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Bersani, Renzi ed il buon senso PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Negli appelli al voto per Matteo Renzi, candidato Premier che, a seguito di Ballottaggio, contenderà a Luigi Bersani, nelle Primarie del Partito Democratico la non scontata vittoria, c’è qualcosa di troppo che finisce per rendere ridondante quello che di positivo la mozione del Candidato ha sviluppato.

Nel confronto di ieri sera al TG1, ed in genere in tutte le comunicazioni di Renzi, il carisma dell’accento toscano, duro in Fanfani, aspro in quello di Rosy Bindi, naturalmente compassato, ha finito per infondere, nella simpatica dizione del Sindaco di Firenze, un forte ottimismo tipico della positività statunitense, di molto effetto, sebbene imperniata sui meccanismi di Economia Derivata (quella che non piace a noi Bersaniani, perché prossima a quella Finanziaria e molto distante da quella Reale).

E' naturale che all'interno dello stesso schieramento possano esserci visioni diverse su argomenti specifici. Com'è naturale che indispettisca la spocchiosità di Renzi o il grigiore di Bersani. E' innaturale che due politici di tal livello debbano inchinarsi a giochini di botta e risposta, molto graditi a RAI 1, così eguali ad altri format che occupano gran spazio nelle reti generaliste. Avrei visto meglio una buona discussione politica, su grandi temi, cercando di trovare convergenza tra due visioni certamente diverse, dato il gap generazionale, ma non così distanti, se vogliamo comprendere che il vero nemico è la fanghiglia morale nella quale siamo stati intrappolati per vent'anni dal Berlusconismo e non certo la discussione sulle regole. Di buono, molto buono, è che avremo la possibilità di candidare Bersani ora, e di avere già pronto un Renzi che maturando politicamente ancora per qualche anno, sarà di certo il suo degno successore. (prossime primarie permettendo).

Al di là delle esteriorità mi sembra che Renzi in tutta la fase delle Primarie abbia offerto di sé due elementi sostanziali, raccolti da una opinione pubblica, ed ai quali la stessa ha indirizzato un notevole apporto di consenso. Uno è rappresentato dall’elemento sorpresa del Candidato Sindaco che, in risposta ai forti dubbi, riposti nei suoi confronti, ha saputo, nei contenuti, offrire interessanti spunti solutivi ai problemi del Paese, facendo tesoro della propria esperienza amministrativa. L’altro è il riscontro dei molti elementi di condivisione con tutti i candidati, compresi Vendola, Puppato e Tabbacci, nei valori di un Partito Riformista di libertà, eguaglianza, solidarietà con i deboli, non violenza, difesa dell’ambiente.

Tutto questo riconferma, malgrado diverse supposizioni, la perfetta saldatura di appartenenza  dello stesso Renzi al contesto di area democratica progressista che per il Governo del Paese prevede il Ripristino della Credibilità Internazionale al centro di un’Europa Solidale, la riattivazione delle Regole Costituzionali, la Perequazione dei Sacrifici tra le diverse categorie sociali, lo sconfinamento di una Economia Finanziaria, chiamata sempre più al servizio di quella Reale per il rilancio di Investimenti in Beni Strumentali capaci di riprodurre altri beni ed Occupazione.

Paradossalmente il “ridondante” rimane proprio quello che avrebbe dovuto rappresentare il punto di forza della Mozione “ADESSO”, ampliato soprattutto dai diversi Comitati di Area per Matteo Renzi. Quale aneddoto, secondo l’accattivante termine di “Rottamare”,  utilizzato per chiedere il Rinnovamento della Classe Dirigente del Partito, definito Apparato, e nella sua accezione di poter scegliere i Candidati alle assemblee Parlamentari ed Amministrative di prossima competizione, ha finito per incoraggiare molti, a proporsi quali “Rottamatori”, nella propensione a divenire “meccanici” dotati di propria autonomia, capaci di essere in grado di, potere e sapere, sostituire i pezzi di un motore ritenuto guasto.

Il “pletorico” di questa posizione risiede appunto nella presuntuosa pretesa di essere esperti meccanici, “titolati” ed “abilitati” a questo esercizio, senza avere effettuato, almeno, i corsi serali di preparazione. Pertanto, sebbene anch’essa arrogante, mi sembra sia da comprendere l’inevitabile contro richiesta, dall’altra parte, di esibizione del titolo abilitativo all’esercizio di “Rottamatore”. Si dà il caso che, lo stesso Sindaco Renzi, nella conferenza stampa di ringraziamento di Domenica 26, si è più volte ripromesso di capire perché al Sud, anche per lui, i voti sono stati in più, là dove era presente un coordinamento di Sindaci o Amministratori. Evidentemente l’esito non è risultato gradito allo stesso, o meglio, non in linea con i propri desiderati. Al presunto apparato Bersaniano, da sostituire, ha fatto contraltare il “Potere Locale”di Amministratori, da sostituire. Al fiorentino Renzi, in Calabria forse sovviene: che a nulla odiato odiar  perdona”. Cioè, lo stesso, si è accorto che molti dei suoi meccanici sono sforniti di quel patentino di “Rottamatore Abilitato”.

Sotto questo aspetto c’è forse da capire meglio l’uscita del Commissario D'Attorre che dichiara di aver salvato la Calabria da Renzi, e da condividere la stessa se questa vuol significare che non c’è bisogno di Comitati di Liberazione in quanto l’opzione alla Mozione Bersani, fin dalla sua elezione a Segretario Nazionale, prevede chiare ed esplicite regole per il “Rinnovamento della Rappresentanza di Partito e delle Candidature”, nell’incompatibilità di doppi mandati, numero degli stessi, rispetto della parità di genere, censure per condanne giudiziarie e di moralità pubblica. Una richiesta “Ridondante” blandita quale spada, dagli opportunismi Renziani, che non serve. Populista ed inappropriata quale strumento delle proprie ragioni, già abbondantemente desiderio agognato da una opinione pubblica propensa ad riavvicinarsi alla Politica solo a determinate condizioni. Da qui l’appello al “Bene Comune” di Bersani che, riconoscendosi interamente nel “Buon Senso” di Roncalliana Memoria, confida negli uomini di buona volontà, per la sopravvivenza dello stesso Partito, a farsi spontaneamente da parte, onde evitare, prima al Partito e poi agli stessi, l’onta di ennesime sconfitte.

In Calabria va espressa parità di genere, non di vedovanze, con giovani donne garanti di un proprio percorso personale di militanza e capacità, moralmente integre e non rampolle di parentati e discendenza. Noi, cittadini dell’Alto Tirreno, promotori dei Gruppi Bersaniani, riteniamo che il Nostro Territorio disponga di simili risorse. L’altra attenzione sul rinnovamento è costituita dal riconoscimento del proprio diuturno impegno nei diversi ambiti di rappresentanza, quale quella Regionale, Provinciale, Comunale o del mondo Sociale, garantita da una Integrità morale, immune da condanne a qualsiasi livello, abilitata per capacità ed esperienza ad assolvere i gravosi compiti di Governo Centrale e rappresentare degnamente la nostra terra.

Abbiamo costituito il Comitato Elettorale per Bersani con questi convincimenti e su queste Certezze invitiamo al Voto ed alla sua riconferma nel Ballottaggio del 2 Dicembre 2012. Mauro D’Aprile - Comitato Elettorale per Bersani - 29.11.2012

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