cerca nel sito

Laltrasinistra, Powered by Joomla! and designed by 123WebDesign
resoconto incontro: quali uomini, quali proposte PDF Stampa E-mail
Scritto da laboratorio per la democrazia   

Per una democrazia partecipata, Elezioni comunali: quali uomini, quali proposte è stato il tema del dibattito promosso dal  Laboratorio per la democrazia che si è tenuto sabato 28 marzo 2009 presso la sala consiliare del comune di Belvedere marittimo.

La manifestazione si è aperta con la proiezione del corto-documentario “Non vivere in silenzio”, di G. Bencivinni, D. Maltese, F.Villani, sulla figura di Giannino Losardo , consigliere comunale comunista di Cetraro e Segretario Giudiziario della Procura di Paola, barbaramente trucidato il 21 giugno del 1980, da mano mafiosa , per il suo impegno nella lotta alle cosche del territorio.

Sintesi delle relazioni:

Giovanni Martucci: partire dalla legalità come caratteristica fondamentale e peculiare del politico, legalità, moralità, moralizzazione della politica sono i temi che dovrebbero caratterizzare l’azione di governo di qualsiasi forza politica. Perché nasce il laboratorio per la democrazia, il perchè dell’incontro di oggi.Il Laboratorio nasce dall’esigenza di un gruppo di cittadini giovani, studenti, lavoratori, imprenditori e professionisti che, non riconoscendosi in questa classe politica e nel suo modo di “fare politica” separato ed indifferente alla società, avvertono l’esigenza di provare a ripartire attraverso nuovi soggetti, nuovi metodi e la applicazione di “buone pratiche” (etiche, amministrative e sociali), consapevoli che il cambiamento non bisogna aspettarlo dall’alto ma va pensato e praticato a partire da sé e dalla comunità in cui si vive, ognuno nel suo ambito di vita e di lavoro. Nel tempo abbiamo assistito e assistiamo tuttora ad una egemonia che definirei oppressiva e limitativa di ogni spinta al rinnovamento.Il laboratorio nasce per animare lo stanco e asfittico panorama politico locale, non è possibile che ad un mese dalla presentazione delle liste , tra i cittadini ci sia disorientamento, a nostro avviso, frutto di un impoverimento della politica, ma meglio del politico, mancanza di quella dialettica che rappresenta il sale della democrazia. Ecco perché Il Laboratorio per la Democrazia vuole attivarsi come un laboratorio politico aperto alla cittadinanza che vuole operare non a partire da liste amministrative o da candidature  preconfezionate e ‘calate dall’alto’ ma attraverso un processo di partecipazione attiva, senza escludere nessuna ipotesi di proposta e di soluzione elettorale. Questo nostro convincimento nasce dalla consapevolezza che la capacità dei cittadini di governare deve esprimersi prima che le liste siano fatte, i candidati proposti, i programmi definiti. Il Laboratorio vuole  avviare un  lavoro trasparente e condiviso di analisi e di proposte concrete per il futuro amministrativo, sociale, economico e culturale di Belvedere. Tra gli obiettivi che il Laboratorio si pone per il futuro di Belvedere, oltre l’esigenza di nuovi soggetti e di nuovi metodi politici, ci sta anche la collaborazione alla costruzione di programma effettivamente partecipato  e non lasciato alle ex “segreterie dei partiti.  Noi come laboratorio proponiamo alcuni punti programmatici che le forze politiche che si apprestano a concorrere, ci si augura  inseriscano nei rispettivi programmi: -L’assessorato all’innovazione tecnologica- amministrativa e  alla partecipazione. Il cittadino deve conoscere l’operato dell’amministrazione attraverso la libera  consultazione di tutti gli atti amministrativi. Assessorato all’innovazione significa partecipazione democratica dei cittadini all’elaborazione delle politiche locali del proprio territorio, vale a dire un modello di e-democracy reso possibile grazie al supporto di strumenti telematici  in modo da aumentare i canali di dialogo con il Comune e di rendere tale dialogo davvero costruttivo . In altre realtà si parte dal presupposto che non si può ridurre la partecipazione alla sola verifica di scelte di fatto già compiute coinvolgendo la cittadinanza nella sola fase finale: è necessario che il