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Mani pulite, prima e seconda Repubblica. Quale differenza? Chiedetelo a Di Pietro!! PDF Stampa E-mail
Scritto da lucio carrozzino   

Era il 17 febbraio del 1992, con l’arresto dell’Ing. M. Chiesa, scoppiava Tangentopoli. L’inchiesta proseguiva con avvisi di garanzia ed arresti, molti si suicidarono e, tra questi, alcuni , solo dopo, si venne a sapere, erano completamente estranei.

Il 3 luglio 1992, in Parlamento, Bettino Craxi chiedeva “la responsabilità politica a tutti i partiti per dare una morte politica alla Prima repubblica e porre un rimedio a quella degenerazione, a quel problema di moralizzazione della vita pubblica che si era creato”.

Seguiva un silenzio imbarazzato ed imbarazzante del Parlamento, che Stefania Craxi ebbe a definire “vile silenzio”

Cosa successe poi a Bettino Craxi lo sappiamo tutti, fu oggetto di lancio di monetine, costretto successivamente ad abbandonare  l’Italia, morire in esilio ad Hammamed senza potersi difendere dalle accuse e, soprattutto, senza potersi curare nel suo Paese, mentre, oggi, Michele Aiello, condannato a 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, nel processo in cui fu coinvolto anche l'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, può rimanere ai domiciliari per un anno, perché il “rancio”  ( fave,  piselli, ecc.) del carcere  non è compatibile con la sua malattia (intolleranza ai legumi). Così ha stabilito il Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila.

Si disse, allora, che Craxi, in qualità di Segretario di un Partito, non poteva non sapere di come fossero stati usati i soldi derivanti dal finanziamento lecito  dei partiti.

Francesco Rutelli, allora giovane politico dei Verdi, si dichiarava “ impaziente di vedere Bettino Craxi consumare il rancio nelle patrie galere».

Con “mani pulite” scomparvero tutti i partiti della prima Repubblica,  i cinque partiti storici che avevano fatto dell’Italia la quinta potenza economica mondiale dopo le macerie lasciate sul campo dalla seconda guerra mondiale, si salvò solo il PCI, poi PDS, DS e oggi PD allargato.

Nasceva così la seconda Repubblica con altri e nuovi Partiti,  ma sempre con gli stessi uomini della prima Repubblica e, guarda caso, forte di questo risultato ( eliminare il pentapartito ), Di Pietro si fondava un partito tutto suo, lo stesso  che oggi gode  di rimborsi elettorali ( allora finanziamento ai partiti) milionari.

A distanza di 20 anni, nulla è cambiato sul finanziamento (oggi rimborso elettorale) ai Partiti; quella “falsa rivoluzione” distrusse i cinque partiti storici, non la corruzione, il malaffare e l’illegalità ancora oggi dilaganti, che costano ai cittadini italiani oltre 60 miliardi di euro l’anno.

La conferma arriva dalla Corte dei Conti quando, in occasione dell’ Inaugurazione dell’anno Giudiziario 2012 , con il suo Presidente, afferma che  “l’illegalità, la corruzione ed il malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori  a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.

Forse perché a differenza del passato oggi si entra con più facilità in Parlamento e, molto spesso, per sfuggire alla maglie della Giustizia.

Con la nascita del Governo Tecnico la Politica ha certificato il fallimento dei Partiti, in particolare del PDL e del PD, maggiori azionisti di questo Governo, i quali rinunciavano, dopo averle minacciate per mesi, ad elezioni anticipate, il primo per paura di perderle ed il secondo per paura di vincerle, facendo credere agli italiani di voler salvare l’Italia, mentre, in realtà, volevano salvare Banche e poltrone, ma non gli italiani, ai quali gli rifilavano, nel giro di qualche settimana, una manovra “lacrime e sangue” senza profferire parola.

Solo dopo ( guarda caso ) l’approvazione del decreto “lacrime e sangue”che ha ridotto sul lastrico pensionati e lavoratori,  i Partiti hanno capito che non contano più nulla, con i loro Parlamentari ridotti solo ad alzare la mano  ed allora Alfano, Bersani e Casini  “minacciano”  il Governo Monti  di “andare a votare” con una   proposta riforma elettorale fatta, ancora una volta, a loro immagine e somiglianza, continuando a decidere chi deve entrare in Parlamento  quando e dove, senza dare al popolo italiano la libertà di scegliersi con il voto, unico atto do democrazia vera, i propri rappresentanti in Parlamento.

Vogliono far  credere agli italiani  di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento con i collegi regionali uninominali, ma di fatto resta un ” imbroglio” perché i candidati di collegio saranno comunque e sempre scelti dalle segreterie dei partiti e l’elettore dovrà solo adeguarsi, come ha già fatto con le liste bloccate.

Forse per risolvere i problemi dell’Italia, al Governo Monti, ancor meno agli italiani, non serviva una manovra “lacrime e sangue” , ma un decreto “svuota Parlamento” che dimezzasse i Parlamentari, eliminasse  corrotti e corruttori,  indagati e  condannati, passando per lo scioglimento di Consigli Regionali, Provinciali senza fermarsi ai soli, pochi e piccoli comuni.

Non passa giorno che non succeda uno scandalo legato alla corruzione politica, con lo spread della corruzione che sale e  si espande a macchia di leopardo in tutta Italia, passando per il Parlamento, con arresti ( On. Papa) e salvataggi ( On. Tedesco e On. Cosentino), solo per citarne qualcuno, per non parlare degli scandali della Liguria,  della Puglia, della Lombardia, della Sicilia,  della Toscana e dell’Emilia Romagna, fino ad arrivare a piccoli e grandi comuni.

Ma oggi siamo nella seconda Repubblica, quella fortemente voluta da Di Pietro, in cui i Segretari dei Partiti possono anche non sapere come siano stati spesi i soldi derivanti dai finanziamenti ( rimborsi elettorali) ai propri partiti; infatti, possono non sapere dove siano finiti e come siano stati utilizzati  i tredici ( venti o più ) milioni di euro della ex Margherita, con l’aggravante che il tesoriere Lusi può anche essere querelato da chi avrebbe dovuto, quanto meno, vigilare su come venivano spesi i soldi del proprio partito o, meglio, degli italiani.

La prima Repubblica dopo cinquanta anni, forse, doveva essere ripensata, ma aveva avuto il grande merito di  aver portato l’Italia ad essere la quinta potenza mondiale.

La seconda, quella fortemente voluta da Di Pietro & C, nel giro di un ventennio ha portato l’Italia  al fallimento, ad esser considerata al pari della Grecia, con un debito pubblico alle stelle e con una corruzione politica dilagante.

Fino a quando gli italiani saranno disposti a sopportare tutto questo?

Fino a quando gli italiani saranno disposti a sopportare  il via vai di borse pieni di soldi   (tangenti) che partirebbero dalla Puglia per arrivare fino al San Raffaele di Milano?

Fino a quando gli italiani saranno disposti a sopportare manovre “lacrime e sangue”e vessazioni di ogni tipo, mentre i nostri rappresentanti politici sperperano i nostri soldi per viaggi di piacere ( 80.000,00 euro), pranzi luculliani ( un primo 180,00 euro ), acquisto beni  e immobili ( ville da 3.000.000,00 di euro) personali.

Per quanto tempo ancora inquisiti, condannati, corrotti e corruttori  potranno rimanere e, magari, entrare a pieno titolo a far parte delle Istituzioni?

Di tutto questo Di Pietro dovrebbe dare qualche spiegazione al popolo italiano. Lucio Carrozzino consigliere nazionale PRI - 02.04.2012

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