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la lezione del Sindaco PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Su tutti i rilievi posti nel mio articolo, su questo Blog, “Le Opere Pubbliche, queste sconosciute” di Mercoledì 31 Ottobre, il Sindaco ha inteso rispondere solo alla parte contabile derivata dal Bilancio di Previsione ed in  particolare all’utilizzo di Anticipazione di Tesoreria di 5 Milioni di Euro

serviti per far quadrare lo stesso. Nella risposta, erudita analisi “Ragionieristica”, nel mettere sapientemente in evidenza la mia svista nel considerare la somma di 254.145 Euro (rimborso della quota capitale di prestiti) come quota interessi da pagare per l’anticipazione di cassa, conclude che i debiti per il Comune di Belvedere non sono in aumento e pertanto risulta fuorviante la mia costante informazione in materia.

Non resto affatto sorpreso dalla risposta del Sindaco che stimo molto lontano dalle cognizioni contabili-amministrative, ma sono preoccupato di quella inevitabile commistione di giudizio che traspare nella risposta con l’ Ufficio di Ragioneria dell’Ente, al quale, non sarebbe dovuto sfuggire il complesso di alcuni rilievi collegati all’anticipo di tesoreria, ben più pesanti e finalizzati ad una sana e corretta gestione finanziaria dell’Ente, anche allo scopo di mettere, l’incosciente Sindaco, di fronte alla disastrosa situazione della sua gestione. Sebbene in Consiglio mi sia già espresso in merito, riporto sintetiche considerazioni, proprio per quella corretta informazione alla quale vengo sollecitato:

- Nei miei articoli e nell’intervento in Consiglio, non ho mai detto che l’Anticipazione di Tesoreria costituisce un debito di per sé! Ho osservato, al di là del conto algebrico e della quota interessi erroneamente riferita, che certamente, comunque, influenza la parte corrente dell’anno successivo. Ho invece fortemente stigmatizzato l’uso anomalo (politico), sproporzionato, fatto dell’Anticipazione di Tesoreria in sede di Bilancio di Previsione, di forte entità economica (5 Milioni), allo scopo di far quadrare lo stesso. Nella lezione impartitami per stampa, ci si limita a spiegare che in attuazione dell’art. 222 del Testo Unico degli Enti Locali l’utilizzo dell’anticipo va contenuto nei 3/12 delle entrate accertate dei primi tre titoli di Bilancio del penultimo anno precedente (1.806.008), e che, col meccanismo delle reversali e dei mandati si regolarizzano le “utilizzazioni e le restituzioni”, mentre, col provvisorio di uscita (Mandato) il Comune diminuisce gradatamente la stessa anticipazione. Il tutto, insomma,viene affidato all’abilità della Ragioneria che attentamente vigila sull’esposizione dell’Ente e  che in nessun momento della gestione supererà i tre dodicesimi delle entrate correnti accertate, pur utilizzando alla chiusura una cifra superiore agli stessi 3/12 del 1.806.008 di Euro.

- Quello che non viene spiegato al Sindaco Granata, è che l’uso dell’Anticipazione di Tesoreria, i cui interessi decorrono dal momento dell’effettivo utilizzo, ha lo scopo di fronteggiare lo sfasamento temporale che può verificarsi nei flussi delle spese rispetto a quello delle entrate. Non deve rappresentare una risorsa aggiuntiva per l'Ente in quanto si tratta di un affidamento destinato a garantire l'elasticità di cassa necessaria per lo svolgimento dell'attività ordinaria. La natura dell'affidamento esige che l'importo sia commisurato alla previsione di entrata dell'Ente e rapportato all'ammontare delle entrate ordinarie. L'anticipazione di tesoreria è un’operazione che inerisce strettamente con la funzione del tesoriere e non politica del Bilancio in quanto la normativa vigente ne statuisce l'obbligo di concessione, disciplinandone l'erogazione. Uno strumento quindi, e non un fine.

