Il maltempo incessante, le continue e abbondanti piogge di questi ultimi giorni, hanno superato la soglia di assorbimento dei terreni con le conseguenze dannose e drammatiche a tutti noti.
Ad oggi, purtroppo, constatiamo che poco hanno sensibilizzato gli appelli continui e da più tempo fatti da esperti geologi, a vario livello, sul rischio di dissesto idrogeologico di gran parte de territorio calabrese, reso ancora più preoccupante dall’esodo crescente delle forze attive in agricoltura che, con l’abbandono ed incoltura, specie della piccola proprietà contadina, hanno compromesso ancora di più la stabilità dei terreni. Con senso di responsabilità ed oggettività, bisogna ricordare che se non avessimo usufruito della meritoria opera svolta da quella forestazione attiva, produttiva e sana, lo”sfasciume” idrogeologico del territorio calabrese sarebbe stato più devastante. Al danno causato dalle piogge battenti, bisogna sommare l’azione del vento, che oltre ad avere compromesso le coltivazioni arboree, ha accentuato l’azione devastatrice del mare che ha distrutto vari centri abitanti costieri e tratti di lungomari. Il territorio di Belvedere, anche per la sua particolare orografia, prevalentemente collinare, con la presenza di circa cinquanta contrade, tutte abitate e distanti vari chilometri dai centri urbani, è un continuum di frane e smottamenti vari, che hanno compromesso la già precaria viabilità e la stabilità di molti fabbricati. Il centro storico rischia il completo isolamento, già si segnalano cedimenti a valle dell’unica attuale strada di accesso – via Antonio Pepe- . In casi di emergenza reale e non ipotizzabile, ci si rende conto dell’importanza che assumono alcune infrastrutture che continuamente segnaliamo agli Amministratori locali che, forse, a conclusione del mandato avvertono una certa stanchezza. Ci si riferisce alla strada per l’”Oracchio”, alla ex provinciale della “Fornace”, alle stradi interpoderali che necessitano di sostanziali interventi. Bisogna porre più attenzione ai bisogni e alle esigenze legittime e reali che provengono dalle nostre realtà rurali: strade, fognature e servizi sociali vari; la presenza dell’uomo impegnato anche nella coltivazione e manutenzione della piccola proprietà agricola, corte, giardino, contribuirà a salvaguardare e prevenire il territorio da eventi calamitosi. Ci si augura che il Governo, su segnalazione delle Istiuzioni locali: Comune, Provincia , Regione dichiari lo stato di calamità naturale per poter rimediare in parte ai danni subiti dal nostro Comune a seguito delle avversità atmosferiche descritte. Che non si ripeta il film già visto dei fondi FAS (Fondi per aree sottosviluppate) impegnati, haimè, per attività e strutture in aree più fortunate e certamente non sottosviluppate. Giuseppe Mistorni ex consigliere regionale - consigliere comunale 28.01.2009
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