per la Festa regionale de L’Unità di Belvedere M. 2017 Stampa
Scritto da salvatore fabiano   

(Ho partecipato come invitato per parlare delle passate Feste del giornale di Antonio Gramsci e del PCI. Questo il testo integrale del mio intervento preparato che, per motivi di tempo, sono stato costretto a riassumere entro i tempi ristretti).

Rieccomi dopo vent’anni a discutere di politica in pubblico e, per giunta , alla Festa dell’Unità.  Incredibile, sono ospite in una Festa che nel passato è stata mia! Ho accettato l’invito del segretario del PD ad intervenire ed ho deciso di tracciare un profilo storico di ciò che questi eventi hanno rappresentato in Italia, ma anche e soprattutto nei piccoli centri come Belvedere. Volentieri parlo del mio giornale, del nostro giornale, di quella parte politica in cui sono stato  attivo per anni. Parlo del quotidiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924 che è stato il nostro faro culturale, di formazione  e di informazione politica per decenni e che oggi, purtroppo, sta vivendo un momento difficile, spero non definitivo.

Sono stato per anni segretario del PCI a Belvedere e quando toccava a me introdurre gli oratori ufficiali, svolgendo spesso ruoli di moderatore nei dibattiti, lo facevo con le mani unte di salamelle arrostite, con qualche schizzo d’olio o di vino sulla camicia.  Stasera mi esibisco come invitato.  Ringrazio Ugo Massimilla, Francesco Cauteruccio  ed i loro collaboratori  per avermi scelto ritenendomi evidentemente  adatto a parlare delle passate  feste dell’Unità da noi vissute ( e sono state tante). Sottolineo con piacere che riscontro maggiore attenzione oggi verso la mia persona da parte di alcuni giovani, rispetto a quanta ne riscontravo nel passato all’interno della sezione del PCI. A quel tempo a me era riservato tanto lavoro organizzativo , tanto  lavoro manuale per nulla consono alle mie attitudini ed al ruolo svolto nella vita. Soddisfazioni e riconoscimenti pochi, quasi niente. Ma è acqua passata!

Illustrerò stasera una pagina della vita politica  di Belvedere come ho fatto, per altri aspetti, in alcune mie pubblicazioni editoriali, mostrando il nostro vivere insieme in questo  amato paese.

La mia vita nel PCI è stata passione, impegno, dedizione ed avrei  continuato se non fosse stata presa, un brutto giorno, la decisione di cambiare verso, come un vostro slogan  recita, cari iscritti al PD. Il mio impegno politico l’ho vissuto per combattere battaglie ideali e materiali a fianco dei lavoratori e delle classi sociali meno fortunate. Sono stato anche a capo della Camera del Lavoro- CGIL in momenti difficili. E comunque ininterrottamente diffusore del giornale di Partito.

L’Unità, già l’Unità!

Quante copie diffuse ogni domenica , quanti fondi raccolti con sottoscrizioni per mantenere in vita il giornale di Antonio Gramsci, quante umiliazioni dinanzi a chi rifiutava con disprezzo o, peggio ancora, quanta rabbia al cospetto  di lavoratori  impauriti che mi porgevano i soldi ma non volevano prendere il giornale temendo  rappresaglie future, sempre in agguato. Quando al mattino  acquistavo il mio giornale, credetemi, lo ostentavo orgogliosamente tra le mani con la testata in bell’evidenza. Era bello per me sentirmi parte di una comunità di persone idealmente impegnate in un progetto di vita, di cambiamento radicale di emancipazione.

Come nasce il filone delle Feste dell’Unità?  Era il 2 settembre del 1945 quando a Mariano Comense un  compagno poco più che ventenne, reduce dalla guerra di Liberazione,  un certo Mario Secchi, raccogliendo un’idea di Gian Carlo Pajetta, organizzò quella che definì.

“Una scampagnata dell’Unità in un bosco”.

Caro compagno secchi, hai scritto una importante pagina di storia senza saperlo, senza immaginarlo

Negli anni successivi  le Feste si moltiplicarono velocemente fino a diventare un evento politico, culturale e di partecipazione di interesse nazionale ed internazionale. A dimostrarlo furono i tanti film che trassero ispirazioni importanti da dette manifestazioni.

Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci

Dramma della gelosia di Ettore Scola

La patata bollente di Steno

Zitti e mosca di Alessandro Benvenuti

Il giornale ed il Partito Comunista si finanziavano con esse e vivevano di luce propria. Le illazioni e le ironie sul partito delle salamelle erano inventate malignamente da coloro che nutrivano sentimenti di avversione  per non potere o sapere fare altrettanto. Provarono ad imitarci, con scarso successo, tanto con le Feste dell’Avanti, che con quelle dette dell’Amicizia. Ogni anno riuscivamo a totalizzare utili di almeno 20 miliardi di lire tra sottoscrizioni e introiti agli stand tanto dalla Festa Nazionale quanto da quelle periferiche.

Anche Belvedere ha una sua storia di Feste dell’Unità sebbene non continuativa. La discontinuità era purtroppo caratteristica comune nei piccoli paesi del mezzogiorno d’Italia.

La sezione del PCI di Belvedere fu fondata nel 1948 da un gruppo di antifascisti che, nel ventennio, militavano criticamente tra i socialisti. Il primo segretario fu Ernesto Mostardi, elettricista cosentino sposato  con una belvederese. I giovani aderenti al PCI erano tanti ed entusiasti del nuovo corso politico. Mi riferisco ai compagni Nino Rogati, vero pilastro del partito per tanti anni, Lillino Scrivano, Giovanni Liserre,  Temistocle Martorelli, Lillino Capano, Cenzino Mostardi, Eugenio Impieri, Ciccio Vivona. Erano essi le colonne portanti tanto delle Feste dell’Unità che della ricorrenza del Primo Maggio.

Il debutto avvenne nel 1950 e si svolse in un solo giorno. Cosa ricordo delle manifestazioni che vivevo in quel periodo, io fanciullo di Azione Cattolica, quasi guardandole  dal buco della serratura, in disparte, ma divertendomi ugualmente? Erano gli anni della guerra fredda che riproduceva dappertutto le situazioni narrate e romanzate dal Guareschi con Don Camillo e Peppone.

Ricordo:

Le gare sportive :

- La Maratona e la Gara di Marcia che erano un viaggio dalla Piazza Amellino  alla Marina e ritorno

- La gara di corsa veloce nella parte finale della via Antonio Pepe

- Il surplace con le biciclette nella piazza (una gara a perdere senza scendere dalle due ruote), uno spettacolo che poteva durare ore

I giochi popolari più conosciuti :

- Tiro alla fune

- Palo della cuccagna

- La pignatta

- La corsa nei sacchi

Le serate di intrattenimento :

- Esibizioni di cantanti, musicisti, imitatori ed il famoso gioco “Botta e Risposta” mutuato da una trasmissione radiofonica diretta da Silvio Gigli. La versione belvederese la guidava il compagno Nino Rogati che rivolgeva al pubblico delle domande di storia, di letteratura, di sport, di politica e di attualità.  Chi per primo dal pubblico alzava la mano poteva dare la risposta e, se esatta, veniva omaggiato con  regali offerti dai commercianti.

Potrei citare i nomi degli atleti partecipanti, di coloro che si esibivano sul palco, ma il discorso si farebbe lungo rischiando di dimenticarne qualcuno, essendo passati tanti anni.

Infine la conclusione con il comizio finale di oratori inviati dalla Federazione del PCI. Più di una volta si registrò la presenza di RITA PISANO, detta la pasionaria del Pci, immortalata da un famoso disegno di Pablo Picasso in una pausa di un Congresso del PCI a Roma al quale il grande artista partecipò da  invitato.

Le Feste di Belvedere durarono fino al 1963 e poi si registrò un lungo stop.

La tradizione riprese nel 1973 e sotto la mia direzione. Ero stato eletto segretario da un mese quando proposi di ritornare all’antico, anzi al nuovo perché le Feste in tutta Italia si moltiplicavano ogni anno  per venire incontro alle esigenze organizzative sempre più stringenti tanto del Partito quanto dell’organo di stampa. Detto,fatto - organizzammo una serata con una mostra fotografica,  un comizio e l’orchestrina che allietò la serata. Era il mese di settembre.

Da quel mio entusiasmo  prese slancio l’avventura ed ogni anno migliorammo le nostre prestazioni fino a raggiungere l’apice nel 1983, di nuovo sotto la mia segreteria, con due serate in Piazza Amellino e tre sul Lungomare.  Fu un successo di pubblico e di incassi. 10 milioni di utile netto diviso poi tra la sezione e la testata di partito.

