e pur si move! |
Scritto da matteo aloia | |||
Sono occorse ben due trasmissioni televisive, “Presa Diretta” del 15/03/2015 e “TV7” del 14/05/2016, affinché l’Amministrazione Comunale di Belvedere Marittimo desse cenno di vitalità, scrollandosi di dosso se pur solo per qualche istante, la sua “costituente” inerzia, approssimazione e sordità d’innanzi alle istanze di alcuni cittadini e contribuenti.
In ogni modo “tanto per essere chiari”, come asserito dal Consigliere Comunale Avv. Maria Donato, è bene che io faccia delle precisazioni poiché a mio avviso le sue dichiarazioni appaiono improvvide e forvianti.
Ma veniamo ai fatti:
La Pubblica Amministrazione non è assolutamente “venuta in contro alle mie esigenze”, in quanto sin dal 04/10/2007, periodo in cui l’amministrazione D’Aprile era in carica ed a cui sono ascrivibili le prime richieste di finanziamento per l’efficientamento dell’Impianto, avevo fatto richiesta affinché si mitigassero sia i cattivi odori sia l’evidente degrado paesistico ambientale, anche attraverso la copertura delle vasche a cielo aperto. A corroborare le mie tesi, vi sono numerosi documenti ufficiali:
Considerato quanto detto, in data 19/09/2011 Prot. N° 17083 (Amministrazione Granata III°) facevo formale richiesta, di inserire al momento della redazione del progetto di potenziamento dell’Impianto di Depurazione Comunale, un’adeguata copertura delle vasche con prestampati in PRFV ed opportuna sistemazione a verde così da mitigare il grave impatto ambientale determinato dalle stesse.
Il persistente fenomeno delle esalazioni “nauseabonde” veniva confermato della Polizia Municipale in data 04/06/2012 Prot n. 2654. Dopo un lungo carteggio e di innumerevoli richieste di colloqui, spesso liquidati con non curanza, in data 12/11/2014 Prot. 16432 con una mia ulteriore memoria indirizzata al Sindaco, all’UTC ed agli enti sovracomunali, chiedevo che in fase di Conferenza dei Servizi venisse “Adeguatamente considerato l’oggettivo impatto Paesaggistico-Ambientale nonché il prendere in considerazione dei sistemi di copertura che contenessero eventuali effetti di aerosol nonché rumori ”. Il Sindaco e i vari dirigenti, dunque, NON POTEVANO NON SAPERE.
È da considerare inoltre che durante l’iter di approvazione del progetto, solo dopo ripetute richieste di accesso agli atti da parte del sottoscritto (la prima delle quali in data 20/11/2014 Prot. 16795 e l’ultima in data 24/04/2015 Prot. 5986) gli uffici competenti provvedevano ad evadere integralmente le mie richieste solo nel maggio 2015, a palese dimostrazione del clima collaborativo e di trasparenza cittadino/Pubblica Amministrazione. Intendiamoci, tutto è conforme alle leggi vigenti in materia però mi si consenta di esprimere quantomeno il mio disappunto rispetto a tali atteggiamenti.
Un'altra cosa interessante venuta alla mia conoscenza, solo dopo la chiusura della conferenza di servizio e quindi all’approvazione definitiva del progetto, è una richiesta da parte della Provincia di Cosenza “Settore Ambiente e demanio Idrico”, formulata in data 14/11/2014, che recitava in un passo quanto segue:
“Vista la vicinanza ad alcune abitazioni già esistenti, integrare gli elaborati con uno studio dei venti per prevedere eventuali barriere di protezione per i venti e rumori nonché eventuali coperture per gli odori”.
La questione è stata superata dai progettisti ed avallata dai funzionari con una relazione sui venti di una paginetta, copiata in buona parte comprensiva di punti, virgole e punti e virgola dalla “enciclopedia elettronica” Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Libeccio). La cosa biasimevole, su cui occorre a mio avviso meditare sono le parole, forse persino violente, utilizzate nel comunicato stampa dell’A.C. che qualificano senza ombra di dubbio la cultura dominante. Dalle stesse infatti si sottende che l’ente non ha il dovere di fornire dei servizi ai cittadini, dietro pagamenti di tributi (com’è giusto che sia), ma eventualmente può farlo a titolo concessorio. Il fatto che per edificare occorre che i terreni abbiano una destinazione urbanistica apposita (PRG 1982), che su tali terreni bisogna corrispondere all’ente sin dal 1993 prima ICI e poi altre imposte, che per il rilascio delle concessioni edilizie è necessario versare degli oneri di urbanizzazione quantificabili nel mio caso in qualche decina di mila euro, a quanto pare non è un dato rilevante. Quello che si deduce dal Comunicato Stampa sopracitato è che sbaglia chi fa impresa su questo territorio, chi “decide di investire i suoi soldi” cercando di creare reddito e lavoro, antropizzando il territorio senza magari depauperalo e deturparlo, edificando fabbricati dagli alti contenuti estetici e funzionali.
