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castello a tutela giudiziaria, Mistorni: perchè il Comune non esercita il diritto di prelazione? PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe mistorni   

E’ ora che gli Amministratori di Belvedere si rendano parte attiva per la soluzione dell’annoso problema che riguarda l’acquisizione del Castello Angioino- Aragonese del XV secolo al patrimonio artistico – culturale pubblico del Comune.

La manifestazione organizzata da alcuni volontari con in testa il giovane assessore Spinelli, che prevede l’esposizione di opere di artisti calabresi con percorsi culturali , pittorici , tematici e di tecnica da “osservare e interpretare”, ha messo in risalto con un semplice gioco di luci , di pulizia delle aiuole e dell’androne circostante le torri del castello, la bellezza dell’omonima piazza con la suggestiva visione  dell’imponente manufatto storico-artistico . L’insigne castello al vertice del colle nel quale sorge Belvedere Marittimo, restaurato ed ampliato, nei vari secoli e sotto domini diversi, con i fondi dei cittadini è posto in posizione strategica e di grande effetto scenico nel Tirreno cosentino.

E’ oggetto continua di ammirazione e nello stesso tempo di stupore e non poca meraviglia dei tanti turisti lo stato di degrado ed abbandono in cui versa .Un commento ricorrente : se questo bene fosse stato ubicato in zone dove la sensibilità degli amministratori e di alcuni cittadini, meno egoisti e più inclini al bello, alla storia e all’interesse pubblico,  sarebbe certamente ritornato agli antichi splendori e aperto a tutti. Purtroppo attualmente è di proprietà privata, si è sempre posto l’acquisizione in mano pubblica proprio per la sua indubbia valenza di elemento simbolico e caratterizzante del territorio e di testimonianza di civiltà per la collettività belvederese e per l’intero comprensorio. Da sottolineare con forza che sic standibus rebus, rappresenta un pericolo per la pubblica incolumità specie lungo la strada di accesso alla zona alta del paese, con caduta continua di massi dalla roccia di basamento del castello, composta di arenaria facilmente sfaldabile e che ne compromettono la stabilità dello stesso .

Ciò premesso se è vero che il complesso monumentale, compresa l’ex clinica Spinelli, è sottoposto a tutela giudiziaria che dovrà stabilire con il curatore fallimentare nominato dal Tribunale la vendita forzata de bene (di proprietà dei Signori Rotondaro), perché le Istituzioni: Stato, Regione, Provincia e principalmente il Comune, una volta stabilito all’incanto il prezzo, non esercita il diritto di prelazione sul bene dichiarato dal Ministero  per i beni e le attività culturali come “Bene culturale di interesse particolarmente importante”? Diritto di prelazione che fra l’altro doveva essere esercitato già nella prima compravendita effettuata dai Signori Spinelli  del castello ed altro, se si fosse seguita la procedura prevista dalla legge che consiste nel denunciare , preliminarmente la vendita del bene monumentale alla Sovrintendenza per i beni ambientali.

Egregi Amministratori qualche migliaio di euro sarebbe ampiamente condiviso e giustificato dalla popolazione se si desse incarico a un buon professionista amministrativo ed esperto di beni culturali per seguire e suggerire le azioni da svolgere sia per poter acquisire il castello al patrimonio pubblico in questa particolare circostanza, sia per ricercare le origini e quindi la proprietà e le fonti di finanziamento per il restauro. P.S. L’ex Clinica Spinelli non potrebbe essere immaginata come una residenza per i meno giovani , dignitosa , salutare e con tutti i confort? Amministratori sollecitate alcuni operatori a rendersi utili anche per la società e la collettività che ha tanto bisogno di questo tipo di assistenza. Giuseppe Mistorni - 01.09.2012

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