Per gli enti locali  l'anticipazione va erogata al netto di eventuali precedenti utilizzi di somme a destinazione vincolata (art. 195, comma 1, TUEL) e di eventuali fideiussioni rilasciate per conto dell'ente. Da ciò scaturisce che il tesoriere non potrà chiedere interessi passivi sulle quote di somme anticipate di cui l’ente poteva disporre senza vincolo di destinazione in equivalente ammontare nelle contabilità speciali accese presso la tesoreria provinciale dello Stato. L’Anticipazione di Tesoreria, quindi, apparentemente non costituisce debito di per sé, ma certamente aumenta la quota capitale e la quota interessi dell’anno successivo, con influenza sulla parte corrente. Il frequente uso che se ne é fatto in questi ultimi tre anni: (500.000 Euro 2009)- (2.500.000 Euro 2010)- (5.000.000 di Euro 2012), soprattutto  il convincimento, che ormai permea anche la struttura tecnica contabile dell’Ente, di considerarla una risorsa aggiuntiva, trova inesorabile censura nella Deliberazione n.2/AUT/2012 QMIG Corte dei Conti- Sezione delle Autonomie, che ci ricorda:

“Si rammenta che le verifiche delle Sezioni regionali possono essere svolte anche su impulso della Ragioneria generale dello Stato che, a norma dell’art. 5, d.lgs. n. 149/2011, è tenuta ad evidenziare situazioni di squilibrio finanziario riferibili a indicatori ben determinati (ripetuto utilizzo dell’anticipazione

di tesoreria; disequilibrio consolidato della parte corrente del bilancio; anomale modalità di gestione dei servizi per conto terzi). La Sezione delle Autonomie, nella relazione al Parlamento per il 2009 e 2010 (delibera 7/AUT/2011), ha individuato le cause principali e ricorrenti, che portano al dissesto dell’ente, nelle seguenti fattispecie: squilibri nella gestione dei residui, mantenimento in bilancio di residui attivi sopravvalutati, risalenti ed inesigibili; crisi di liquidità con ricorso sistematico ad anticipazioni di tesoreria di notevole entità; ingenti debiti fuori bilancio; sopravvalutazione di entrate e sottovalutazione di spese”.

Il giudizio prognostico sulla possibilità di dissesto deve essere, quindi, basato sullo squilibrio strutturale riferito alla situazione di cassa, tenendo anche conto delle situazioni sintomatiche rappresentate dagli indicatori di deficitarietà individuati con d.m. 24 settembre 2009, ai sensi dell’art. 242, co. 2, d.lgs. n. 267/2000. In caso di accertata illiquidità, occorre sottoporre a verifica, in contraddittorio con l’ente, il piano di rientro dal debito: ciò in quanto la situazione di carenza di liquidità si consolida e diventa strutturale nella prospettiva triennale (art. 193, co. 3, d.lgs. n. 267/2000), tramutando in insolvenza.

In questa Delibera è circoscritto tutto il dramma dell’Amministrazione Granata, già censurata sotto questi aspetti, precedentemente, dalla Sezione Regionale della Corte dei Conti Regionale con Delibera n°70 del 25 Marzo 2011. La stessa Amministrazione, dopo il tracollo dello sforamento del Patto di Stabilità, pur di mantenersi a galla, si accontenta di predisporre un Bilancio con previsione di Investimenti Ridicoli subendo la pesante azione di condizionamento dell’apparato gestionale dell’Ente, tutto proteso ad assicurarsi prima (ed io aggiungo solo) il proprio sostentamento.

Caro Sindaco, all’inconfutabile peggioramento dei Servizi Resi alla Cittadinanza ha corrisposto proporzionalmente l’inasprimento delle Tasse e dei Tributi. Questo per coloro che pagano. Per gli altri, i molti, i tanti, continua l’impunità dell’evasione senza che l’Ente provveda diversamente ad attivare meccanismi per una Entrata Certa, quella Ordinaria, quella che eviterebbe le Anticipazioni di Tesoreria. Questo garantismo, beneficiario di consenso, può servire alla persona Sindaco ed ai componenti l’Amministrazione in una sorta di cinghia di trasmissione con i dipendenti dell’Ente, tutti attenti, e non a caso, a piazzare i propri rampolli nelle Liste durante le competizioni amministrative. Per la Cittadinanza ed i suoi interessi ci vuole ben altro! Questo garantismo, oramai, si è dimostrato costituire il vero ostacolo alla crescita complessiva della Città, culturale, civile e politica, per la inscindibile valutazione di gradimento tra qualità dei servizi resi, dotazioni infrastrutturali, e la consistenza dei beni e delle attività economico-professionali che in essa si svolgono. Per Belvedere occorre altro! Se non si è in grado di ricomporre questi semplici equilibri di giustizia sociale e di democrazia, di restituire quel necessario efficientismo e alta competenza nei rispettivi ruoli istituzionale dell’Ente, di dare cioè, risposte adeguate alla tragicità del momento, per il Bene Comune, si toglie il Disturbo, avendo contezza di averne provocato già molto! Mauro D’Aprile l’ex Sindaco che disinforma - 12.11.2012

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