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quale sanità ovvero i bisogni degli ammalati... PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore belmonte   

Tutti sanno che le risorse finanziarie,per la sanità, di questi tempi sono molto limitate e pertanto è assolutamente improrogabile spendere in modo equilibrato e razionale per non rischiare la bancarotta.

Negli anni passati,politici di ogni orientamento,funzionari della regione, burocrati e faccendieri di ogni razza,hanno razziato i bilanci regionali senza contegno,facendo precipitare la Calabria sull'orlo del precipizio.La sanità è un settore che per definizione necessita di ingenti risorse affinchè possa fornire prestazioni sempre più all'avanguardia e sempre più efficaci.

Si dice:ci sono troppi ospedali che,ovviamente,non funzionano poichè i dipendenti sono poco qualificati e mal distribuiti! Questo è in parte vero! Ma mi chiedo,non è stata la cattiva politica a combinare questo pasticcio?

Si dice,altresi,bisogna accorpare o chiudere gli ospedali,demandando le cure non urgenti al territorio. Benissimo,ma forse questi politici non conoscono la realtà del territorio,dove di sanitario esiste il nulla o quasi! In Calabria,se non erro,esistono trentanove Ospedali e trentasette case di cura convenzionate che bene o male forniscono le stesse prestazioni, per lo più ripetitive e, paradossalmente, un ammalato con certe patologie non trova riscontro nella nostra cara regione, ed è costretto a rivolgersi altrove con grave disagio per se e per i suoi famigliari e,naturalmente, con notevole dispendio di risorse finanziarie che la nostra regione dovrà elargire ad altre regioni.(E' come se io possedendo dieci pantoloni bleu andassi al mercato a comprarmi l'undicesimo di medesimo colore e con identiche caratteristiche)

E' del tutto evidente che simili ragionamenti non richiedono menti eccelse,è soltanto necessario fare delle scelte,a volte dolorose,che non peggiorino la disoccupazione,ma che diano risposte positive sia dal punto di vista della qualità delle prestazioni mediche,sia dal punto di vista degli sprechi che ancora oggi sono tantissimi.

Per quanto riguarda l'alto tirreno cosentino, io credo che bisognerebbe organizzare il territorio nel modo seguente:

  • un ospedale,degno di questo nome, ubicato nel centro della costa, con tutti i reparti resi efficienti, in modo da dare ogni tipo di risposta (diagnosi- terapia)a ll'ammalato( Cetraro);
  • due poliambulatori polispecialistici,ben attrezzati,in grado di curare le patologie croniche (Paola-Praia);
  • il territorio con degli ambulatori polispecialistici che siano capaci di curare le malattie croniche,diagnosticare gli stati morbosi con esami specialistici e di rappresentare pertanto un grosso filtro per l'ospedale deputato alla diagnosi e cura degli stati morbosi acuti.

Questo schema permetterebbe, a mio parere,di risparmiare molto e garantire prestazioni sanitarie efficaci in sintonia con i nuovi ritrovati della scienza medica.

Le responsabilità degli amministratori nazionali, regionali e locali,verso le generazioni future, devono tener conto dello "sfascio" in cui versa uno dei settori preminenti,se non il più importante,della vita dell'individuo,la sanità, e mettere in atto tutti gli accorgimenti ed i dispositivi atti a salvaguardare il bene più prezioso che è la salute pubblica.(Salus publica suprema lex)

L'uomo è diventato per la natura più pericoloso di quanto un tempo la natura lo fosse per lui.E' dunque proprio per questa ragione che bisognerà incentivare i giovani verso lo studio della medicina e dell'igiene nel tentativo di creare le condizioni idonee a che le future generazioni salvaguardino l'ambiente nel quale dovranno vivere.E' altresi necessario che i nostri giovani non fuggano all'estero poichè da noi e, soprattutto al sud, non trovano risposte alle proprie aspettative di studio e di lavoro. dott. Salvatore Belmonte - 28.11.2010

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