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lo stato della crisi della casa di cura Ninetta Rosano PDF Stampa E-mail
Scritto da rsa aziendali cimop - fps cisl - aaroi - f.p. cgil   

Le scriventi RSA aziendali della Casa di Cura  "Istituto Ninetta Rosano" e la F.P. Cgil comprensoriale, in riferimento al grave stato di crisi aziendale in atto comunicano quanto segue:

1) dalla riunione con il Prefetto, tenutasi in data 19 novembre 2010, ad oggi l'azienda non ha corrisposto nessuna mensilità arretrata neppure quella maturata nel mese di novembre e non ha comunicato se intende pagare alcunché ai lavoratori;

2) da una originaria proposta di un piano di rientro del debito pregresso nei confronti dei lavoratori, da concordare con le organizzazioni sindacali e da formalizzare entro il 15 dicembre 2010, l’azienda ha invece deciso di effettuare un fitto ad un'altra società per cinque anni e di effettuare un accordo di ristrutturazione dei debiti in base agli art. 182 bis e ter della nuova legge fallimentare;

3) queste ulteriori decisioni l'Istituto Ninetta Rosano le ha comunicate attraverso procedure informali ( comunicati dati prevalentemente a mano) e senza il rispetto delle procedure previste nei vigenti contratti collettivi di lavoro (convocazioni ufficiali);

4) nella prima delle comunicazioni "informali"di cui sopra, del 09.12.2010 l’azienda ha comunicato a tutti i lavoratori che intendeva raggiungere un accordo sul debito nei loro confronti da pagare in più anni e da inserire in una più ampia operazione di ristrutturazione dei debiti che intendeva condurre ai sensi e nelle forme di cui agli art 182 bis e ter della legge fallimentare e in riferimento a quanto emerso in un incontro con le rappresentanze sindacali del 7 dicembre 2010, avvenuto anch'esso con modalità informali, (alcuni rappresentanti dei lavoratori sono andati solo per ascoltare), tant'è che non è stato redatto alcun verbale di riunione, contestualmente l'azienda comunicava che il piano di ristrutturazione dei debiti prevedeva la stipulazione di un contratto di affitto con una società denominata ,"Casa di Cura Tricarico Rosano srl" già autorizzata e accreditata dalla regione Calabria che avrebbe cominciato ad esercitare da gennaio 2011, precisando che il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e retributivi erano subordinati per la nuova società al fatto che l'Asp di Cosenza mantenesse i livelli di Budget del triennio 2007 - 2008 e 2009 in mancanza dei quali la nuova società avrebbe proceduto ad una riorganizzazione aziendale;

5) a seguito di questa comunicazione  l'azienda ha "pressato" i lavoratori perchè sottoscrivessero individuale disponibilità a intraprendere trattative ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 182 bis della legge fallimentare (copia cartacea allegata alla comunicazione da sottoscrivere e restituire all’azienda) cosciente che ciò avrebbe significato per i lavoratori consentire all'azienda di poter accedere alle tutele di cui al punto VI del citato articolo(presentazione di dichiarazione autocertificata dell'azienda che sono in corso trattative con i creditori e ciò per bloccare i creditori, tra cui gli stessi lavoratori, a iniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive sul patrimonio dell’azienda);

6) dopo l'assemblea dei lavoratori, tenutasi in data 09.12.2010, l'azienda, informatasi di quanto detto in assemblea, comunicava alle rappresentanze sindacali l’avvio della procedura per il trasferimento della propria azienda, ribadendo  le condizioni previste per i lavoratori, citate nella comunicazione del 09 dicembre 2010, senza chiarire l’entità del debito dei lavoratori né perché  si è giunti allo stato di crisi aziendale;

7) in data 11/12/2010, l'azienda comunicava, sempre con le stesse modalità informali  di cui sopra, una versione aggiornata della proposta di ristrutturazione del debito con i lavoratori, sempre ai sensi dell'articolo 182 bis della legge fallimentare, nella quale nel ribadire quanto già comunicato precedentemente per le condizioni previste per i lavoratori, precisava in riferimento al contratto di affitto con la nuova società, che la stessa assumerebbe in solido con l'attuale azienda i debiti verso i dipendenti per come previsto nell'articolo 2112 del codice civile. E’ evidente che quanto o comunicato è in contraddizione stridente tra l'applicazione dell'articolo 2112 del codice civile, con le tutele ivi previste per i lavoratori, e l’applicazione

agli stessi delle norme di cui all’articolo 182 bis della legge fallimentare.

