Ho letto lo scritto di Giuseppe D’Aprile sulla scuola e mi accingo a rispondere sia per essere stato positivamente citato in premessa sia perché ritengo l’articolo un saggio politico che riesce a far comprendere i fondamentali di un problema di grande attualità.

Non entro nel merito tecnico-giuridico in quanto non ritengo di esserne all’altezza avendo toccato problematiche scolastiche solo di riflesso. I miei interventi dei mesi scorsi erano solo diretti a mettere in evidenza la differente considerazione della scuola tra il governo Prodi e quello attuale. Fioroni, ex ministro, aveva varato un piano triennale di assunzioni, per coprire i posti realmente vacanti, la cui consistenza era stimata in 150.000 unità. Nel primo anno furono infatti immessi in ruolo 60.000 precari. Cadde il governo Prodi e il trio Brunetta-Tremonti-Gelmini, subentrato di conseguenza, varò la cosiddetta riforma utilizzando diversamente le risorse stanziate. Ma hanno fatto e continuano a fare ancora di più: tagli agli organici, tagli alle supplenze, accorpamenti forzati, disinteresse per i problemi dei disabili e si potrà continuare in futuro. Chiunque, dopo anni di attesa, aspirava ad una sistemazione, ad un incarico, ad una supplenza annuale od anche breve , ha visto oggettivamente ridursi la possibilità. E’ negabile tutto ciò? Allegria, cari precari, dopo anni di attesa e sacrifici! La riforma epocale annunciata in pompa magna si è poi estrinsecata nel grembiulino, nella lode agli esami di maturità, nel voto di condotta e nel presunto rigore valutativo della preparazione…salvo poi, forse per ingraziarsi una piccola fascia di maturandi, assegnar loro compiti facilissimi nello scorso giugno (ad esempio scienze delle costruzioni per i futuri geometri e versione di latino per il liceo). Il ragionier Fantozzi avrebbe esclamato: “Quanto è buona lei, signora Ministra”. D’Aprile sottolinea, attraverso le diverse attenzioni nelle mozioni del Partito Democratico, il vero problema in discussione emergente con questo Governo: la penalizzazione della scuola pubblica e la spinta verso la scuola privata che ne deriva. Mi piace quanto Giuseppe scrive, ma non mi addentro nella discussione per i  miei limiti in materia. Sarei felice se altri, tra quelli che spesso intervengono su questo sito, lo facessero dall’alto delle loro specifiche competenze e delle loro quotidiane esperienze di vita lavorativa . Sarebbe una buona ed efficace propaganda (e mi si passi il sostantivo oggi equiparato a bestemmia). Infine a Giuseppe dico che i miei scritti su l’Altra Sinistra vengono spesso confutati non per il contenuto , ma per la forma: un aggettivo, un pronome, un verbo o un vocabolo usati in modo presuntivamente improprio. Ciò non può che rendermi felice! Salvatore Fabiano - 11.10.2009