In quell’occasione , con l’Anfiteatro stracolmo di gente, ricordo di aver moderato un dibattito tra il nostro senatore Francesco Martorelli ed il socialista Giacomo Mancini, già segretario nazionale del PSI e più volte Ministro. Martorelli all’epoca era vice presidente della Commissione Antimafia.

Nei vari anni del percorso fino al 1990, anno in cui fu sancita la fine del PCI, registrammo le presenze di parlamentari comunisti che chiudevano le feste: Ambrogio, Pierino, Picciotto, Ciconte e Franco Cortese o il prof Franco Senatore di Castrovillari.

Cosa avvenne di rilevante durante quelle Feste?

- La realizzazione nel 1979 del primo murales ad opera di tre artisti, tra i quali lo scomparso Vincenzo Nappi, nello spiazzo della Marina ove oggi si tiene il mercato settimanale.  Quindi ben prima che la vicina Diamante ne inondasse il suo centro storico: una sconosciuta primogenitura; all’epoca il segretario era Franco Perre;

- L’esposizione in uno stand di alcuni ritrovamenti archeologici di Belvedere custoditi al Museo di Sibari. Li portò il sovrintendente prof. Guzzo, sotto gli auspici di Pino Cosentino. Montammo per tre notti la guardia come soldati visto il valore storico dei reperti;

- La realizzazione della prima palizzata attorno al promontorio di Capotirone. Gli autori furono Tonino e Salvatore Marino, Nicola e Totonno Bencardino. Sottolineo la partecipazione volontaria di Gaetano Arnone, militante del PSI.

Come uso fare in tutti i miei scritti storici, non può mancare una curiosità. Ad alcuni  compagni venne in mente di sorteggiare una pecora. Un signore di Napoli, che acquistò cinque biglietti, ebbe la fortuna di vincere. Quando si portò sul palco nell’Anfiteatro e gli comunicai cosa aveva vinto restò perplesso. “ E come la porto sul treno per Napoli?”. Si presentò come funzionario della Federazione provinciale del Partito a Napoli e mi comunicò che avrebbe rinunciato al premio a favore della Sezione di Belvedere. Venti giorni dopo la povera pecora era sulla nostra tavola apparecchiata a casa del Prof. Salvatore Marino. Fu la più allegra riunione del Comitato Direttivo  a mia memoria. Per la cronaca nei direttivi di allora si registravano le presenze di Tonino Monetta, Aristide Martorelli, Riccardo Ugolino (più volte segretario), Rosario Perrone (segretario che mi precedette nella carica), Nino Rogati, Franco Perre,  Sandro ed Antonio Lombardo, Salvatore Martorelli, Eugenio Monetta, Lillino Arena, Enzo Greco, Temistocle Martorelli, Alberto Manenti e tanti altri ancora. Artigiani, operai, professionisti, piccoli imprenditori, impiegati pubblici e privati. Un panorama variegato e ricco di persone appassionate alla politica. Anche noi abbiamo contribuito a scrivere le pagine di storia politica della seconda parte del Novecento a Belvedere.

In conclusione mi sia consentito di esprimere un desiderio:

Che le  feste  dell’Unità che si stanno  celebrando in varie regioni italiane siano la base di lancio di un ritorno del giornale di Gramsci

Scorrendo le pagine della mia memoria trovo scritti i nomi di alcuni direttori dell’organo di stampa comunista: Uomini di cultura, importanti politici di elevato rango. Ne cito solo alcuni: Alfonso Leonetti, Eugenio Curiel, Celeste Negarville, Giancarlo Pajetta, Maurizio Ferrara, Pietro Ingrao, Renzo Foa, Aldo Tortorella e Massimo D’Alema.

Non so quanto contino oggi per voi del PD, ma a quelli della mia generazione dicono tanto, proprio tanto!

Sperare non costa nulla ed è il pensiero che mi anima: “Come l’araba fenice, l’Unità possa risorgere dalle sue stesse ceneri”.

Ne sentiamo la mancanza. Anche per questo ho accettato di essere tra voi stasera. Salvatore Fabiano - 11.09.2017

e-max.it: your social media marketing partner
 

Questo sito utilizza i cookie per gestire la navigazione ed altre funzioni.Chiudendo questo banner o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, visitare la nostra pagina cookies police.

Accetto i cookie di questo sito.

EU Cookie Directive Module Information