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convegno nazionale della società italiana di criminologia, tra i relatori il belvederese Luca Fortunato PDF Stampa E-mail
Scritto da comunicato stampa   

In questi giorni a Como si è svolto il XXVI Convegno Nazionale della Società Italiana di Criminologia. Criminologi di tutta Italia si sono confrontati sulla tematica ormai molto discussa del rapporto tra i delitti ed il genere.

Anche quest’anno ha preso la parola il giovane criminologo calabrese Luca Fortunato che coadiuvato dalle dottoresse Rosa Iodice ed Elisabetta Rubino ha affrontato la tematica che nelle ultime settimane sta impazzando nel mondo mediatico.

“Ognuno di noi – ha dichiarato il dott. Fortunato - ha sperimento almeno una volta nella propria vita l’abbandono. Questo è un momento tragico che ci rende nella maggior parte dei casi fragili oppure lascia spazio al rancore o peggio alla lotta intestina contro chi ha causato il nostro malessere. Si cerca in ogni modo di ostacolare gli interessi, le abitudini ed i sogni di chi a nostro parere ha distrutto un equilibrio e nel caso affrontato  a Como, un equilibrio di coppia. Molto spesso si fa ricorso alla violenza psicologica usando i  figli come strumento. In questi casi – prosegue Fortunato – c’è la volontà di punire l’ex compagno colpevole della rottura di un equilibrio, o pseudo-equilibrio, che si era creato. Tutto lo studio presentato al Convegno, grazie al supporto delle dottoresse Iodice e Rubino, si incentra sul genitore malevolo, ossia quella figura genitoriale che cerca di contrapporre i figli all’ex compagno. Abbiamo voluto sottolineare che tale figura non è prettamente femminile come potrebbe intendersi dal nome che viene dato alla sindrome ossia di madre malevola. E’ più corretto indicare tale fenomeno in maniera più generale e parlare di genitore malevolo sia in vista del mutamento istituzionale della famiglia, sia della visione normativa a livello internazionale. A tal proposito – conclude il dott. Fortunato - il riconoscimento della parola “genitore” affianco all’aggettivo “malevolo” dovrebbe essere riconosciuto anche in ambito internazionale, specialmente in quei paesi che riconoscono le unioni omosessuali e permettono l’adozione alle coppie gay. Infatti, è impensabile non prendere in considerazione i diversi tipi di coppia regolati dai vari ordinamenti e, quindi, incrementare l’attenzione sulla figura genitoriale a prescindere dalla coppia o dal genere del genitore che pone in essere tale condotta”.

Il successo dell’intuizione poco dibattuta in ambito scientifico è stato generato dall’apporto e supporto scientifico fornito sia in materia legale che psicologica dalla dottoressa Rosa Iodice, esperta nelle discipline giuridiche, che dalla dottoressa Elisabetta Rubino, criminologa. Una relazione che non ha tralasciato gli aspetti salienti della metamorfosi familiare, della coppia e soprattutto della figura femminile che non è più l’angelo del focolare. “Abbiamo voluto – ha commentato la dottoressa Iodice – studiare anche il mutamento della famiglia e soprattutto il ruolo dei soggetti che la compongono. In un progetto simile non si poteva tra l’altro non pensare alle coppie omosessuali e di concerto alle garanzie ed alle deformazioni di legge che ancora oggi sussistono. Non poteva essere tralasciato neanche l’aspetto cristiano che pervade la nostra Italia e le nostre tradizioni. Inoltre, si auspica che  questo progetto possa essere  supportato da uno studio specifico del comportamento dei partner durante la separazione”.comunicato stampa - 29.10.2012

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