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la stangata PDF Stampa E-mail
Scritto da raffaela sansoni   

Per tre anni il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, c’ha fatto credere che tutto andava bene,che la crisi non avrebbe mai colpito il nostro paese, che l’Italia, nonostante tutto, restava un paese stabile con una economia in crescita.

Berlusconi e il suo Governo, in questi tre anni, hanno “occupato” tutti i telegiornali per convincere gli italiani che la recessione, grazie a loro, non avrebbe mai colpito il nostro paese e che gli allarmismi lanciati dai “gufi” della sinistra erano mera propaganda disfattista finalizzata a indebolire la credibilità del Premier.E invece era tutto falso! Di colpo si scopre che l’economia italiana è completamente ferma e che il nostro paese non è riuscito a rispettare gli standards europei.

E così con la manovra Tremonti il Governo cerca di far quadrare i conti pubblici.Dopo tre anni scopriamo che l’Italia è un paese in crisi con un debito pubblico e un deficit che la spingono  verso gli ultimi posti dei paesi aderenti alla comunità Europea.

E cosi mentre il Presidente del Consiglio lanciava messaggi rassicuranti gli italiani si accorgevano che c’era qualcosa che non andava: le famiglie non arrivavano a fine mese, il costo della vita aumentava giorno dopo giorno, la produzione calava, la disoccupazione raggiungeva nuovi records negativi.

Com’era possibile che tutto andasse bene? E’ evidente che gli italiani sapessero già tutto. Gli italiani, con le loro tasche, lo avevano già smascherato.Oggi abbiamo la prova della grande bugia.

Con questa manovra ingiusta e iniqua abbiamo la certezza di quanto siamo stati ingannati.

L’Italia vive un grande periodo di crisi aggravata dalla mancata adozione, in questi ultimi anni, di provvedimenti adeguati finalizzati al riequilibrio economico. Il Governo Berlusconi era troppo impegnato a nascondere la verità e a mantenere ad ogni costo i numeri in Parlamento da tralasciare ogni intervento di politica economica.

Oggi le famiglie italiane devono fare i conti con una vera e propria stangata che, come sempre, non colpirà tutti indistintamente ma inciderà maggiormente o addirittura esclusivamente sulle famiglie più povere.Insomma ancora una volta, un Governo di centro-destra ha deciso di colpire le fasce più deboli del tessuto sociale.

Sono previsti tagli agli asili nido, ai servizi per le persone non autosufficienti, alle indennità di accompagnamento, agli assegni familiari. Sono previste riduzioni degli sgravi per la ristrutturazione degli immobili e per i mutui immobiliari.

Il livello massimo di reddito non tassabile per i lavoratori dipendenti dal 2014 scenderà dagli attuali 8.000,00 euro a 6.400,00 euro, in maniera tale che chi guadagna appena 700,00 euro l’anno dovrà pagare tasse per un importo di € 368,00. Allo stesso modo scenderanno i limiti per i pensionati e per le famiglie monoreddito.Insomma una manovra che colpisce soprattutto le famiglie con redditi medio bassi, quelle famiglie che, più di altre, beneficiavano di detrazioni e aiuti per i familiari a carico.

La stangata varata dal Governo Berlusconi si abbatte inoltre su Regioni, Province e Comuni che, diminuendo i trasferimenti statali, saranno costretti a ridurre i servizi con ulteriori pregiudizi sempre nei confronti delle fasce più deboli.Ma soprattutto questa assurda manovra di fatto introduce una tassa sulla malattia andando a colpire uno dei diritti fondamentali dell’individuo, il diritto alla salute.

Aumentano tutte le prestazioni sanitarie. Oggi una risonanza magnetica costa 10 euro in più, passando da 36 euro a 46 euro in tutte le Regioni a differenza di Calabria e Sardegna dove dai 46 euro si passa a 56 euro.

Da lunedi 18 luglio è aumentato il costo di una tac, di una mammografia, degli accertamenti medici, del servizio di pronto soccorso.

Da lunedì 18 luglio curarsi costa più caro.

E ancora una volta a rimetterci saranno i cittadini più poveri su cui pesa notevolmente l’introduzione dei tickets e gli aumenti delle prestazioni sanitarie. Ma non tutte le Regioni sono favorevoli. Sette Regioni hanno detto di no mentre altre 10 immediatamente si sono dichiarate pronte ad seguire le linee varate dal Governo.

Tra le Regioni che si sono opposte troviamo molte regioni governate dal centro sinistra mentre tra quelle che hanno subito manifestato la loro volontà ad applicare il nuovo ticket spicca la regione Calabria governata dal Presidente Scopelliti il quale ha pensato bene di adeguarsi a discapito dei cittadini calabresi già fortemente penalizzati .

E mentre per i più poveri la vita costa più cara, per i più ricchi nulla cambia. Del resto chi si curava nelle strutture private continuerà a farlo senza  alcun problema, chi frequentava la scuola privata continuerà a frequentarla non notando alcuna differenza, chi dichiarava redditi alti continuerà a percepire le stesse somme senza ulteriori tassazioni, chi non usufruiva dei servizi pubblici continuerà a non usufruirne senza rendersi nemmeno conto di quanto, a seguito della manovra, siano peggiorati o ridotti.

E mentre sugli italiani poveri si abbatte la stangata, i costi della politica non vengono toccati. I politici continuano a percepire stipendi altissimi, rimborsi sproporzionati, e vantaggi di ogni tipo.

Quando si discuteva sull’abolizione delle Province e c’era la possibilità concreta di eliminare un Ente inutile che incide sulle casse dello Stato, la classe politica ha vinto ancora e, per mantenere le proprie poltrone, ha votato ( o si è astenuta colpevolmente) contro la riforma.

L’augurio è che qualcosa possa finalmente cambiare, la speranza che possa esserci una nuova classe dirigente e un nuovo modo di fare politica. Solo così potremo essere consapevoli di vivere in un paese normale, più libero e più giusto. dott.ssa Raffaela Sansoni assemblea regionale PD - 20.07.2011

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