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Santuario, interviene il vicario. Don Cono Araugio smorza le polemiche sul "declassamento" PDF Stampa E-mail
Scritto da matteo cava (il quotidiano)   

Don Cono Araugio, Vicario generale della diocesi di San Marco Argentano-Scalea, smorza le polemiche aperte da tempo a Belvedere Marittimo.

Per il Santuario del centro storico, non si può parlare di retrocessione: «E’ una parola impropria ». Il vicario generale della Diocesi, ricorda che si tratta di una questione tecnica, per i fedeli non cambia nulla. «A Belvedere - ha detto- sono stato io a far elevare la struttura a Santuario diocesano, la chiesa più antica che abbiamo nella cittadina ». Mille devoti della Chiesa della Madonna delle Grazie e Consolazione di Belvedere Marittimo avevano inviato recentemente una lettera. Don Cono Araugio precisa: «Nessun Santuario viene retrocesso perché nasce dall'amore del popolo verso una particolare devozione, quindi, al di là della dignità che alcune volte onora i luoghi rimane fondamentale per la dignità di un Santuario l’afflusso del popolo, l’amore che ciascuno fedele vive per queste particolari devozioni» Don Cono Araugio ricorda che la struttura di Belvedere è uno dei Santuari che il Vescovo Monsignor Bonanno ha inteso “riqualificare” o ridefinire. «La nostra Diocesi aveva circa quattordici Santuari - ha spiegato il Vicario- il vescovo ha voluto ridefinire gli spazi da dedicare ai Santuari, perché ci devono essere delle conformazioni strutturali che non tutte le chiese elevate alla caratteristica di Santuari possono avere. Una di queste problematiche che è legata alla territorialità della parrocchia, per cui ci sono delle chiese elevate a Santuario immediatamente a ridosso di altre chiese titolari della parrocchia. Purtroppo i campanilismi nella vita della parrocchia non mancano mai. Io ritengo che si debba leggere questo provvedimento del Vescovo con la volontà di voler dare importanza e valore alla Pastorale, perché il Santuario è una struttura che s’inserisce in un territorio».. Tutto questo, come spiega Don Cono Araugio, vuol dire che in quel Santuario non può essere nominato nessun rettore se non il parroco. «Quando due chiese sono limitrofe – ha aggiunto – è opportuno che il Pastore non sia diversificato». Un invito a far valere i valori della Comunità cristiana. «E’ importante leggere il cuore», ha detto infine don Cono Araugio. Matteo Cava - il quotidiano della Calabria - 20.12.2013

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