porto di Diamante: errori ed omissioni |
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Si è aperta la battaglia finale su quest'opera che consegnerà a privati per settanta anni, non prima di averla distrutta per sempre, una mirabile scogliera ancora intatta, senza nessun corrispettivo per cittadini e Amministrazione Pubblica. È previsto infatti l'inizio dei lavori per lunedì p.v., col beneplacito della Stazione Appaltante, il Dipartimento LL. PP. Della Regione, e quello della Commissione Regionale alla Valutazione di Impatto Ambientale del Dipartimento Ambiente della stessa Regione. E veniamo agli “errori”, perché così siamo costretti necessariamente a classificarli. Il primo, commesso, certo per ignoranza, dai tecnici della Ditta Appaltatrice, l'ATI “Icad, costruzioni generali – Diamante blù, che nello stilare lo Studio di Impatto Ambientale negano che sul sito sul quale sorgerà il costruendo porto ci siano emergenze archeologiche, peraltro note a tutti i diamantesi. Così Connessa a questo errore la prima omissione: pubblica, da parte del Presidente della Commissione VIA della Regione, il quale, da noi informato dell'esistenza del sito archeologico censito dal Ministero, “evita” di informarsi sullo stesso (anche una telefonata in Soprintendenza sarebbe bastata), confermando il parere positivo emesso dalla Commisssione da lui presieduta. Una segnalazione di eventuale reato di omissioni di atto di ufficio è pendente alla Procura di Catanzaro. La stessa segnalazione viene da noi fatta al Dipartimento LL. PP. Della Regione che aveva dato seguito alle procedure di aggiudicazione dell'appalto: neanche questo organo dello Stato ritiene opportuno informarsi dell'esistenza o meno del sito archeologico! Ma veniamo al colmo. Il secondo “errore” è un orrore giudiziario. In attesa che Non vogliamo con questo dire che
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