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E la storia si ripete! Ma i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione PDF Stampa E-mail
Scritto da barbara ferro   
Sabato 06 Luglio 2019 08:34

A giudicare dai commenti sui social e dagli articoli di qualche giornalista, quasi quasi la colpa del dissesto finanziario, in cui versa il nostro comune, sarebbe in egual misura da addebitare a chi ha amministrato e a chi è stato all’opposizione.

Addirittura c’è chi chiede le dimissioni dell’attuale minoranza, rea di aver rivestito lo stesso ruolo nell’amministrazione precedente.

Ebbene, riporto, in qualità di capogruppo del gruppo consiliare di minoranza Belvedere Città Futura, quanto, fin dal 2014, con l’allora gruppo consiliare Ora, abbiamo dichiarato come motivazione al voto contrario a tutti i rendiconti (i documenti ufficiali e pubblici si trovano sul sito del comune di Belvedere).

Eccepivamo fin da allora il superamento di 3 parametri su 10, l’accertamento della condizione di ente strutturalmente deficitario, e confermavamo tutte le criticità (anticipazioni di tesoreria, residui, mancata riscossione, costi dei servizi) a suo tempo già esposte dal gruppo ORA sulle previsioni ottimistiche contenute nei bilanci di previsione.

Affermavamo: “E’ lo sforamento del parametro “eventuale esistenza al 31 dicembre di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5% rispetto alle entrate correnti” ad evidenziare la presenza di comportamenti e situazioni difformi dalla sana gestione finanziaria

Le anticipazioni di cassa, previste dal D.Lgs 267/2000 (TUEL) si sostanziano come prestito a breve termine, concesso dalla tesoreria per poter far fronte a pagamenti urgenti e indifferibili in situazioni di carenza temporanea di disponibilità liquide e non può essere adottata come fonte sistematica di finanziamento dell’Ente. Nel corso degli anni il comune  ha reso ordinario il ricorso a tale strumento, mancando di individuare soluzioni alternative e meno onerose. La Corte dei Conti, ricorda al riguardo, che la legge annovera il ripetuto utilizzo alle anticipazioni di tesoreria tra gli indicatori di situazioni di squilibrio finanziario. L’irregolarità posta in essere dall’Ente è sintomo di una precarietà degli equilibri strumentali di bilancio e rappresenta senza dubbio una violazione del principio di sana gestione. Il continuo ricorso all’anticipazione di cassa è dovuto in gran parte alla difficoltà di riscossione di tributi e servizi fondamentali quali TARI e Servizio Idrico. La scarsa capacità di riscossione non è, secondo la nostra analisi, addebitabile alla crisi economica, ma deriva dall’incapacità dell’Ente di recuperare risorse per il 30/40%. Criticità più volte rilevata dalla Corte dei Conti che sottolinea come la mancata riscossione può determinare un danno erariale. E’ lo stesso revisore dei conti (che però, inspiegabilmente, dava sempre parere positivo) a sottolineare, nelle sue relazioni, questa circostanza, e ad invitare i responsabili del servizio, a procedere tempestivamente all’emissione dei ruoli coattivi. Inoltre, l’analisi dei residui attivi e passivi evidenzia che vi sono residui attivi, e cioè somme che l’Ente deve incassare a vario titolo, di anzianità superiore a 5 anni e cioè ad elevato indice di inesigibilità”.

Quanto sopra scritto è stato riportato nella varie delibere del Consiglio Comunale di approvazione dei conti consuntivi, inviati alla Corte dei Conti di Catanzaro e pubblicati su tutti gli organi di stampa locali.

E poi, la maggioranza (quella votata dai cittadini per più e più volte) così, laconicamente commentava i nostri rilievi: “Grande soddisfazione di questa maggioranza proviene dall’aver saputo mettere in atto una attenta politica di contenimento della spesa”.

Ricordo a chi fa finta di non sapere che le mani ce le siamo sporcate eccome, che, appena insediati, abbiamo impugnato il precedente consuntivo dinanzi al TAR, essendo correlato da una relazione di asseveramento resa dal revisore dei conti il cui mandato era scaduto da tempo. In quell’occasione, piuttosto che apprezzare la nostra intenzione di ristabilire la legalità, c’è chi ci ha accusato di aggrapparci ai formalismi (come se le norme di legge si potessero ridurre a “formalismi” piuttosto che fornire la garanzia di legalità, ora come allora!).

Oggi ci troviamo in una situazione di dissesto finanziario delle cui cifre veniamo a conoscenza solo adesso, ma il cui risultato era stato da noi paventato e purtroppo previsto fin dal 2014 data del nostro insediamento, quando denunciavamo un modo malato di amministrare, celato dietro false cifre in bilanci incomprensibili e dopati.

Anche allora, come adesso, la nostra colpa era quella di fare chiacchiere, dire inesattezze, disturbare l’operato di chi voleva e sapeva fare, solo perché non eravamo noi ad amministrare… del resto, dicevano: “il revisore dei conti ha dato sempre parere positivo, le cifre si trovano, l’ufficio ragioneria avalla col suo parere positivo…..e voi che volete? Ata stà,. Ci dicevano e continuano a dirci.

Faccio presente, inoltre, che per serietà e onestà, prima di parlare (magari a vanvera) abbiamo preferito e preferiamo valutare e visionare i documenti e non ci affidiamo, né ci affideremo solo ai social, per manifestare il nostro pensiero, la nostra preparazione o le nostre capacità.

Quello che alcuni hanno chiamato “silenzio assordante” è sì silenzio, ma sui social, luogo virtuale in cui ognuno è convinto di essere più bravo e più intelligente di altri, autoreferenziandosi senza alcuna aderenza alla realtà.

Siamo convinti che la cosa migliore sia sempre il faccia a faccia, il confronto diretto!

Questo abbiamo denunciato, riscaldando i posti della minoranza (come qualche saggio leone da tastiera ha avuto il coraggio di pontificare) da subito e ripetuto ogni sacrosanta volta si discuteva di conti, bilanci, rendiconti e quant’altro.

Sottolineo che allora la giunta comunale, oltre che dall’inossidabile e amato sindaco Granata, era formata anche dagli attuali assessori Francesca Impieri e Marco Liporace e dall’allora assessore, oggi consigliere di maggioranza, Vincenzo Spinelli, tutti premiati per l’encomiabile lavoro svolto.

E allora cari cittadini, AMA STA’, perché il guaio adesso è di tutti noi: di chi ha cercato invano di cambiare le cose e di chi, invece, le ha volute conservare com’erano.

Avv. Barbara Ferro

Capogruppo “Belvedere Città Futura" - 06.07.2019

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