa è impropria PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   
Lunedì 12 Dicembre 2011 15:20

Sabato 3 Dicembre 2011, su questo Blog nell’art. “Sotto la lente di ingrandimento” di precisazione all’analisi effettuata dalla responsabile di ragioneria, ribadivo:

“Certamente non “soddisfatto” da “Cittadino” per una tragicommedia ampiamente da me annunciata (si rileggano tutti i miei interventi su questo Blog), resto ancora stimolato per delle utili precisazioni. Non nascondo che avrei preferito che la Responsabile dell’Ente, anche per assolvere ad una corretta funzione civica di  acculturazione del popolo in una materia indispensabile per il proprio sviluppo, avesse, nella diagnosi consegnata, contraddistinto le rispettive responsabilità della sfera Amministrativa (Politica) e Gestionale dell’Ente (Dipendenti), ma soprattutto spiegato meglio alcuni passaggi. Questo, anche, per evitare la conseguente deduzione che D’Aprile, equivale a Granata!

In ordine, preciso:

  1. Il Contratto con la SORICAL  e la relativa Convenzione (obbligatoria per la legislazione vigente all’epoca) non è mai stata controfirmata dal sottoscritto per la semplice ragione che, con altri solo 3 Sindaci su 151 dell’Intera Provincia, confutavo, nelle riunioni Consorziali, la non correttezza del  valore del costo litro dell’acqua di erogazione, stabilito in sede tecnica Regionale, in quanto la stessa Società, pur essendo aggiudicataria del Bando, per l’allora Legge Galli, aveva l’obbligo di comunicare il proprio Piano di Investimento Aziendale, anche ai singoli Comuni per consentire la valutazione raffrontata ai reali utenti del servizio. Pertanto le 300 mila Euro di aumento annuo delle spese con l’avvento di gestione SORICAL sono da attribuire completamente alla sfera tecnica del Comune (per come la stessa Legge sugli Enti Locali, nella divisione dei poteri, stabilisce).

L’ex Sindaco di Belvedere aveva ragione: la tariffa è impropria!

Calabria. La Corte dei Conti affonda la Sorical. Raffica di critiche dei magistrati alla gestione delle risorse idriche

Non è andata benissimo per la Sorical. A Catanzaro si è parlato di “Gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria” e il magistrato relatore Quirino Lorelli, della sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Calabria, non è stato affatto tenero. Tanto per cominciare «non è più rinviabile l'adozione di una legge regionale unitaria ed organica che aggiorni l'intero sistema». Come a dire che fino ad oggi si è scherzato, nelle stanze della Regione e ai piani alti di una società che con l’acqua fa profitti.
Per il relatore che è intervenuto nell'adunanza pubblica presieduta da Franco Franceschetti, si impone anche «la verifica e l'aggiornamento della rete acquedottistica e la razionalizzazione dell'uso dell'acqua attraverso mirati controlli e verifiche».

L'obiettivo dell'attività di controllo è stato rivolto, ha proseguito Lorelli, «a valutare il livello di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa pubblica volta al governo di un bene pubblico fondamentale come l'acqua». Per quanto riguarda gli Ambiti territoriali ottimali, tali organismi, ha aggiunto, avrebbero dovuto coinvolgere i Comuni nell'attività gestoria ma «nella realtà calabrese questo assetto normativo non è mai stato applicato e si è determinata una sorta di extraterritorialità del sistema».
In materia di tariffe, nella relazione, è stato evidenziato che «la riduzione progressiva dello spread tra tariffa applicata alla cittadinanza e prezzo dell'acqua pagata a Sorical comporta una riduzione delle risorse comunali disponibili da destinare alla manutenzione, ammodernamento e gestione della rete comunale di distribuzione. Ciò comporta, a sua volta, un peggioramento della qualità del servizio finale, un aumento della dispersione e un peggioramento dei bilanci comunali».
Ma quello delle tariffe è, per Sorical, un nervo scoperto. Non a caso nelle deduzioni che la società ha fatto pervenire rispetto ai contenuti della bozza della relazione della Corte dei Conti sulla gestione delle risorse idriche in Calabria è su questo aspetto che ha concentrato la sua difesa. «Non è Sorical ma la Regione che determina i meccanismi tariffari e stabilisce gli incrementi annuali con proprie determinazioni rispetto alle quali Sorical fornisce soltanto i dati necessari». Che se Sorical e Regione fossero due cose ben distinte e separate sarebbe anche ragionevole, peccato che il rapporto fra la prima e la seconda sia noto a tutti i calabresi.
Per Sorical, e restiamo sul tema delle tariffe, quella «regionale applicata si è tradotta per un consistente numero di anni in un vantaggio per i Comuni calabresi avendo procurato loro una diminuzione rispetto al livello tariffario regionale precedente, che solo recentemente ha incrociato la curva della tariffa quale sarebbe stata applicando solo il Cipe 2008 e non ha mai raggiunto i livelli che legittimamente avrebbe raggiunto con deliberati di incremento del Cipe su base annuale».
Per l'azienda «il livello tariffario di 0,285 euro/mc in media applicato è basso pur essendo destinato alla copertura di un ingente programma di investimenti avviato. Sarebbe veramente strano che si pretendesse di additare come illegittima la tariffa derivante dalla delibera di Giunta regionale 91/2005 che al contrario è la prima tariffa regionale rispettosa del principio della copertura dei costi, rapportata alla prevedibilità degli stessi e ad un piano pluriennale di investimenti».
Insomma, per la Sorical i calabresi l’acqua la pagano e l’hanno pagata poco. Troppo poco. Ad altri risulta il contrario.
(dal Corriere della Calabria del 05.12.2011 "La Corte dei Conti affonda la Sorical") - Mauro D’Aprile

 

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