coinvolgimento avvenga fin dalle fasi preliminari passando finalmente da un’impostazione cosiddetta di top down (dall’alto verso il basso) ad una fase di bottom up (dal basso verso l’alto). - Una polizia municipale con specifiche competenze in campo ambientale, accertamenti di violazioni ai danni del territorio. Il servizio dovrebbe prevedere  il controllo o la tutela dell'ambiente dall'inquinamento e la difesa del patrimonio ambientale da comportamenti che producano o possano produrre danno ambientale così come definito dalla Legge 817/86 n° 449. - Un assessorato all’ambiente che affronti concretamente temi quali l’acqua, intesa come bene comune da non sacrificare alle logiche della privatizzazione e della mercificazione. La  riduzione dei rifiuti partendo dal  coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei rifiuti stessi. Coinvolgimento pensato come il frutto di una scelta consapevole attuata in forza di diverse spinte : convincimenti morali, considerazioni economiche, partecipazione paritaria a processi decisionali , ricezione di informazioni coerenti e plausibili. Se un’amministrazione vuole davvero coinvolgere può farlo solo instaurando rapporti diretti con il cittadino, altrimenti si tratta di manipolazione, propaganda , mera ricerca del consenso. - Risparmio energetico,  ci sono aziende specifiche che si occupano di ridurre le inefficienze energetiche, L’esco ( Energy Service Company), come funziona, l’azienda fa una valutazione della bolletta pagata dall’amministrazione pubblica, e soprattutto degli impianti, in particolare misura il potenziale di risparmio energetico e gli interventi necessari per ottenerlo. Se questo margine è sufficientemente ampio, l’affare è fatto. La Esco ci mette la competenza  e soprattutto i soldi : finanzia i lavori, si occupa delle forniture, della manutenzione  e della gestione generale, direttamente o appaltando a sua volta. Un servizio “chiavi in mano” che, all’amministrazione pubblica, costa esattamente quanto la vecchia bolletta . Ma allora dov’è il trucco? Come fanno le Esco a guadagnarci? In realtà i rientri economici sono garantiti alle Esco dal risparmio energetico, e quindi monetario che il nuovo impianto riesce a generare, grazie alla razionalizzazione e all’utilizzo di tecnologie moderne ed efficienti capaci di evitare sprechi.Chiediamo a chi amministrerà  di avere consapevolezza del valore del territorio, per senso di responsabilità verso le future generazioni. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, tutto ciò impone un inversione di tendenza,  una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta “crescita zero”, scelte che portano ad indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente. “Quando un ingegnere vede una collina immagina di traforarla  per rettificare il tracciato stradale. Quando un imprenditore vede una collina pensa di lottizzarla per realizzare un investimento immobiliare.  Un sindaco, dovrebbe riservarsi il diritto di guardare alla collina e continuare a immaginarla per quello che è: una collina” .In un recente convegno un amministratore descriveva  così l’essenza dell’urbanistica: il diritto dell’autorità pubblica, in rappresentanza della collettività, di decidere la trasformazione o la tutela del territorio, anche in contrasto con interessi economici forti. Infine la decisione ed il controllo sulle priorità dei programmi politici una volta vinte le elezioni non può essere affidata al caso o ai super-poteri di amministratori e politici di vecchio o di nuovo conio, ma deve essere condivisa e trasparente con la cittadinanza se non tutti gli aspetti almeno per i punti più importanti. In questa precisa direzione di rinnovamento politico e culturale va la prima Iniziativa pubblica del Laboratorio  per la Democrazia Confronto aperto con i (numerosi?) aspiranti alla candidatura a Sindaco e a Consigliere comunale , l’intento è di provare a riavvicinare la cittadinanza alla politica, facendo capire che non possiamo dire mai “non mi interesso di politica”, perché è la politica a interessarsi di noi, e che lungi dal ritrarsi nella foresta, davanti alla tigre, la tigre va cavalcata.

