Laltrasinistra, Powered by Joomla! and designed by 123WebDesign
perché aderire al movimento “azione democratica” PDF Stampa E-mail
Scritto da azione democratica - belvedere m.mo   
Lunedì 15 Novembre 2010 10:43

Quando è stato deciso di costituire il Movimento “Azione Democratica”, non si è pensato solo alla crisi dell’economia calabrese e alla crisi del PD calabrese che certo presentano una loro specificità.

Abbiamo pensato anche alla recessione in corso da tre anni e alle profonde difficoltà che incontrano le sinistre riformiste e quelle più radicali in Italia, Inghilterra, Spagna, Grecia, Paesi Scandinavi; un processo che dura da alcuni anni e che ha trovato il suo culmine nella recente sconfitta elettorale di Obama.

E’ in questo contesto, di crisi economica regionale e globale, di crisi delle sinistre riformiste e radicali in Calabria e in Occidente,  che intendiamo collocare “Azione Democratica”.

Abbiamo l’ambizione di fornire un contributo teorico all’ interpretazione di una realtà, economica, sociale e politica, estremamente complessa e profondamente mutata rispetto al secolo scorso :

  • ai mercati protetti si è sostituita la globalizzazione della produzione  e degli scambi;
  • i cambiamenti climatici hanno imposto una diversa qualità dello sviluppo;
  • la centralità dello Stato nazionale è stata soppiantata da organismi sovranazionali;
  • la multiculturalità e la multireligiosità hanno ridisegnato il profilo delle nostre società.

Questi mutamenti epocali erano stati avvertiti dalla forze progressiste italiane; l’Ulivo prima , il PD poi, sono nati per esprimere un pensiero nuovo per un secolo nuovo. Ma l’ipotesi era che la globalizzazione  fosse un processo non solo inarrestabile ma potenzialmente vantaggioso per tutti, che la costruzione di società multietniche e pacifiche fosse a portata di mano.

Purtroppo le cose sono andate in modo del tutto diverso: la globalizzazione neoliberista, con la conseguente corsa al ribasso dei salari, ha arricchito il 10% della popolazione mondiale, che oggi detiene il 58% della ricchezza totale, ha impoverito le classi medio-basse costringendole a indebitarsi.

Da ciò la crisi finanziaria del 2007 , la recessione, la disoccupazione , l’intolleranza razziale.

Da ciò la messa in discussione delle politiche riformiste  degli anni ’90  (il Blairismo) e l’esplosione di movimenti populisti radicali.

Da ciò la nostra volontà di contribuire a superare l’empasse politico – culturale in cui la sinistra riformista si dibatte, oscillando tra:

  • i paradigmi del liberismo economico
  • la regressione sulle posizioni tradizionali della sinistra e dei partiti di ispirazione cristiana, posizioni che andavano bene nel ‘900 ma che non possono essere riproposte oggi perchè la gestione della economia non è più in mano ai governi nazionali.

Qualche idea l’abbiamo già maturata e coincide con le tesi del Riformismo più avanzato: Roubini, Stiglitz, Krugman, i Nobel 2010 per l’economia i quali criticano le politiche dei due tempi  (prima il risanamento, poi lo sviluppo) e individuano nella redistribuzione del reddito a favore delle classi medie , dei lavoratori dipendenti, dei precari, dei disoccupati, la soluzione per la ripresa economica.

Le nostre idee sullo sviluppo coincidono con il più avanzato riformismo degli economisti ( S. Latouche) che invitano a stili di vita più sobri (“La decrescita felice”)  e a produzioni compatibili con la salvaguardia del pianeta (beni culturali, assetto idrogeologico, energie rinnovabili).

Le nostre idee si ispirano alle ricerche di Wilkinson e Pickett, due epidemiologi inglesi che nella loro recentissima pubblicazione, “La misura dell’anima”, documentano, con dati e diagrammi, che le società più diseguali ( Usa – Inghilterra, ma anche Italia) soffrono maggiormente di malattie sociali: ansia, insicurezza, violenza, droghe, cattiva salute che oltre a rendere infelici comportano un elevato costo sociale.

Ma il nostro movimento è politico, non solo culturale. Pertanto questi modelli teorici ci sforzeremo di calarli nella realtà calabrese, la cui economia, alla luce del Rapporto annuale di Bankitalia, non è ancora uscita dalla fase recessiva in cui è precipitata con la crisi globale del 2007:

  • il valore della produzione agricola è sceso del 6,8%, dopo il – 14% registrato nel 2008;
  • gli impianti industriali sono stati utilizzati al 60%
  • le esportazioni sono diminuite del 18%
  • il settore delle costruzioni ha risentito in maniera accentuata dell’avversa congiuntura  economica, soprattutto nel settore delle OO.PP. (il valore dei bandi per OO.PP. è pari a € 814 ml, la metà dell’anno precedente)
  • anche il livello di attività economica  nel settore dei servizi ha subito una sensibile contrazione, riconducibile al calo del volume di vendita del commercio (-7,4% di fatturato, -2% di occupati) e alla diminuzione dei flussi turistici nazionali.

La crisi si è ripercossa naturalmente sui livelli occupazionali: il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è sceso al 43,1% e il calo ha riguardato soprattutto i giovani e le donne ( in Calabria solo 206.000  donne lavorano , il 30% della popolazione attiva).

E’ in questo contesto che il Movimento “Azione Democratica” intende operare, promuovendo iniziative di stampo riformista: sulla sanità, il reddito minimo di inserimento, l’ambiente, i beni culturali. In ciascuno di questi settori è possibile sperimentare il modello teorico riformista:

  • eliminare gli sprechi;
  • investimenti anticiclici;
  • qualità dello sviluppo;
  • redistribuzione del reddito.

Politiche sanitarie che privilegino il momento della prevenzione e della riabilitazione piuttosto che l’ospedalizzazione, il reddito minimo alla persona, la R.D. con il sistema “porta a porta”, il recupero dei beni culturali, investimenti nelle energie rinnovabili, il riassetto idrogeologico , il disinquinamento delle acque di balneazione non solo sosterranno la domanda interna e quindi la ripresa produttiva, ma garantiranno una crescita di qualità, una maggiore coesione sociale, un ritorno economico  (- ricoveri, - rifiuti da smaltire, + turisti, - idrocarburi, - frane).

Le risorse necessarie  a finanziarie questo incremento della domanda pubblica, attinte dalla rendita finanziaria, dall’evasione fiscale, dai tagli alla spesa improduttiva, produrranno una redistribuzione del reddito più equa a vantaggio dei consumi sociali.

E’ questo il riformismo che intendiamo proporre: nei Comuni, nella Provincia, nella Regione.

E’ questa la sfida costruttiva che lanciamo al nostro Partito che, soprattutto in Calabria, appare avvitato in un dibattito interno tra giovani e vecchi, innovatori e conservatori, alleanze a Sinistra o a Centro, un Partito che appare incapace di iniziative politiche sul territorio, di incontrare i bisogni reali delle persone.

Se agli enunciati saremo in grado di far seguire l’azione, daremo un contributo al Riformismo, al Partito, alla Calabria. Riccardo Ugolino, Raffaela SansoniDaniella Lancellotta, Antonio Capano,  Vincenzo Impieri,  Sergio Arcuri - 15.11.2010

e-max.it: your social media marketing partner
 

Questo sito utilizza i cookie per gestire la navigazione ed altre funzioni.Chiudendo questo banner o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, visitare la nostra pagina cookies police.

Accetto i cookie di questo sito.

EU Cookie Directive Module Information