il Pd e la manovra Monti |
Scritto da giuseppe d'aprile | |||
Mercoledì 21 Dicembre 2011 08:35 | |||
Sulla scia del post del Sindaco Magorno riporto cosa il PD pensa della manovra Monti attraverso le news che ricevo puntualmente da Mariangela Bastico...A voi le valutazioni! Sulla mia pelle sto vivendo cio' che Magorno chiama sordita', durezza e sufficienza con la quale questo esecutivo tratta i Sindacati. Siamo (CGIL, CISL, UIL e UGL) in sit in permanente nei paraggi della Camera dei Deputati da ormai 10 gg circa a rivendicare correzioni al testo della manovra in termini di equità e a rappresentare le criticità delle decisioni assunte (previdenza, pensioni, art. 18 ecc......). Vi assicuro che e' umiliante non registrare presenze politiche se non una piccola e timida delegazione di IDV....Ho già toccato con mano il distacco e la rassegnazione da parte dei cittadini onesti che pagano le tasse. Se i politici nei quali abbiamo fiducia continuano ad essere sordi, credo che inconsapevolmente (?) "si rischia di avallare la politica" di coloro i quali utilizzano Monti & C. per fare ciò che non sono stati capaci di fare, appunto, con l'opposizione anche dei sindacati! Giuseppe D'Aprile - 21.12.2011
Questa newsletter è dedicata alla manovra Monti, alla riforma costituzionale sull'equilibrio di bilancio (art. 81) e ad alcune positive scelte del Ministro Profumo.( di Mariangela Bastico)
Mai come ora ho sentito l'attenzione delle persone su un atto del governo; mai ho sentito così chiaramente il crescere della consapevolezza da parte dei cittadini sulla drammaticità della situazione economica e sociale: l'Italia è sull'orlo del fallimento e i paesi europei corrono il rischio dell'implosione dell'euro con devastanti effetti sul PIL e sull'occupazione. Il fallimento del Paese in concreto significa la mancata restituzione dei risparmi investiti in BOT e BPT, il mancato pagamento di pensioni e stipendi, il crollo della produzione e dell'occupazione: è evidente che colpirebbe particolarmente le fasce più deboli della popolazione.
Questa è la reale alternativa alla manovra Monti, non a caso definita “salva-Italia”. Non sarebbe stato possibile evitare ulteriori sacrifici e sarebbe stata meno equa la manovra già approvata da Berlusconi. Voglio, infatti, ricordare che 20 miliardi di tagli erano già stati decisi e solo rinviati nella applicazione nella manovra del governo Berlusconi, che caricava questi tagli, in modo del tutto insostenibile per le persone e le famiglie più deboli, sui fondi per l’assistenza e sulla abolizione delle detrazioni fiscali (IRPEF) per figli, per spese assistenziali e sanitarie (delega assistenziale e fiscale).
La manovra Monti da 34 miliardi di euro, di cui 20 di maggior prelievo fiscale e minori spese e i restanti per la crescita, pur non essendo equa come l’avremmo voluta, cancella e sostituisce con altri interventi l’obbrobrio dell’azzeramento dei fondi per l’assistenza.
La manovra, inoltre, è stata modificata in modo rilevante nell'iter parlamentare, con l'introduzione di aspetti di maggiore equità a seguito di interventi decisivi del PD. "Abbiamo ottenuto il massimo, la manovra è più equa": è il giudizio del capogruppo PD Dario Franceschini, che condivido, anche se rilevo che alcune scelte non sono quelle che avrebbe fatto il PD.
E infatti questa non è la manovra del Pd, né di un governo di centrosinistra, ma di un governo di "impegno nazionale", per la vita del quale è decisivo il sostegno del centro destra.
È una manovra dura, che coinvolge tutti: risanamento, equità, crescita sono i suoi tre assi fondamentali. Se la analizziamo nei suoi singoli aspetti, troviamo, pur con pesi differenti, scelte che sostanziano tutti questi tre criteri:
Con il governo Monti siamo entrati in un'epoca politica nuova, nella quale si costruiscono il futuro dell'Italia, le opportunità per i giovani e il nuovo quadro politico. Nulla sarà più come prima né nell'economia, né nella società né nel sistema politico. È quindi responsabilità primaria dei gruppi dirigenti essere all'altezza dei cambiamenti necessari.
Il PD si è messo in gioco con determinazione e generosità per governare questa fase di emergenza, in cui devono, insieme alle politiche di risanamento e sviluppo, essere avviate riforme strutturali e istituzionali. Tra queste, priorità hanno la riforma del Parlamento con il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari, la legge elettorale, la riforma delle autonomie locali. In questo quadro si colloca la riduzione dei costi della politica e delle burocrazie
Ritengo che le ragioni della nascita del Partito Democratico, nella difficile scelta di sostegno ad un governo di impegno nazionale, si siano rafforzate, consolidandone l'identità riformista e la credibilità, per proporsi autorevolmente ad essere futura maggioranza di governo del Paese.
Un grande augurio di serene festività e di un 2012 di positive realizzazioni.
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