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S.Antonio Abate, liberaci dal virus PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Domenica 17 Gennaio 2021 08:58

Perché non invocare, oltre alle vaccinazioni, anche l'eremita fondatore del monachesimo, contro la pandemia che da oltre un anno ci affligge?
Il primo caso di Covid, accertato in Italia, risale al mese di novembre 2019 , autoctono altro che made in China.
Sicuramente si rivolgeranno al Santo, protettore degli animali, i cittadini di Belvedere, colpita oltre misura dal Covid, e i devoti del suo popolare quartiere: Sant' Antonio Abate che , proprio a causa delle misure restrittive imposte dal contagio, quest'anno dovrà rinunciare alla cerimonia dell' Infioccata.
Un evento, introdotto a Belvedere da Loretta Maccagnan, quando ricopriva l'incarico di assessore comunale, che ha visto ogni anno partecipare tantissima gente con i propri animali: cagnolini, gatti, canarini, conigli..., tutti con il loro fiocco rosso a ricevere la benedizione del parroco.
Animali da lavoro e da cortile, il maiale anzitutto, il fuoco rosso che arde in mano, la ferula: i simboli che sempre accompagnano la rappresentazione di S.Antonio nella iconografia sacra.
Vissuto in Egitto fra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo, S.Antonio, come il Prometeo mitologico che rubò il fuoco agli Dei per regalarlo agli uomini, trafuga il fuoco ai diavoli per donarlo all'umanità intirizzita dal freddo.
Aiutato da un maialino che correndo tra gironi e bolge distrae i demoni, infila il bastone di salice in uno dei tanti fuochi accesi nell'Inferno. Il midollo spugnoso del vincastro conserva le scintille che il Santo donerà agli uomini, dopo essere ritornato sulla Terra.
Da allora S.Antonio diventa il signore dei focolai domestici e dei focolai infettivi.
Egli, tentato dal diavolo che non gli perdona il furto del fuoco, spegne nel deserto il fuoco delle passioni carnali. Più tardi , i suoi monaci ospedalieri, cospargendo ferite e bruciature del lardo dei suini che allevavano numerosi, cureranno le malattie infettive e , in particolare, «il fuoco di S.Antonio», oggi identificato con l' Herpes zoster.
Oggi, ch'è la vigilia della sua festa, che ciascuno di noi rifletta sulla necessità di salvaguardare i diritti degli animali e dell'ambiente, condizione imprescindibile per prevenire le malattie pandemiche.
Così, quando questa notte il Santo farà visita, secondo la credenza popolare, agli animali per sapere come siano stati trattati, saremo certi di avere meritato la sua benevolenza.
E non ce ne vorrà se avremo ingannato l'attesa della festa con salsiccia e soppressata. Non facevano così anche gli Ospedalieri antoniani?
Riccardo Ugolino - 16.01.2021

 

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