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consorzio di bonifica “Valle Lao” interviene Mistorni PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe mistorni   

Dalla stampa e da contatti avuti con alcuni cittadini che operano, a vario titolo, nell’ambito del Consorzio “Valle Lao” di Scalea, sono stato sollecitato ad esternare alcune considerazioni sulla delicata situazione in cui versa il predetto Ente,

vuoi come cittadino-proprietario associato e per il contributo che diedi nel lontano 1994, quando da Assessore alla Forestazione, ho permesso ai Consorzi di superare momenti di grande difficoltà economica, rivedendo in positivo il compenso degli oneri , spettanti agli stessi, per progettazione e direzione lavori dei progetti di forestazione.

Sembra strano e poco comprensibile , forse a quei cittadini che delusi dalla politica e a ciò che si muove sul territorio, dovuto probabilmente allo spettacolo poco edificante che i nostri “Governanti” ogni giorno ci propinano, perché si sia ricorso al Commissariamento dell’Ente dopo circa  due anni di gestione ordinaria a seguito, riteniamo, di libere elezioni? Vengono spontanee alcune domande:

I partecipanti alla competizione elettorale consortile, che poi ha dato vita alla deputazione polito-amministrativa del  Consorzio e dagli stessi sfiduciati, erano animati da quella forza che deriva anche dalla passione , sentimento e desiderio di essere utili principalmente per gli altri nell’affrontare e risolvere le problematiche del comprensorio di bonifica?

Oppure è prevalsa la spinta egoistica personale e di appartenenza nell’illusione di gestire il Consorzio in funzione delle fortune politiche dei “soliti noti”?

O se ancora non finalizzati al soddisfacimento di piccoli interessi legati ad un futuro percorso politico negli ambiti locali?

E’ bene ricordare che i Consorzi di bonifica sono Enti pubblici a struttura associativa retta dal principio dell’autogoverno. I titolari dell’Ente sono gli agricoltori, proprietari di terreni e solo loro dovrebbero essere i responsabili del buon funzionamento dello stesso. Disfunzioni della gestione non oculata e dal facile clientelismo comportano ripercussioni economico-finanziarie con conseguenti ricadute sugli associati che dovranno sopperire ai maggiori costi.

Per quanto riguarda il controllo  e la partecipazione finanziaria  della Regione è attuale la legge Serpieri del ’33 sulla bonifica integrale, ripresa fra l’altro quasi per intero dalla legge regionale n.11 del 2003.

La presenza dei Consorzi di bonifica con eventuali e mirati ritocchi, ad iniziare dalla riperimetrazione dei rispettivi comprensori, continua ad essere fondamentale e indispensabile per assicurare alcune funzioni ritenute prioritarie, specie in Calabria, per la difesa e salvaguardia del territorio, tutela del rischio idrogeologico, risanamento e bonifica dei corsi d’acqua d’irrigazione dei terreni degradati e abbandonati, manutenzione e riqualificazione delle infrastrutture, specie viarie, e funzionali alla agricoltura delle piccole proprietà degli associati.

E’ cronaca di tutti i giorni la situazione di disastri e dissesti a causa della fragilità del territorio e della scarsa attenzione verso le problematiche connesse alla conservazione della stabilità delle pendici collinari .

Il consorzio di bonifica dovrebbe riprendere le attività svolte nel passato, ben definite e tutt’ora attuali  , consistenti anche in un maggiore apporto divulgativo sulle attività culturali da praticare nel comprensorio in relazione alle richieste produttive di mercato; alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e di nicchia, quale il cedro.

Perché non ci si adoperi affinché, come si è tentato, in un passato più o meno recente, venga riconosciuto il cedro quale prodotto tipico a denominazione d’origine controllata?

Le procedure sono in corso e ritengo che un Ente sovracomunale , qualificato, e dotato di adeguate infrastrutture, quali il Consorzio, può pervenire a questo legittimo riconoscimento e concorrere così a creare un maggior interesse verso la produzione di questo prodotto, migliorandone il “cultivar” con conseguenti ricadute in termini economici ed occupazionali .

Si chiede alle persone di buon senso e che hanno responsabilità politiche di considerare e rivalutare il ruolo dei Consorzi non definibili, spesso demagogicamente, Enti inutili, attribuendo ad essi le risorse necessarie e dando loro la giusta, legittima guida amministrativa che dovrà essere assicurata democraticamente dal Consiglio dei consorziati. Giuseppe Mistorni - ex consigliere regionale - 11.10.2010

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