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Grisolia: un cordone di duna da salvare PDF Stampa E-mail
Scritto da paolo abbate   

Nel comune di Grisolia, in parte compreso nel Parco nazionale del Pollino, il paesaggio costiero caratterizzato dalle estese fasce dunali, rischia seriamente di scomparire. Anche a Grisolia infatti si assiste all’inesorabile aggressione dell’uomo, che ha eliminato ad esempio definitivamente la fascia dunale nel comune adiacente di Santa Maria del Cedro.

Mezzi meccanici sono spesso in azione per dare spazio a lidi balneari, camping, posteggi auto, strade e perfino un Aquafans, come quello a pochi chilometri di Praia a Mare.  Tuttavia, grazie a Dio, cittadini consapevoli del valore prezioso rappresentato dalla natura, come Domenico Trifilio    e Giovanni Pagano  (citarli è d’obbligo) stanno adoperandosi per salvare la fascia dunale sopravvissuta, ovvero facendosi portavoce presso l’ amministrazione comunale di Grisolia, che si è dimostrata subito disponibile e sensibile all’importanza dell’ecosistema dunale.

L’importanza della duna è infatti nota quale serbatoio di sabbia per la spiaggia in erosione. La duna e l’antistante spiaggia rappresentano quindi un unicum fondamentale in quanto funzionale alla stabilizzazione della spiaggia stessa. Ma l’importanza ecologica della duna non è compresa purtroppo da molti, mentre la spiaggia, considerata dalle amministrazioni locali e dai gestori dei lidi balneari un bene economico prezioso quale fattore importante per la fruizione turistica, tende ad espandersi sempre più, sacrificando l’area dunale retrostante.

L’ecosistema dunale rappresenta inoltre un serbatoio importante di biodiversità per la sua flora psammofila e la sua fauna che lo caratterizzano, rendendolo quindi a tutti gli effetti un’area protetta dalla Direttiva europea Habitat, dalla legge dello Stato italiano n.357 che l’ ha recepita, dalla Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite,  dalle convenzioni internazionali quali quelle di Berna e di Bonn, ambedue del 1979 , e infine di Barcellona del 1976, e successive modificazioni, che prevede la “protezione e prevenzione della diversità biologica come valore di eco-servizio irrinunciabile”.

La sorveglianza attiva dei due cittadini di Grisolia è servita a bloccare una ruspa che stava inspiegabilmente spianando una striscia di duna di circa 300 metri. Il mezzo meccanico infatti stava compromettendo l’area costruendovi una inutile strada. Molti bulbi di giglio di mare così sono andati distrutti, e i loro bulbi giacciono ancora numerosi ai bordi della striscia.

Grazie quindi all’attenzione costante degli ambientalisti,    il sindaco ha emesso un’ordinanza di tutela per quell’area di duna, proteggendola con una recinzione e ponendo cartelli didattici che illustrino la flora e fauna esistente.  E’ stato anche annunciato che  una seconda  fascia consistente di duna  sarà salvata dall’amministrazione e ugualmente destinata alla fruizione delle scuole del comune.  I nostri due ambientalisti ricordano, al proposito dell’importanza di tutelare e conservare  l’ecosistema dunale, che  la lontra (specie protetta perché in via di estinzione) è stata avvistata varie volte nel canale Fiumicello che nasce da una sorgente a monte e attraversa la duna da salvare . Sulla stessa area sono state avvistate altresì specie avicole protette dalla Direttiva europea “Uccelli”   . Ad esempio,  il Fraticello (Sternula albifrons), specie migratoria, depone abitualmente le sue uova in anfratti della spiaggia o tra le piante della duna, e sarebbe pertanto disturbato dal frazionamento del proprio habitat vitale.

Sicuramente il valore caratteristico del paesaggio costiero di Grisolia è ancora lontano ad essere salvato dall’aggressione umana troppa attenta ai così detti sviluppo e crescita economica del territorio, ma purtroppo inconsapevole della perdita irreversibile del patrimonio costituito dagli ecosistemi naturali, dai quali tutti gli esseri dipendono per sopravvivere. Tuttavia un movimento ecologista sta crescendo, sicuramente consapevole del patrimonio naturale del proprio territorio. Questa presenza attiva è sicuramente necessaria, specialmente in previsione del così detto “Piano spiaggia” nel quale sarà stabilito quanto di quel patrimonio deve essere tutelato  e trasmesso alle generazioni future. Prof.Paolo Abbate attivista Wwf - 21.07.2016

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