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nessuna equiparazione maggioranza/minoranza, ma primato della società civile PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   
Martedì 06 Settembre 2011 21:01

Caro Riccardo,consentimi innanzitutto di ringraziare pubblicamente “Laltrasinistra” che mette a disposizione di tutti l’unico strumento di dibattito all’interno della realtà del nostra comunità.

Ho sempre ritenuto il confronto il sale della politica, e poiché dalla politica non ci si dimette mai, ritengo di ringraziarti perché rispondendo al mio intervento hai tenuto vivo un dibattito che a volte diventa sterile per mancanza di interlocutori.

Non ho mai equiparato l’operato della maggioranza e quello della minoranza, ma non sono neanche tra quelli che ritengono che l’operato dell’avversario politico sia sempre da criticare e l’operato della propria parte sempre da elogiare.

Consentimi inoltre, nel risponderti, di ”pigliarla alla larga” non certo per sfuggire alle tue argomentazioni ma per riporle nell’ottica che a me sembra più giusta.Tempo fa il Sindaco ha riposto sul portale dell’edificio comunale una targa in cui è scritto “qui non entra la ndrangheta”. L’iniziativa è lodevole ma vorrei ricordare prima a me stesso e poi a tutti gli altri interlocutori che il primo gradino della lotta alla criminalità organizzata è il rigido rispetto delle regole. Come cittadino osservo che questo principio non mi sembra trovare la necessaria accoglienza all’interno delle mura del nostro comune.

In particolare mi permetto di ricordare che dal lontano 1990, con l’introduzione della legge n. 142 e successivamente con una serie di interventi, il legislatore ha ritenuto di tenere nettamente distinti i ruoli degli organi politici dagli organi di gestione. Ai primi la funzione di programmazione, di indirizzo politico, ai  secondi di attuazione.In questa dicotomia l’organo politico indica gli obbiettivi da perseguire demandando all’organo di gestione l’attuazione, riservandosi la verifica a posteriori del loro raggiungimento.

Per fare un semplice esempio l’organo politico, in un tempo dato, da come obbiettivo al corpo dei Vigili Urbani,  attraverso un controllo più puntuale del territorio, di ridurre l’abusivismo edilizio del 20% o all’ Ufficio Tributi di ridurre l’evasione del 30%.

Allo scadere del tempo dato la verifica a posteriori se gli obbiettivi sono stati raggiunti.E la conferma nei loro incarichi dei capi servizi, con i relativi incentivi economici, è legata al raggiungimento o meno degli obbiettivi prefissati.

A Belvedere gli attuali amministratori e per esso il Sindaco sembrano ignorare questo principio elementare.Per la verità sembrano ignorarlo anche i capi servizi.

Così sono tutti contenti: gli amministratori perché possono esercitare un potere che non gli compete e  aumentare il tasso di possibile clientelismo; il personale che vede sminuiti i compiti e con essi le responsabilità.

Potremmo fare centinaia di esempi. Questo mostro giuridico, presente in ogni settore della vita amministrativa, è particolarmente presente nella gestione del personale lì dove il Sindaco, nomina, sposta, promuove, adotta una serie di provvedimenti che travalicano i suoi poteri, poteri che certamente non aveva neanche il sindaco prima della riforma e di cui forse si trova traccia  nel comportamento di qualche podestà di campagna.

Se ben rifletti il nocciolo di molti dei problemi che affligge la gestione comunale trova la sua origine nel problema che ho tentato di accennare.

Venendo allo specifico delle tue osservazioni per quanto riguarda il servizio della raccolta dei rifiuti mi sono limitato a esprimere da cittadino un giudizio che prescinde dalle battaglie del gruppo “Insieme” e soprattutto prescinde dal capitolato d’appalto.

Non spetta certamente al cittadino verificare il rispetto del capitolato d’appalto. In particolare è il responsabile del servizio che dovrà verificare il pieno rispetto del contratto  da parte della ditta che ha appaltato il servizio. Questo non esime l’amministratore da responsabilità anzi in qualche modo le aumenta nel senso che la mancata verifica degli obbiettivi fa dell’amministratore l’unico responsabile.

Ho  emesso il giudizio di un  cittadino  attento e certo non benevolo verso l’attuale amministrazione, ma che ritiene che la credibilità si conquista dando equilibrate valutazioni.Non ritengo tra l’altro di essere stato incauto alla luce dell’emergenza rifiuti perché so distinguere le responsabilità locali da quelle provinciali e regionali indipendentemente daI colore politico degli amministratori.

Nello specifico dell’emergenza rifiuti ritengo che la responsabilità maggiore risieda in apparati sopracomunali e particolarmente nel commissario per l’emergenza ambientale, atteso la carenza di programmazione di un adeguato piano di smaltimento.

La responsabilità del Sindaco, dico meglio dei Sindaci dell’intero territorio, è stata quella di non aver saputo adeguatamente incalzare le Istituzioni preposte alla predisposizione e realizzazione di un piano provinciale e regionale di smaltimento.

Come al solito si evita di programmare perché si è presi dal furore gestionale.

Essendo in argomento, e nell’ottica che ho tentato di tratteggiare,  colgo l’occasione per censurare il reiterare di ordinanze con cui in passato è stato affidato il servizio, senza che ci fosse un giustificato motivo.

Tutto ciò indipendentemente dal Sindaco che ha fatto ricorso alle ordinanze.

Ma anche quest’ultima notazione ci riporta al problema di fondo: Sarebbe corretto chiarire se i Sindaci che sono intervenuti con ordinanze lo hanno fatto perché l’apparato comunale non era in grado di espletare la procedura prevista dalla legge o si è trattato di una volontà politica che prescindeva dalle difficoltà degli uffici.

Sarebbe corretto altresì far conoscere quale giustificazione hanno fornito i capi servizi che avrebbero dovuto procedere.Per concludere se mi permetti non si tratta di essere senza peccato e così poter scagliare la prima pietra.

Non si tratta di andare alle origini del creato e verificare chi è privo del peccato originario, anche perché la ricerca dei senza peccato fa si che  mentre si perpetua la ricerca si perpetua una pratica illegittima che punisce e premia con un metro che non è certo quello voluto dal legislatore.

Bando alle polemiche. Si vuole affrontare seriamente il problema? Si chiedano le copie di tutti i provvedimenti resi dal Sindaco in materia di personale.Si faccia un documento e si chieda al Prefetto un incontro per discutere del problema.Tutto il resto è aria fritta. Franco Perre - 31.08.2011

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