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Belvedere non è il "paese dei balocchi" PDF Stampa E-mail
Scritto da agostino gentile   

Altre volte sono stato preso di mira e sempre da persone che io ritengo culturalmente sopra la media. Mi hanno inserito in una situazione di letteratura, di cinema e di favole, caratteristiche  assenti nella politica locale.

Lo ha fatto l’ex vice sindaco Ugolino, definendomi “miope” parafrasando la mosca di Montale, per non aver visto in tempi precedenti, le barriere architettoniche che impediscono a disabili e anziani di accedere al Municipio. Lui, quelle barriere, le ha sempre “superate” a modo suo per quattro anni, infischiandosene della democrazia  negata a chi non può farlo. Presentandosi come candidato alle ultime  consultazioni elettorali, pensava di poterle superare ancora, per i suoi scopi, ma il ravvedimento dei suoi stessi simpatizzanti, gliel’ha impedito, dandogli solo la metà dei voti degli iscritti al suo partito, trascinandolo “Insieme” ad altri nella sconfitta elettorale.

Un altro individuo, definendosi aquila dall’alto dei suo volo, m’inseriva  nel film di Totò “il medico dei pazzi”, con la sua vista acuta mi vedeva: pazzo, falso, codardo e “infiltrato” (in politica e non), solo perché ho preso le distanze  da chi predica in un modo e razzola in un altro. Le calunnie del “rapace”  sono state dettate dall’agonia di chi sa di aver imboccato la via dell’estinzione.

Ora è la volta dell’ex  sindaco D’Aprile  a chiamarmi in causa, inserendomi insieme con altri nella favola di Pinocchio per dare giustificazioni  sul suo operato da Sindaco. Il suo racconto sembra una favola nella favola per capirlo, però, bisogna rileggerlo più volte per com’è articolato e per meglio comprendere i ruoli dei singoli personaggi presenti nel suo “Pinocchio nel paese dei balocchi”.Mi cita con il mio nome e cognome, usandomi a pretesto per lanciare ingiurie verso una miriade dei soggetti , per i quali usa nomignoli , riconducibili ugualmente a personaggi della società belvederese.

Se la prende con i dipendenti comunali, con ignoti gattoni, volponi, fatine, balene, ciuchi, suonatori di pifferi, geppetti, legionari e culture beduine, e anche con equilibristi , esperti nel determinare il tornaconto della spesa o chi gli ha prospettato scenari incantevoli di fiere, mercanti e mercati, di notti magiche di fuochi d’artificio, di giri ciclistici ecc. racchiudendoli in una “indifferenziata  di mondezza”.

Ad un mese dalla pubblicazione, nessuna voce di dissenso si è udita verso queste accuse precise. Col silenzio si è voluto determinare un tacito assenso? O per ignorare le deliranti accuse , si è usata l’arma del silenzio? Ad ogni modo, oltre a questi attacchi mirati, da questa favola emergono insinuazioni che vanno contraddette  con forza: Belvedere non è il paese dei balocchi!

Si possono avere vedute ed opinioni  diverse, non essere d’accordo sul modo di pensare di altri, essere convinti che il proprio modo d’agire sia quello giusto, ma non è consentito a nessuno ridicolizzare Belvedere usando la propria cultura imbevuta di narcisismo. Poi, queste dichiarazioni diventano più acute, quando provengono dai banchi dell’Istituzione , e per giunta da un politico che è stato primo cittadino , il quale avrebbe dovuto assumere un atteggiamento di morigeratezza e ogni tanto darsi anche “mea culpa”.

Caro ex Sindaco, il tuo “orizzonte” può essere anche “roseo”, ma è sempre un punto all’infinito che si può raggiungere solo con la fantasia, mentre il posto che occupi in seno al Consiglio comunale, può servire per una riconciliazione. La tua “freschezza mentale” e un’opposizione costruttiva, possono spronare  quei giovani “paladini di libertà” per portare avanti le tue opere e “fare qualcosa” che da troppo tempo non si fa. Agostino Gentile - 12.01.2010

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