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processo "Marlane", le istituzioni facciano la loro parte PDF Stampa E-mail
Scritto da forum ambientalista -medicina democratica - wwf - vas- slai cobas   

Si è aperto Martedì 13 al Tribunale di Paola (CS), con l'udienza preliminare di fronte al GUP, il processo Marlane. Dopo quindici anni dalle denunce oltre 150 persone, tra parti offese, pochi imputati e stuoli di avvocati,

hanno affollato un'aula per un appuntamento che, per numero di morti seminate nel corso degli anni da quella che definiamo "la fabbrica dei veleni", è secondo probabilmente solo a quello degli anni settanta relativo alla Montedison di Marghera, che ha dato vita a Medicina Democratica.

Eppure nonostante la rilevanza dell'evento e la presenza di molti parenti delle vittime del lavoro, oltre a molti operai tuttora ammalati per la stessa causa, erano presenti solo le testate giornalistiche locali. Ben altra è stata l'attenzione della stampa a recenti eventi processuali, pensiamo al caso Thyssen, in cui i morti erano in numero limitato. La tesi dell'accusa è infatti che il numero probabile, non ancora precisamente determinato, sia in questo caso ben superiore al centinaio di vittime!

Due sono in questo caso gli aspetti del processo che è appena iniziato: la prima quella relativa alle condizioni di lavoro interne alla fabbrica che ha portato al processo, la seconda quella relativa al disastro ambientale che in questo caso insiste, con il seppellimento di materiale altamente tossico nei pressi della fabbrica, su un ambito altamente urbanizzato al confine di due nuclei abitativi a vocazione turistica di due diversi comuni, Praia a Mare e Tortora.

E oggi si è resa evidente la differenza da altri luoghi e altre battaglie: né il Ministero per l'Ambiente, né la Regione Calabria, né la Provincia di Cosenza, né soprattutto i due Comuni interessati si sono presentati per costituirsi parte civile come accaduto in altri contesti. Forse perché qui più che altrove l'intreccio, dovuto al conflitto tra capitale, lavoro, salute ed ambiente è presente più che altrove. Forse perché qui più che altrove il mito dello sviluppo, come in ogni colonia, ha significato spregio della vita e della salute umana, oltre che distruzione delle risorse del territorio.

Ed è significativo che all'interno del collegio di difesa, notevole per la fama degli avvocati a difesa della proprietà, Pietro Marzotto, e di alti dirigenti della stessa, è composto, in modo anomalo per un processo ambientale, da avvocati di riferimento di tutto l'arco parlamentare e non. Oltre agli avvocati in rappresentanza degli operai e dei loro eredi, si costituiranno per il momento sicuramente parte civile le associazioni oggi presenti: Medicina Democratica, Forum Ambientalista, WWF e VAS e alcune sigle sindacali tra cui lo SLAI COBAS che ha dato storicamente il via alla battaglia.

Insieme le scriventi associazioni chiedono che le Istituzioni facciano la loro parte anche in questo caso. In particolare il Ministero dell'Ambiente ed il Prefetto della Provincia di Cosenza che, sostituendosi al Sindaco di Praia, giuridicamente incapace di entrare in giudizio perché coimputato, nomini un Commissario ad acta per costituirsi per conto del Comune. La stessa cosa per il Comune di Tortora in quanto confinante con la zona inquinata. Forum Ambientalista - Medicina DemocraticaWwf - Vas - Slai Cobas -15.07.2010

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