ultimo atto: la biblioteca trasferita in località Marina Stampa
Scritto da laboratorio per la democrazia   

Prendiamo in prestito le parole scritte sul social network Facebook da una residente del “borgo antico”, «prosegue a colpi di picconate l’azzeramento del centro storico», per denunciare con forza l’ultimo atto dell’attuale amministrazione Granata: il trasferimento della biblioteca comunale in località Marina di Belvedere.

Sarebbe stato più giusto che il Sindaco Granata, nell’annunciare nella home page del sito istituzionale del Comune la nuova “collocazione dell’ufficio tributi nei più moderni e funzionali locali siti nella centralissima  piazza Amellino”, avesse comunicato ai cittadini la nuova sede della biblioteca.

A parte le formalità, ci chiediamo, chi in modo puramente arbitrario ha ordinato il suo trasferimento?

Infatti senza una  delibera di Giunta o Consiglio comunale,  atto fondamentale di indirizzo  per l’Ufficio Tecnico e l’Ufficio Amministrativo per procedere, ognuno per la propria competenza all’organizzazione dei lavori di trasferimento,  sia stato possibile il trasloco della biblioteca in altra sede.

Ma al di là dell’aspetto tecnico-amministrativo, ci preme sottolineare il nostro disappunto sotto il profilo della crescita e della promozione del centro storico , non si può parlare di rilancio e poi dislocare in località Marina l’unico presidio culturale del nostro Comune.

Qualcuno potrebbe obiettarci che  in Paese ci sono pochi fruitori, ma cosa è stato fatto in questi anni per promuovere la biblioteca? Quali le politiche culturali adottate?

Mai una presentazione di un libro,  eppure gli autori belvederesi che hanno pubblicato testi in questi anni sulla storia del nostro paese e non solo, sono tanti: Olga De Luca, Mauro D’Aprile, Salvatore Fabiano, Teresa Marino, Salvatore Belmonte, Ciro Cianni.

Bisognava ammodernarla per una consultazione veloce ed interattiva, bastava pubblicare sul sito del comune l’elenco dei libri presenti (costo zero), promuovere la lettura per i piccoli e giovani utenti, coinvolgendo per esempio una delle più importanti case editrici per ragazzi presenti in Calabria e che ha scelto il centro storico di Belvedere come propria sede. Bastava poco.

Si legge nel programma elettorale della lista “Belvedere libera”: «il centro storico il nostro gioiello […]è il cuore pulsante di un paese , e il nostro deve tornare ad essere vivo e vitale, attraverso politiche tendenti a stimolare il ritorno di abitanti ed esercenti, prevedendo anche eventi artistici, culturali e di svago […] vi troveranno peculiare destinazione, le attività culturali e sociali (musei biblioteche ecc)». Parole…parole…parole..

D'altra parte aspettarsi corrispondenza tra quanto proclamato nelle fragorose campagne elettorali e quanto attuato in questi anni di governo è pura utopia. Difatti  se si analizzassero i programmi elettorali delle coalizioni che hanno caratterizzato la vita politica degli ultimi venti anni, ci si accorgerebbe che le discrasie sono la regola e non l'eccezione. A memoria d'uomo, in questo medioevo politico che attanaglia la nostra comunità, si può facilmente costatare il vuoto assoluto di una attenta programmazione politica. Le deficienze infrastrutturali che si manifestano ad ogni scroscio di pioggia, quelle culturali e di pianificazione turistica sono palesi.

In definitiva il Laboratorio per la Democrazia, auspica per la prossima tornata elettorale una alternativa forte, cosa diversa dall'alternanza, capace di riaccendere la speranza di una comunità sempre più rassegnata al declino. Alternativa che a nostro avviso non può essere in nessun modo rappresentata da chi ha prodotto e continua tuttora a produrre guasti. Laboratorio per la Democrazia - www.labdem.org - 08.11.2013

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