Diamante, ma questo porto si fa? Stampa
Scritto da forum ambientalista   

Questa settimana il “cantiere” del porto compie sei anni e, ancora, Diamante non vede, e a nostro parere non vedrà, la conclusione di un affare che sempre più puzza.

Si sa, ma solo per sentito dire, che la proprietà dell' Icad-Diamante blù è passata, con il relativo contratto, ad un imprenditore cui è stato ceduto il progetto di variante.

Il Comune siede un po' in disparte in questi tavoli decisivi. Nella scorsa settimana si è seduto, con la Regione e i nuovi imprenditori, ad un tavolo tecnico in cui continua a fare da spettatore, obbligato peraltro ad azioni di forza “per permettere un rapido inizio dei lavori”.

Ma come possono partire lavori per i quali ancora la Regione NON ha definito quanto occorre?

Domanda n° 1:

Il Sindaco aveva promesso che avrebbe condiviso con i cittadini il piano di impresa della variante d'opera non appena lo avesse ricevuto. Non lo ha fatto quindi crediamo che non lo abbia ancora ottenuto.

Eppure lo stesso piano è essenziale per valutare la credibilità di un'impresa che così com'è sembra destinata al fallimento.

Diamante non ha il tempo e la forza per sopportarne un altro!

Domanda n° 2:

Ci si chiede come mai, a quanto sembra, l'appaltatore ha chiesto lo sgombero immediato dei locali sotto il lungomare e, nella conferenza appena conclusa ha espresso la propria intenzione di iniziare i lavori a terra ma non quelli a mare?

Una potenziale risposta è che questi ultimi sono A TOTALE CARICO DELLA PARTE PUBBLICA, cosa che può far pensare che anche la stessa Ditta sia convinta che l'opera a mare, così progettata, sia un fallimento e che intenda prendere i soldi pubblici, affidatigli senza gara, per fuggire col bottino.

Domanda n° 3:

Se si aggiunge il comportamento della Regione di fronte ai nuovi padroni c'è da immaginare infatti, anche se speriamo di sbagliare, altri foschi scenari.

Ricordiamo che la Regione non ha mai pagato finora per stato di avanzamento lavori neanche un centesimo, nonostante la precedente gestione avrebbe potuto vantare circa un milione (1.000.000!) di Euro ESIGIBILI dalla parte pubblica. Di fronte a un comportamento del genere come avrebbe potuto garantire al nuovo imprenditore che TUTTO ERA IN REGOLA fino al passaggio di testimone, visto che mai aveva controllato attraverso l'intervento dell'Alta Commissione nominata a controllo dei lavori? Inoltre in modo anomalo per garantire lo stesso imprenditore sembra che la Regione abbia stipulato un atto notarile con lo stesso, atto non ancora pubblicato e quindi sconosciuto nel contenuto. Ma queste potrebbero essere illazioni.

Domanda n° 4:

La Regione inoltre non ha controllato, con il vecchio Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici, il nuovo piano di impresa. Oggi c’è un nuovo Nucleo. Ma anche questo Nucleo SI ASTIENE dai propri obblighi.

Domanda n° 5:

E qui l'ultima domanda. Se il nuovo (im)prenditore (siamo ancora in dubbio) cerca solo soldi pubblici, realizzando (solo) i lavori a terra e aspirando a indennizzi per mancati guadagni, chi perde nel gioco perverso? La prima risposta che ci viene in mente è che perde, insieme con i cittadini diamantesi ignari, il Comune.

CIOÈ NOI!

E sì, perchè tra le carte c'è anche, SCRITTA!, questa possibilità. Funzionari e Amministratori che partecipano senza onori ma con molti oneri ai tavoli “decisionali”, in cui subiscono decisioni che gravano sul paese, non leggono attentamente la parte loro riservata. Pessimi attori di un pessimo copione. Forum Ambientalista - 13.04.2016

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