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Un anno fa…Teresa! PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore fabiano   

Un doveroso e sentito ricordo di Teresa Rogato-Manenti in prossimità della sua dipartita, avvenuta il 16 febbraio del 2020. Una figura importante del panorama culturale di Belvedere Marittimo ci lasciava.

Poetessa, in lingua ed in vernacolo, narratrice di accadimenti del suo e nostro paese, ricercatrice linguistica e antropologica. Nulla sfuggì del nostro vivere alla cara Teresa. La sua disponibilità a confrontarsi e collaborare con chi glielo chiedeva faceva il resto e lei diventò , per lungo tempo, una fonte a cui attingere.

La conobbi ancora ragazzino, lei giovane diplomata, quando frequentai la Colonia Balneare che il Centro Italiano Femminile istituiva nel Palazzo di viale Stazione. Era tra le istitutrici e guidava, insieme ad altre, i nostri giochi. Fu poi educatrice ed insegnante di mia figlia. Mi chiese più volte di accompagnare la scolaresca nel giro d'istruzione attraverso i vicoli del nostro Borgo Medievale. Aneddoti, descrizioni dei vicoli, nomi curiosi dei luoghi e degli abitanti che, insieme, riuscivamo a sciorinare divertiti, trasmettendo il buonumore ai ragazzini.

Altre furono le occasioni di frequentazione quando, mensilmente per un periodo degli anni 80, mi recavo a casa sua per chiederle scritti da inserire in una pubblicazione politica-storica- di costume. Come dimenticare i racconti  dedicati  alla Nivarola, alla Pisciaiola, al Cantastorie, all'arrivo della Carovana degli Zingari nella nostra Marina per la Fiera di San Daniele?

Particolarmente affascinante il racconto del matrimonio zigano in un locale pubblico del nostro borgo marinaro. Lei aveva vissuto l'evento da vicino, forse più volte da adolescente, e ne rammentava  interamente il rito, compresa qualche impressione maliziosa. Mi riferisco alla descrizione che fece degli sguardi della sposina verso il figlio del macellaio locale, di cui si era innamorata l'anno precedente, e che non poteva sposare in quanto promessa ad un bel giovane della propria comunità.

Questa bella favola la utilizzai, per sua felice concessione, in un articolo di un giornale locale qualche anno fa.

Le sue recite in pubblico, a Belvedere ed altrove, erano spettacolari per la conoscenza del dialetto di un tempo che, con tanta ostinazione, voleva trasmettere, perpetuare, far rivivere. Tale sua scelta tentò di approfondirla in continuazione e avrebbe  voluto codificarla. Ma le difficoltà, e glielo rammentavo spesso con gli esempi nei nostri dialoghi, erano tante. Come codificare una lingua, come il nostro dialetto è, che è stata nei secoli solo parlata, mai scritta?

E ridevamo compiaciuti quando, essendo nati e cresciuti in punti diversi del paese, dovevamo constatare le diversità grammaticali, lessicali e sintattiche. Erano sfumature che allietavano i nostri dialoghi sulla spiaggia, sul lungomare o nel salotto di casa sua.

La sua produzione letteraria è stata corposa e continua, anche quando la dott.ssa Teresa spostò il suo lavoro al Liceo Pedagogico. Affascinante avere tra le mani le sue opere scritte a mano, impaginate e rilegate con cura. I suoi quaderni, più volte da me sfogliati, contenevano le poesie con le delicate correzioni che maturavano durante la creazione.

“ Cara Teresa , potrei continuare ma l'emozione mi vince. Belvedere, i tuoi amici, i tuoi studenti si ricorderanno a lungo di te.”

Salvatore Fabiano - 14.02.2021

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