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discriminare si può, anzi si deve. Amministratori aspettiamo una risposta... PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

Sei di Diamante? Allora puoi esporre la tua merce. Sei di Belvedere? No, concessione negata. Ci manca solo che all’ingresso del paese troviamo il cartello: “Benvenuti a Diamante, città dei murales e del peperoncino”. Con un corposo: “Non sono graditi i Belvederesi”.

Ironizzare si può, ma in un caso come quello accaduto si può parlare di discriminazione o di campanilismo estremistico? Fatto sta che a due imprenditori locali di Belvedere Marittimo non è proprio andato proprio giù il diniego ad esporre e vendere la propria merce sul lungomare nuovo di Diamante. Diventata ormai consuetudine da quando, cioè, il sindaco Magorno ha aperto le porte alla piccola imprenditoria, quelle delle bancarelle per intenderci, che piazzano il proprio stand a luglio, per poi toglierlo dopo il festival del peperoncino.

Il dito è ovviamente puntato verso il primo cittadino, Ernesto Magorno, il quale aveva assicurato a questi negozianti di Belvedere che avrebbe dato il suo via libera per l’installazione del gazebo per la vendita della merce. Tutto a posto quindi. Macchè. Arrivati a fine luglio ecco che arriva il no secco da parte del primo cittadino. La motivazione: non è consentita la vendita di alimentari sul lungomare. “Nulla di più falso”, ribattono i commercianti. Infatti gazebo che vendono prodotti alimentari ce ne sono in grande quantità, sul lungomare vecchio, come su quello nuovo. Solo che sono tutte strutture di negozianti locali. Le elezioni sono vicine e se ne sente già l’odore.

“Dimentica il sig. Magorno che oltre ad essere sindaco di Diamante è anche consigliere provinciale eletto nel collegio di Belvedere Marittimo e soprattutto, ripetiamo soprattutto, con i voti dei belvederesi. Solo con quelli del suo paese non sarebbe arrivato da nessuna parte”. Così sottolinea uno dei commercianti discriminati, il quale è fortemente adirato per quanto accaduto. Anche perchè è un iscritto e componente del Partito Democratico di Belvedere, partito dove lo stesso Magorno è commissario. “Magorno discrimina, eccome se discrimina. Tra tre anni i voti se li va a prendere a Diamante, a Belvedere non ci mettesse nemmeno il naso”.

Un po’ di risentimento è comprensibile. Suona strano però che il diniego arrivi da un socialista convinto come Magorno, il quale ha sempre aperto le porte del suo paese a tutti, immigrati e belvederesi compresi. Che poi ciò accada con un iscritto del suo stesso partito dove lui ricopre il ruolo di commissario è paradossale.

Ma si sa che elezioni amministrative sono alle porte, per cui si può ipotizzare che qualche reclamo sia arrivato all’indirizzo del sindaco il quale, forzando i suoi stessi “interessi politici”, ha dovuto fare “buon viso a cattivo gioco” e negare l’autorizzazione alla installazione del gazebo sul lungomare. Comunque non tira una buona aria per il sindaco ex comunista e ora iscritto Pd di Diamante. In discussione proprio gli elementi fondanti della difesa del posto di lavoro e del salario che ultimamente hanno trovato forte criticità in merito alla questione della raccolta dei rifiuti. I dipendenti infatti non percepiscono lo stipendio da alcuni mesi.

E che dire della questione non risolta del Poliambulatorio, delle case di cura private, e dello scontro con i componenti del suo stesso partito a Belvedere Marittimo. Pensavamo che i tempi degli scontri tra comunità confinanti fosse finito da un pezzo. Evidentemente non è così. E i “compagni” cosa diranno adesso? Antonello Troya - 06.08.2011

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