la soluzione, nelle ragioni delle sconfitte |
Scritto da mauro d'aprile | |||
Lunedì 04 Marzo 2013 20:50 | |||
Vista la riluttanza costituzional -parlamentare dei “grillini” anche dopo essere divenuti Partito 5 Stelle, un accordo Pd – Pdl- Lista Civica Monti gioverebbe al Paese almeno per eleggere il Capo dello Stato, dare vita ad una Legge Elettorale per garantire la Governabilità, dimezzare i parlamentari, contenere la Spesa Pubblica, lottare l’Evasione Fiscale, sgravare le imposte e liberare dai vincoli il Lavoro e l’Impresa, la totale trasparenza nelle Pubbliche Amministrazioni, l’apertura degli Investimenti diretti Esteri dell’Italia.
Riprendendo cose già avviate a discussione, da qualche anno, e, riproponendosi di completarle, con un può di buon senso, non sarebbe, poi, così difficile trovare un accordo di una larga maggioranza parlamentare fra coloro che sono stati eletti il 25 febbraio, e , di questi, almeno fra quelli che restano convinti del ruolo da protagonista dell’Italia in Europa, con il mantenimento della fiducia dei propri creditori, sia pure tra maglie ancora più strette.
Paradossalmente, i segni tangibili di stabilità e governabilità passano da un sentiero meno difficile di quanto fa pensare l’asperità delle polemiche fra i contendenti e le fazioni, presenti all’interno dei propri schieramenti, il cui risultato, altro non é che rendere più ampie le divergenze. E, Dio sa, in queste situazioni, quanto necessaria sarebbe la lezione dei grandi Padri della Repubblica, quella vera, ma anche quella dei Partiti di ispirazione Parlamentare, da De Gasperi a Togliatti, da Moro a Berlinguer.
Quale “politica dell’Attenzione” fra gli uni e gli altri? Quale strategia dal “Compromesso”?
La democrazia insieme alla ripresa economica del Paese, sono bloccate da steccati vecchi e logori: anche quando si pensa per necessità allo stesso modo sulle cose concrete da fare, la Sinistra si sente “ancestralmente” diversa dalla Destra e, viceversa. In verità, vista la situazione creatasi, i diversi orientamenti, possono influire solo marginalmente sul meccanismo di fare queste indispensabili cose per l’economia e la democrazia del Paese.
Col Governo Monti questa emergenza si è già affacciata ponendo un unico quesito sul tappeto: quello pro o contro la strategia concordata con i nostri partner europei per uscire insieme dalla crisi. E a sostegno di questa strategia nei fatti è stata possibile l’intesa fra persone, ancestralmente diverse!
Oggi, quell’intesa, almeno in forme nuove, deve essere necessariamente ripresa ed allargata, rompendo vecchi e affioranti disastrosi schemi che alla luce dei risultati hanno rappresentato la sconfitta di tutti o se si preferisce la vittoria di nessuno.
La natura Civica dei due gruppi vincenti, vincenti perché nuovi, 5STELLE e LISTA CIVICA per MONTI, si connota, l’una in “populista rivoluzionaria ”, l’altra in “riformista operosa” . Entrambe in comune hanno la spinta della Ribellione Civica: il Rinnovamento della Politica.
Questo obiettivo può scaturire anche da una distinta diversità del contributo, rispetto ai Partiti, nel concorrere a questa posta in gioco, altissima per il Paese ed il Popolo Italiano, rendendosi percepibili nettamente dall’opinione pubblica generale che, malgrado i blogger ed i fanatismi, non può che apprezzare.
Sotto questo aspetto una seconda tornata elettorale, deprecabile all’esterno del Paese (vedi ultimi recenti giudizi rigettati con la dignità di Napolitano) non è consigliabile per lo stesso Partito 5STELLE che, non vincendo pienamente nella fase acuta di contestazione, subirebbe una naturale contrazione di ripensamento. Non è consigliabile per Monti, improponibile negli stessi termini. Non è consigliabile per i Partiti se, ancora nella convinzione di vincere, adottassero gli stessi schemi ed, in parte, gli stessi contenuti. Ma soprattutto, se intraprendessero il meccanismo, già visto più volte, della semplice sostituzione dei perdenti, con personale già arruolato, ancorché, sui contenuti, anche i rottamandi sono da “rottamare”.
Se la Democrazia Italiana deve restare Parlamentare, occorre che i Partiti consentano, nel rispetto del proprio programma, che i propri candidati siano riconosciuti per la loro storia e nella loro singolarità parlino direttamente al Popolo Sovrano. Questo per ricevere il diretto suffragio per capacità, dedizione incondizionata, trasparente e controllabile profilo morale. Avverrà così l’abbandono di espedienti di conservazione di casta, di garantismi, di protezioni fra mestieranti nei Partiti, ma si consentirà, anche, di conoscere il tracciato della limpidezza nelle singolarità” dei “Movimenti”, oggi nascosto ai più e, perfino, sconosciuto dai compagni di cordata. Anche per questo il Popolo Sovrano apprezzerà!
Il Presidente della Repubblica, in questo senso, prova ad avviare un meccanismo virtuoso. Credo che la scelta ed i criteri informatori di un possibile mandato tengano conto di questa ulteriore significatività: consentire un passaggio necessario di contaminazione che, contravvenendo alla “paventata implosione”, può risultare, quantomeno, salutare, per l’avvenire del Paese. Mauro D’Aprile - 04.03.2013
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