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27 gennaio: la memoria come strumento contro nuovi possibili orrori PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   

Era il 27 Gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell' Armata rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, scoprendone gli orrori. Una data storica che il mondo celebra ogni anno con il "Giorno della memoria", istituito ufficialmente dall'ONU nel 2005 e in Italia con la L.211/2000,

con l'obiettivo di non dimenticare, perché non possa accadere di nuovo. Il ricordo dei 6 milioni di Ebrei,Slavi, omosessuali,zingari, oppositori politici uccisi nei lager deve costituire l'antidoto per il futuro.

Il ricordo dei passati orrori deve costituire lo strumento contro i nuovi possibili orrori. Le tragedie dell'immigrazione ( come le morti nel Mediterraneo,le barbarie che i migranti subiscono nei loro viaggi della speranza),le nuove e crescenti pulsioni xenofobe che si manifestano in tutti gli Stati dell'Unione europea,la quotidiana intolleranza nei confronti di chi è diverso da noi, sono la prova che i crimini contro l'umanità sono sempre possibili.
La ricorrenza del 27 Gennaio non è una questione che riguarda solo gli Ebrei,come molti ritengono.Nei campi di lavoro e di sterminio nazisti furono deportati non solo gli Ebrei,gli Slavi,i Rom,gli omosessuali,i comunisti,gli anarchici ma anche 650.000 soldati e ufficiali italiani,fatti prigionieri dai Tedeschi dopo l'8 settembre.
La "Giornata della memoria" è una questione che riguarda anche i Calabresi, perché tra i militari italiani che si rifiutarono di collaborare con i nazisti e di arruolarsi nell'esercito di Salò e per questa ragione furono deportati nei lager,molti erano calabresi,alcuni dei quali erano nostri concittadini e non fecero più ritorno alle loro case.
Erano di Belvedere M.mo Gaetano Martorello, deceduto nel campo di concentramento di Buchenwald, Vincenzo Rizzaro, deportato nel lager di Dachau e successivamente deceduto in un ospedale militare italiano, Michele Santoro deceduto a Treuenbrietzen-Nichel.
Di altri giovani belvederesi, deportati in Germania: Carrozzino Francesco, Carrozzino Raffaele, Impieri Fedele,Martorelli Gigino,Petrelli Mario, Perrone Nicola,non si conoscono la località e il giorno in cui persero la vita. Il sacrificio dei Belvederesi deportati in Germania e dei Belvederesi che parteciparono alla guerra di Liberazione, è poco noto alla nostra comunità.
È per questa ragione che Belvederecambiaverso propone, anche nel nostro Paese,la posa delle "Pietre d' inciampo", concepite dall'artista tedesco Gunter Demnig,per una memoria diffusa dei nostri concittadini deportati in Germania.

Riccardo Ugolino - 27.01.2019

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