la cattiva coscienza Stampa
Scritto da franco perre   
Martedì 03 Luglio 2018 15:16

Siamo un popolo che si commuove alla notizia della morte prematura di un conoscente.

Siamo un popolo che forse giustamente giudica la interruzione volontaria di una gravidanza un vero e proprio omicidio.

Siamo però anche un popolo che rimane indifferente davanti alla tragedia di duecentocinquanta esseri umani morti nel giro di una settimana su gommoni nel canale di Sicilia.

Siamo un popolo di cattolici, ma in presenza degli appelli di Papa Francesco, improvvisamente  veniamo presi da una sordità collettiva.

Siamo un popolo di curiosi, ma voltiamo lo sguardo altrove in presenza di un giornale che pubblica la foto di tre bambini di un anno morti in mare.

Siamo un popolo che ha votato “Lega” perché, diciamo la verità, non accettiamo che il nostro vicino sia un negro. Siamo un popolo che ha applaudito Salvini quando, rivolgendosi ai migranti ha detto  “è finita la pacchia”.

Siamo un popolo che gioisce sentire il nuovo ministro dell’interno affermare che mai più le navi delle Organizzazioni Non Governative attraccheranno in un porto italiano.

Siamo un popolo pronto a tributare il consenso a chi dichiara “tolleranza zero”.

Al fine di evitare che qualcuno prima o dopo dica io non avevo capito è bene illustrare il ruolo nel mediterraneo delle navi dell’Ong.

Per i viaggi della speranza gli scafisti utilizzano  gommoni che non sono in grado, anche per il sovraccarico di vite umane, di attraversare il mediterraneo e approdare sulle coste di un Paese europeo.

Le navi delle Ong si pongono il compito umanitario di intercettare i gommoni e di portare in salvo il relativo carico umano prima che naufraghi.

Senza l’intervento delle navi dell’Ong i viaggi dei migranti sono destinati a interrompersi prima dell’ approdo:  il naufragio una certezza.

E’ avvenuto in questi anni tante volte e i morti, alle stime ufficiali, ammontano a oltre trentaquattromila. E’ avvenuto nell’ultima settimana, dopo i proclami Salviniani, per ben tre volte con duecentocinquanta dispersi in mare.

Allora cosa vuol dire la pacchia è finita.

Quale la conseguenza della politica di vietare l’attracco nei porti italiani alle navi dell’Ong.

Caro ministro ieri l’altro in presenza di un gommone con cento persone a bordo hai solennemente affermato “si scordino di arrivare in un porto italiano”.

E’ vero quelle cento persone, così come altre cinquanta e ancora cento, non sono arrivate in un porto italiano, anche per loro la pacchia è finita, è finita in fondo al mare.

Ma se plaudiamo alle gesta  di Salvini, se il consenso a questo nuovo tribuno cresce di giorno in giorno, qualche responsabilità sarà anche di chi quella politica  condivide e  sostiene.

“Siamo tutti assassini”, è il titolo di un famoso film contro la pena di morte.

Della morte dei migrati nel canale di Sicilia forse siamo un po’ tutti responsabili.

Franco Perre - 03.07.2018

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