Questo è quanto successo a chiarimento della condotta aziendale nei confronti dei lavoratori, il tutto avvenuto nel silenzio assoluto dei cosiddetti  rappresentanti istituzionali politici territoriali che invece sono molto solerti quando si tratta di partecipare agli incontri da noi chiesti al Prefetto e mettere a verbale che “occorre trovare soluzioni che garantiscono il pagamento degli stipendi dei lavoratori attraverso un piano di ammortamento".

Le rappresentanze sindacali chiedono al Signor Prefetto che:

a) prima dell’incontro fissato per giorno 16 dicembre 2010, l'azienda effettui un immediato pagamento degli stipendi pari all'importo che l'Asp sembra stia o ha gia erogato all'azienda (su specifico intervento pel Prefetto presso la regione Calabria a cui va la stima di tutti lavoratori);

Si chiede,altresì, che nel corso della riunione si definiscano le seguenti questioni:

b) l'istituto Ninetta Rosano chiarisca l’entità del debito maturato con i lavoratori ad oggi;

c) l'istituto Ninetta Rosano chiarisca il reale perché si è formato l’attuale ammasso debitorio;

d) l'azienda cedente dica se la società affittuaria ha le necessarie disponibilità finanziarie per garantire l'obbligazione in solido  per il debito nei confronti dei lavoratori;

e)  la nuova società affittuaria dichiari se è a conoscenza dei debiti dell’azienda cedente ed in particolare dei debiti maturati nei confronti dei lavoratori;

f) la nuova società affittuaria dichiari se è a conoscenza dell’attuale contratto di budget tra l’azienda cedente e l’Asp di Cosenza e delle notevoli difficoltà ad un suo eventuale aumento a causa del piano di rientro regionale;

g) se è a conoscenza delle difficoltà dell’aumento del budget suddetto perché la società affittuaria stipula un contratto di affitto che prevede il pagamento di un rateo mensile oltre ai costi di gestione necessari, sapendo (dato che l'azienda cedente lo ha gia comunicato) che dovrà procedere ad una riorganizzazione aziendale con riduzione dei livelli occupazionali e retributivi in atto;

h) se l'azienda cedente ha pubblicato presso l'albo del registro delle imprese l’accordo di ristrutturazione dei debiti di cui agli art. 182 bis e ter con l’ammontare debitorio nei confronti dei lavoratori;

i) se l'azienda cedente ha depositato presso il tribunale competente la documentazione all'articolo 161 primo e secondo comma della legge fallimentare e la proposta di accordo corredata da una dichiarazione autocertificata dell'amministratore delegato, attestante che  sulla proposta sono in corso trattative con i creditori, per come previsto al punto VI della legge n. 12 del 30 luglio 2010, che rappresentano almeno il 60% dei crediti e se tra questi sono stati inseriti anche i crediti dei lavoratori.

Sulla scorta di quanto scritto ci è sorto il dubbio se siamo di fronte ad un fallimento che si vuole mascherare a danno dei lavoratori che si troveranno tra qualche mese ad avere tagli di personale e di stipendi. Ciò avverrebbe in una struttura sanitaria, che rappresenta un polo di buona sanità privata, dove i lavoratori pagherebbero un prezzo altissimo per responsabilità gestionali dei proprietari a fronte dei sacrifici dagli  stessi profusi in questi anni al fine di costruire una struttura efficace sul versante dell'assistenza sanitaria erogata.

Noi vigileremo affinché ciò non accada, alle istituzioni chiediamo comportamenti responsabili e non adesioni di facciata, al signor  Prefetto e agli organi di controllo preposti che vigilino perché quanto sta accadendo non violi norme di legge con ricadute nefaste sui lavoratori . Rsa Aziendali Cimop – Fps Cisl –Aaroi –F.P. Cgil - 13.12.2010

*comunicato stampa pubblicato sui quotidiani Calabria Ora e il quotidiano della Calabria - 15.12.2010

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