Pino Gagliardi: dopo aver preliminarmente affermato che il Laboratorio si pone in termini autonomi nel panorama politico belvederese e che il senso del suo agire è quello di essere attivatore di momenti di partecipazione democratica e attiva della cittadinanza, viene posta l’attenzione sulla prima delle due domande oggetto dell’incontro: «Quali uomini per Belvedere per i prossimi cinque anni di amministrazione?»La domanda viene posta con l’intento di sollecitare il rinnovamento della classe politica che si candida ad amministrare per i prossimi cinque anni il Comune di Belvedere Marittimo. E in questo rinnovamento si cerca di capire quale può essere il ruolo dei giovani.La costituzione e la legislazione vigente non pongono particolari ostacoli alla partecipazione dei giovani alla vota degli organi elettivi nazionali o locali. Ciò significa che la scarsa partecipazione dei giovani alla politica è da attribuirsi a fattori non giuridici e, in particolare: · allo scarso interesse da parte dei giovani e, soprattutto, · alle resistenze da parte dei gruppi dirigenti dei partiti. E la situazione di Belvedere Marittimo qual è? Dall’analisi dei dati relativi alle consultazioni elettorali comunali svoltesi a Belvedere Marittimo dal 1970 al 2004 emerge un quadro sconcertante e preoccupante: coloro i quali siedono in consiglio comunale da più di venti anni sono proprio quelli i cui nomi sembrano essere ancora oggi i possibili candidati a sindaco o a consigliere: Ciriaco Campilongo, Vincenzo Carrozzino, Mauro D’Aprile, Enrico Granata, Riccardo Ugolino, tanto per citare qualche nome. In buona sostanza il quadro politico belvederese sembra cristallizzato e fossilizzato su una situazione di stallo che dura da diversi decenni.Le domande su cui i partiti e i movimenti politici dovrebbero interrogarsi sono allora semplici:

1. è legittimo auspicare e sperare per Belvedere Marittimo un rinnovamento degli (e negli) uomini che si candidano a guidare il Comune per i prossimi cinque anni?

2. è possibile che questo eventuale ricambio possa avvenire senza rotture con il passato, con chi da anni ha le redini del “potere”?

3. è lecito sperare che tale ricambio possa essere addirittura sollecitato e guidato da chi ha dalla sua la indispensabile esperienza nella gestione della cosa pubblica e dell’ente locale, così da creare una sorta di affiancamento o patto generazionale? Sono questi gli interrogativi ai quali i partiti dovranno dare risposta nella scelta della futura classe politica belvederese.

Walter Nocito: La domanda che oggi il Laboratorio per la democrazia pone  ai cittadini e pone agli aspiranti amministratori comunali è molto semplice, ma molto importante.Sinteticamente si può riassumere nei termini seguenti: “quali sono le tre principali doti che dovrebbero avere coloro i quali si candidano alle elezioni ed ambiscono a fare gli amministratori comunali (nei vari ruoli di sindaco, di assessore di consigliere di maggioranza e di consigliere di opposizione)?”Per il Laboratorio, secondo il nostro proprio punto di vista sulle prospettive future,  ci vuole, anzitutto, una grande passione per il lavoro amministrativo, e cioè ‘spirito di servizio’ e senso del dovere non disgiunto da umanità e sensibilità sociale.Poi ci vuole una grande apertura e disponibilità verso il nuovo e verso il rischio, cioè la passione per l’innovazione, la sperimentazione ed i progetti che possono ben riuscire ma che possono anche fallire (e dunque il senso di responsabilità e la disponibilità ‘a rischiare’).Infine, ma non ultima, la dote richiesta oggi per  ambire a fare bene gli amministratori comunali (a ben governare ma anche a fare una buona opposizione altrettanto essenziale!) a Belevedere Marittimo,  è quella della competenza tecnica e della conoscenza dei problemi e dell’aggiornamento continuo di detta conoscenza.Tenuto conto delle arretratezze e delle difficoltà di varia natura in cui vive il paese, tutte e tre le doti menzionate sono molto importanti, ma la terza non può essere tralasciata, né tantomeno fraintesa (nel senso che non ci vogliono i ‘super-tecnici’, ma amministratori che studiano i problemi e le soluzioni sapendo dialogare alla pari con imprenditori, professionisti imprese ed altre amministrazioni).

Numerosi gli interventi del pubblico presente: Vincenzo Cesareo, Isidoro Riente, Massimo Raffo (gruppo Rinascimento) , Riccardo Ugolino (vice sindaco comune di Belvedere M.mo), Enrico Granata (Udc), Filippo Natale (Pri), Antonello Grosso La Valle (Presidente Pro Loco),Antonello Troja , Giuseppe Mistorni (consigliere comunale comune di Belvedere M.mo ), Pasquale Greco (assessore comune di Belvedere M.mo) , Daniela Gaglianone , Salvatore Impieri (Pd), Rachele Grosso Ciponte (segretaria circolo Pd di Belvedere Marittimo).

Infine è stato proiettato un video realizzato dal laboratorio per la democrazia “storia per immagini”. 30.03.2009

 

e-max.it: your social media marketing partner
 

Questo sito utilizza i cookie per gestire la navigazione ed altre funzioni.Chiudendo questo banner o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, visitare la nostra pagina cookies police.

Accetto i cookie di questo sito.

EU Cookie Directive Module Information