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la dignità del lavoro attraverso l'economia solidale PDF Stampa E-mail
Scritto da adriana sabato   
Lunedì 28 Luglio 2014 20:21

“La crisi economica è prodotta dal cosiddetto “signoraggio bancario”, per cui l’economia è sottomessa al volere delle banche che emettono valuta. Quest’ultime, ormai privatizzate, si sono impossessate della sovranità monetaria appartenuta allo stato, producendo povertà:

si potrebbero dunque adottare mezzi e sistemi propri dell’economia solidale, strumenti in grado di intensificare le relazioni umane e l’azione verso la rivitalizzazione dell’economia locale”.

Potrebbero essere la moneta complementare, il microcredito, tutti gli altri strumenti propri dell’economia solidale, soluzioni possibili per restituire la “dignità del lavoro”?

Se n’è parlato a lungo nel corso del Workshop dal titolo “Terra Mia, ritorno all’Economia Solidale, i volti della Comunità”, coordinato dal presidente della Pro Loco del Tirreno Antonello Grosso La Valle, a Belvedere Marittimo. Una due giorni che ha visto confrontarsi  personalità del mondo accademico, rappresentanti delle istituzioni locali, associazioni, sindacati, giornalisti e cittadini, su una tematica - l’economia - divenuta ormai rovente per tutti.

“In un momento in cui la nazione è stretta dalle tenaglie della crisi, questa la premessa di fondo, e con l’avanzare di una povertà sempre più dilagante, la nostra regione si trova a dover sopportare maggiormente un peso già gravato dal proprio sottosviluppo: è dunque necessario ricorrere a provvedimenti drastici e decisivi.

La schiavitù del “debito” verso le banche private è un peso che trascina le popolazioni sempre più verso problemi che non avranno mai fine, se esse non recupereranno la sovranità monetaria, ossia il diritto da parte di chi li rappresenta - lo stato - di emettere o stampare moneta.

Il denaro crea schiavitù, ma tutto sommato esso rappresenta un accordo fra persone, un mezzo di scambio che può essere mutato. Un ente pubblico, un comune, allora, può stampare soldi sotto forma di moneta complementare circolante nella comunità insieme all’euro, senza violare alcuna norma, ed è in grado di rilanciare l’economia reale del nostro paese e la creazione di nuovi posti di lavori.

Questo avviene già in molti paesi europei ed in diversi comuni italiani e fra quelli calabresi sono stati citati i comuni di Acquaformosa e Riace: l’economia di questi comuni e la situazione lavorativa dei residenti sta registrando una svolta decisiva”. Adriana Sabato - 28.07.2014

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