Corrisponde al vero il fatto che il depuratore esista dal lontano 1979, ma è falso che le concessioni risalgono al 2001, il primo ritiro infatti risale al 02/10/1998 a firma del Sindaco Enrico Granata. La conclusione della prima pratica edilizia risale addirittura al 1993. In tale data esisteva solo un piccolo impianto, quello si naturalmente nascosto e poco invasivo, la parte nord è stata realizzata successivamente al primo rilascio delle concessioni edilizie.
Ritengo che questi atti siano di una straordinaria violenza. La verità è che i lavori sarebbero dovuti terminare sin dal novembre 2015, che il finanziamento complessivo ammonta ad € 1.860.000 e che al 14/12/2015 con le determine 618 e 639 erano state già liquidate somme per € 1.210.000 circa.
Il TAR sostiene che: “le valutazioni operate dalla P.A., quali espressione di discrezionalità tecnica , sono sottratte al sindacato di legittimità del Giudice Amministrativo, salvo che non siano manifestamente illogiche, irragionevoli, arbitrarie”, in un altro passo si legge che “La necessità di adozione di accorgimenti sostitutivi, come evidenziato da parte del ricorrente, non rappresenta un vizio attinente ai provvedimenti impugnati, ma semmai una inerzia della P.A., nei confronti della quale la parte ricorrente potrà agire nelle competenti sedi”.
Parafrasando, il TAR sostiene che la P.A. ha il potere di decidere la bontà o meno di un opera, chiaramente assumendosene le responsabilità in sede civile , a meno che non sia palesemente illegittima. Altra cosa è ciò che, sicuramente in buona fede, ha scritto il Consigliere Avv. Maria Donato: “Il TAR, nella lunga motivazione, ha chiarito che tutti i provvedimenti amministrativi adottati dal Sindaco e dal responsabile dell’UTC sono legittimi e che “si è proposta una soluzione impiantistica che, oltre che depurare perfettamente l’effluente, va al massimo incontro alla vocazione turistica della zona interessata dall’intervento, eliminando ogni impatto ambientale visivo, contenendo al massimo quello olfattivo e quello sonoro derivante sia in fase di esecuzione che di gestione del citato depuratore”.”.
La citazione inserita nella nota dell’Avv. Maria Donato è estrapolata dalla seconda pagina della “Relazione Paesaggistica” fornita dalla impresa appaltatrice dell’opera, che il TAR prende per buona in funzione delle conclusioni precedenti.
In ultima istanza, è importante ribadire che in Giustizia Amministrativa vi sono due gradi di giudizio e che in mancanza di Editti Bulgari, si può dissentire, nel rispetto delle istituzioni. La verità è molto più complessa e articolata rispetto a quella rappresentata in un articolo scritto senza un studio approfondito.
Sperando di non avere tediato molto i lettori, ci tenevo infine a precisare che nella nota non si menziona la discarica ancora oggi presente lungo il Soleo, le lastre di eternit, probabilmente mia invenzione, il degrado urbano a cui siamo costretti, anch’esso una mia invenzione. Mi chiedo se siano delle mie invenzioni anche i seguenti fatti:
Mi fermo qui, tuttavia l’elenco potrebbe essere assai più lungo.
Un paese che vuole avere una vocazione turistica, deve fare del decoro urbano e dei servizi la sua pietra miliare. Il mercato globalizzato non fa sconti, è impietoso. Questo è il patrimonio che ci lascerà il ventennio Granata. Ma sono io l’untore, il gufo, il denigratore, sono io che scredito il paese dove ho scelto di vivere, affinché anche attraverso il mio lavoro potesse divenire un posto migliore. Continuate pure su queste note, ma non mi piegherò, forse mi spezzerete ma non mi piegherò. Ho una disfunzione genetica alla colonna vertebrale che non me lo consente e mi impone una postura rigidamente eretta. Lo devo alla mia famiglia, lo devo a mio padre che dopo una vita di onesto lavoro a 72 anni, con il suo sguardo, sembra volermi chiedere: “Ed ora che si fa?” Si combatte papà, assieme alle mie sorelle, si combatte. Da uomo libero e pensante porterò avanti le mie istanze sino infondo e se soccomberò pazienza, avrò combattuto e perso ma sicuramente avrò raggiunto quella che io uso definire con una vena di presunzione la rassegnazione dei giusti. Buona festa della Repubblica! (?) Matteo Aloia - 02.06.2016
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